Un colpo al cuore della ricerca sulla fusione: indagine per omicidio a Brookline, mentre il campus prova a tenersi insieme tra shock, domande e memoria.
(Foto: il prof. Nuno F.G. Loureiro, ucciso a Brookline).
Un fisico che ragionava su turbolenze, campi magnetici e stelle lontane è stato riportato bruscamente a terra da una violenza ravvicinata, domestica, ancora senza volto.
Nuno F.G. Loureiro, docente del Massachusetts Institute of Technology e direttore del Plasma Science and Fusion Center, è morto dopo essere stato colpito da arma da fuoco nella sua abitazione a Brookline, sobborgo residenziale nell’area di Boston.
Le autorità parlano di indagine per omicidio e, al momento, di nessun arresto.
Cosa sappiamo finora sulla sparatoria
La ricostruzione ufficiale, per ora, è essenziale: la polizia è intervenuta la sera di lunedì 15 dicembre 2025 dopo una segnalazione di colpi d’arma da fuoco in un edificio residenziale su Gibbs Street.
Loureiro è stato soccorso con ferite da arma da fuoco e trasportato in ospedale; è morto la mattina di martedì 16 dicembre.
L’ufficio del procuratore della Norfolk County ha indicato che l’inchiesta resta “attiva” e che i dettagli vengono trattenuti per non comprometterla.
Fonti locali hanno riportato che la chiamata ai soccorsi sarebbe arrivata intorno alle 20:30.
Un dirigente della polizia di Brookline, intervistato da una tv locale, ha detto che sul posto è stata trovata “una vittima” colpita più volte.
E nel quartiere, tra studenti e residenti, rimbalza un dettaglio semplice e agghiacciante: tre rumori secchi, abbastanza forti da sembrare immediatamente “sbagliati”.
Il Mit: “Una perdita scioccante”
La presidente del Mit, Sally Kornbluth, ha scritto alla comunità universitaria la mattina del 16 dicembre: ha parlato di notizia “tragica” e di “perdita scioccante”, spiegando che non verranno aggiunte informazioni “perché la vicenda è sotto indagine”.
Nel messaggio, l’ateneo ha indirizzato studenti e personale verso risorse di supporto psicologico e assistenza, sottolineando la necessità di reggersi a vicenda in un periodo che definisce attraversato da “violenza inquietante”.
Nella stessa lettera, Kornbluth ripercorre la traiettoria di Loureiro e inserisce una frase che oggi suona come testamento civile della sua idea di ricerca:
“La fusione è un problema difficile, ma può essere risolto con determinazione e ingegno”.
Chi era Nuno Loureiro
Aveva 47 anni, era nato e cresciuto nel centro del Portogallo (area di Viseu) e aveva costruito una carriera internazionale nella fisica del plasma.
Dopo la laurea in Fisica all’Instituto Superior Técnico di Lisbona, ha conseguito un PhD all’Imperial College London (2005), passando poi da due snodi cruciali del settore:
il Princeton Plasma Physics Laboratory e il centro britannico UKAEA Culham.
Nel 2009 è rientrato in Portogallo come ricercatore e responsabile di progetti sull’energia di fusione, prima di approdare al Mit nel 2016.
Al Mit aveva incarichi congiunti in Nuclear Science and Engineering e Physics, ed era associato anche a iniziative trasversali su energia e astrofisica.
La sua specialità era vasta ma coerente: capire cosa succede quando la materia diventa plasma, cioè quando gli atomi si “smontano” in un mare di particelle cariche.
In termini più tecnici, Loureiro era considerato un esperto di riconnessione magnetica (un processo chiave in laboratorio e nello spazio), di turbulenza e di confinamento nei plasmi per la fusione.
Il laboratorio che guidava: il cuore della corsa alla fusione
Nel 2024 Loureiro era stato scelto per dirigere il Plasma Science and Fusion Center, uno dei poli più grandi del Mit: oltre 250 persone distribuite su più edifici e linee di ricerca che vanno dalla fisica fondamentale alle tecnologie necessarie per rendere la fusione un’opzione energetica.
La promessa, nota e delicata, è quella di una fonte potenzialmente pulita e quasi inesauribile, ma ancora complessa da realizzare in modo stabile e sostenibile.
In queste ore, colleghi e studenti insistono su un punto: non era “solo” un nome in cima a un organigramma.
Il professor Dennis Whyte, che aveva guidato in precedenza il centro, lo ha ricordato come una presenza luminosa e rara per chiarezza, empatia e leadership, capace di tenere insieme la durezza della teoria e la cura quotidiana delle persone.
Il quartiere, le veglie, lo shock
A Brookline, davanti all’edificio residenziale, nelle ore successive alla notizia si sono visti gesti che valgono più di molte parole: candele, biglietti, studenti che passano in silenzio.
Alcuni residenti hanno raccontato di aver scambiato quei rumori per un urto, uno schianto, perfino una porta forzata, prima che la mente arrivasse alla conclusione più dura.
È un dettaglio che pesa perché riporta tutto all’essenziale: il sapere può correre velocissimo, ma la sicurezza di una comunità si misura su secondi fragili.
E intanto le autorità ribadiscono che, finché l’indagine è in corso, non ci sono elementi pubblici su movente o sospetti.
Domande aperte e prossime tappe
L’inchiesta, coordinata dal procuratore della Norfolk County con il supporto delle forze dell’ordine, dovrà chiarire almeno tre punti:
chi ha sparato, perché, e come sia stato possibile colpire un docente di primo piano nella sua abitazione senza lasciare (al momento) una pista pubblicamente definita.
È probabile che le prossime ore siano dedicate a verifiche su telecamere di sicurezza, testimonianze, tracciamenti e ricostruzione dei movimenti nell’area.
Nel frattempo, al Mit resta una ferita che non è solo privata: la morte di Loureiro interrompe un percorso scientifico riconosciuto e una stagione di leadership su un tema – la fusione – che molte istituzioni considerano strategico.
Il campus, oggi, si muove in equilibrio tra due necessità: rispetto per l’indagine e bisogno di senso.