Zelensky affiancato da una delegazione europea sfida Putin con un’offerta di sicurezza “game-changing”.
(Foto: Volodymyr Zelenskyy, presidente ucraino).
In un clima diplomatico vibrante e ad alto tasso di suspense, oggi 18 agosto 2025 si apre a Washington un capitolo cruciale nei negoziati per la pace in Ucraina. All’ovale incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelenskyy, si uniscono Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Giorgia Meloni, Alexander Stubb, Keir Starmer e il segretario della NATO Mark Rutte: un fronte europeo compatto e senza precedenti, determinato a evitare l’errore di febbraio.
Sicurezza prima di tutto
Sul tappeto diplomatico, lo sguardo è fisso sulle garanzie di sicurezza stile Nato che possano evitare un nuovo 24 febbraio—il giorno dell’invasione russa tre anni fa. Secondo l’inviato americano Steve Witkoff, Putin avrebbe acconsentito, per la prima volta, a una formula di protezione per Kiev ispirata all’Articolo 5 della NATO, pur fuori dalla cornice dell’Alleanza. Witkoff ha definito questa svolta “game-changing”. Ma ciò che emerge è ancora nebbioso: i dettagli operativi, la durata, il coinvolgimento europeo e il ruolo americano restano da precisare.
Territorio: no, grazie
Sul terreno dei territori contesi, Zelensky e i leader europei pongono un principio netto: nessuna cessione è negoziabile. A loro volta, i capi europei ribadiscono che un indebolimento militare dell’Ucraina sarebbe un precedente pericoloso, destinato a tradire tutti gli impegni.
Le concessioni di Mosca (parziali)
Witkoff ha riferito che la controparti russa si sarebbe detta pronta a concedere qualcosa su cinque regioni ucraine. Un passaggio vago ma significativo, che tuttavia necessita di conferme multilaterali.
La pace passa dal cessate il fuoco?
Pur riconoscendo i passi avanti sul tavolo delle garanzie, Zelensky è chiaro: senza un cessate il fuoco non può esserci trattativa seria. Questo punto evidenzia la discordanza di fondo con Trump—che sembra preferire una pace strutturata piuttosto che una tregua temporanea.
Sfondo europeo: compattezza e tensioni
La partecipazione a Washington di Von der Leyen, Macron, Merz, Meloni, Stubb e Starmer simboleggia più di un appoggio formale: è un segnale politico forte, volto a evitare che Zelensky possa restare isolato in un confronto così delicato. Macron stesso chiarisce: “Il primo pilastro della sicurezza è una forza militare ucraina potente”.
Scacchiere diplomatico ad alta tensione
Siamo nel bel mezzo di uno scacchiere diplomatico ad alta tensione: da un lato, Trump tenta di offrire una via d’uscita tramite garanzie militari “alla Nato”; dall’altro, Zelensky insiste sul rispetto totale della sovranità ucraina e su un cessate il fuoco come premessa all’apertura di trattative. Nel mezzo, l’Europa si erge in coro, chiedendo chiarezza, coerenza, e soprattutto, difesa dell’Ucraina.
I prossimi giorni saranno decisivi: l’ombra di un summit trilaterale tra Trump, Putin e Zelensky - ipotizzato entro il 22 agosto - annuncia una possibile svolta. Ma il cuore della partita rimane: nel salotto ovale e oltre, si gioca il futuro della pace europea.