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Repubblica Ceca, l’ex premier e il suo partito populista in testa

- di: Bruno Legni
 
Repubblica Ceca, l’ex premier e il suo partito populista in testa
Repubblica Ceca, l’ex premier e il suo partito populista in testa
L’ex premier Babiš vola nei sondaggi con il suo movimento ANO. Un voto di ritorno? Politica, numeri e scenari futuri.

Una vittoria in vista (o quasi)? I numeri

Le elezioni parlamentari si terranno il 3 e 4 ottobre 2025 in Repubblica Ceca. Secondo l’ultimo modello elettorale dell’agenzia STEM, il movimento ANO, fondato ed ex-governato dal miliardario ed ex-premier Andrej Babiš, è nettamente in testa con quasi 36 % delle intenzioni di voto. Al secondo posto, la coalizione di centro-destra Spolu (che significa “Insieme”) si ferma intorno al 17 %.

In termini semplici: su 100 elettori, circa 36 voterebbero per ANO, mentre solo 17 per Spolu.

Gli altri partiti e la soglia del 5 %

Dietro ai due protagonisti si piazzano altre formazioni politiche che potrebbero avere un ruolo decisivo:

  • STAN (Sindaci e Indipendenti): circa 11 %.
  • SPD (estrema destra, “Libertà e democrazia diretta”): tra 9 % e 12 %.
  • Pirates (Pirata): attorno al 9 %.
  • Stačilo! (“Basta!”): coalizione di sinistra (Comunisti e Socialdemocratici) vicino al 7 %, poco sopra la soglia del 5 % necessaria per entrare in Parlamento.

In parole povere: tutti superano il 5 %, quindi avrebbero diritto a seggi parlamentari. Ma se qualcuno non ci arrivasse, potrebbe cambiare molto per le alleanze post-voto.

Chi è Babiš e cosa rappresenta il suo movimento

Andrej Babiš è un ex premier e imprenditore miliardario. Nel 2012 ha fondato ANO (in ceco significa “Sì”) con l’obiettivo dichiarato di combattere la corruzione, anche se è stato coinvolto in diversi scandali legali. I suoi messaggi politici sono chiari: è euroscettico, critica l’immigrazione e il “Green Deal” europeo, e promuove un patriottismo senza interferenze da Bruxelles.

Un giornale lo ha definito “il Trump ceco”, per la sua retorica populista e la sua abilità nel cavalcare l’opinione pubblica.

Più recentemente, ha promesso di:

  • Non aumentare la spesa per la difesa (saltare il target NATO del 5 %).
  • Fermare gli aiuti militari all’Ucraina.
  • Evitare di seguire pedissequamente le direttive di Washington, puntando sul “primo i cechi”.

Sintesi pragmatica: Babiš fa leva sui temi economici quotidiani (bollette, sanità, costi), ma con una chiara posizione anti-UE e più vicina alle posizioni di Ungheria e Slovacchia.

Scenari futuri: verso un’alleanza instabile?

Se il voto seguisse l’ultimo sondaggio, ANO sarebbe il primo partito, ma non raggiungerebbe la maggioranza da solo. Dovrà cercare alleati tra i centristi o i partiti minori. La coalizione Spolu potrebbe invece tentare di unire forze più moderate, ma parte molto distante nei numeri.

Risultato possibile: un governo di coalizione instabile, oppure un ritorno – con qualche compromesso – del leader populista Babiš alla guida del Paese.

La frammentazione politica però resta alta 

 La Repubblica Ceca si prepara a un voto incerto, con un ex-premier tornato al centro della scena grazie a temi forti e semplicità di linguaggio. I numeri confermano un suo vantaggio notevole, ma la frammentazione politica resta alta: le trattative post-elettorali saranno decisive.

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