Viva il Re!
- di: Bruno Chiavazzo (giornalista e scrittore)
La situazione politica italiana somiglia sempre più a una maionese impazzita. Mi è venuto in mente, a tal proposito, un aneddoto relativo a un episodio accaduto a Napoli alla fine del 1700. Muore il Re e l’imponente corteo funebre, con tanto di carro a sei cavalli, per espressa volontà del defunto attraversa i rioni più popolari della città.
I dignitari in lutto seguono il carro funebre per i vicoli in silenzio, all’improvviso una donna anziana seduta su una sedia scassata, davanti al suo “basso”, comincia a urlare a squarciagola “Viva il Re! Viva il Re!”. A quel punto le si avvicina un distinto gentiluomo che assisteva al corteo e le chiede: “Ma come, tu vivi in un tugurio, non hai niente, neanche gli occhi per piangere e gridi viva il Re?” E la vecchia: “Figlio mio, io ho visto il nonno di questo re che era un farabutto della peggior specie, ho visto il padre ed era anche peggio, ho visto questo che stanno portando al camposanto che è stato ancora più carogna di tutti e due messi insieme. Capisci ora perché grido viva il re”.
Al che il distinto gentiluomo, chiaramente giacobino, guardò negli occhi la vecchia e, senza dire una parola, disse sottovoce, “viva il re”.
La morale è sempre la stessa: al peggio non c’è mai fine. E così oggi nella palude politica italiana: da una parte una maggioranza sfibrata, che neanche la colla del potere riesce a tenere insieme, è andata sotto, per la prima volta, sul canone Rai perché Forza Italia ha votato insieme alle opposizioni e per ripicca la Lega di Salvini ha affossato un emendamento degli ex berlusconiani sulla Calabria.
Dall’altra parte la Schlein è alle prese con la resa dei conti all’interno del fu Movimento 5 Stelle che si menano di brutto tra i duri e puri dell’Elevato Grillo e i seguaci, molto interessati alle cose pratiche del potere e dei suoi derivati, dell’Avvocato del popolo Giuseppe Conte. Ma la situazione non è per niente calma anche all’interno del suo stesso partito.
La guerra in Ucraina, le vicende europee e, diciamola tutta, la naturale antipatia che suscita la Schlein nella vecchia guardia ex Pci che la considera un corpo estraneo e troppo “radical”, per le sue battaglie sui diritti LGBT e l’ostentazione della sua “diversità” nei Gay Pride, mina la sua autorevolezza.
Ancora più a sinistra il duo Bonelli-Fratoianni, fermi alla Rivoluzione d’Ottobre, che scavano come talpe nell’elettorato democratico, a cui si è aggiunto, ultimamente, il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che a colpi di “rivolta sociale” sta lanciando una "Opa" ostile sul partito. Su quali basi questi dovrebbero trovare un accordo di programma per scalzare la Meloni, lo sa solo il Padreterno, con rispetto parlando.
Ecco perché qualche volta mi capita di dire sommessamente, tra me e me: Viva il Re!