Il sì o il no di 5 Stelle su Giani deciderà il quadro regionale, mentre Conte detta le condizioni su Decaro in Puglia.
(Foto: da sinistra Bonelli, Schlein, Fratoianni e Conte).
Il voto online che vale una coalizione
Il Movimento 5 Stelle toscano è sull’orlo di una svolta decisiva: tra pochi giorni gli iscritti saranno chiamati a decidere se sostenere la ricandidatura di Eugenio Giani — governatore uscente del Pd — alle elezioni regionali del 12 o 13 ottobre 2025. L’annuncio è arrivato dopo una partecipata assemblea streaming con il presidente Conte: “La nostra comunità è ancora lacerata… l’unico modo è il voto online”, ha detto Giuseppe Conte.
Conte ha chiarito che l’appoggio sarà condizionato a un accordo scritto che vincoli il Pd al recepimento di obiettivi strategici chiari. Questo voto digitale rappresenta un banco di prova per il concetto di “campo largo” che la segretaria Pd Elly Schlein vuole riproporre in chiave unitaria, come prova generale per le politiche del 2027.
In alcune sezioni locali, come a Livorno, si avverte tensione interna: attivisti M5s avvertono di poter persino autosospendersi se venisse sostenuto Giani, considerato simbolo di un sistema di potere consolidato.
Decaro in Puglia: spunta l’endorsement del M5s
Parallelamente, in Puglia Giuseppe Conte ha espresso la sua apertura verso una candidatura di Antonio Decaro, eurodeputato Pd ed ex sindaco di Bari: “Ci dia un segnale chiaro. Decaro ha le carte in regola”, ha dichiarato. Ma il quadro resta fluido: Decaro non ha ancora ufficializzato la corsa, contrariato dalla possibile candidatura regionale di Michele Emiliano e dall’inclusione di figure storiche come Nichi Vendola.
Conte ha ribadito che il M5s è pronto a un’alleanza “nel segno di un reale ed effettivo rinnovamento”, ma la palla passa al Pd, che dovrà chiarire se intende cambiare rotta o confermare la linea tradizionale.
Il modello Veneto nel dibattito del centrodestra
Sul fronte opposto, la Lega guarda al Veneto come modello: Claudio Durigon ha chiesto che il centrodestra indichi un candidato alla successione di Luca Zaia, come accaduto nelle Marche e Calabria, richiamando il concetto di “buongoverno”. Zaia, tuttavia, non ha escluso l’idea di presentare una lista civica con il suo nome, aperta al centrodestra, ruolo che sarà stabilito dal candidato presidente prescelto.
Un puzzle elettorale da decifrare
- Il voto del Movimento in Toscana (entro giovedì) sarà decisivo: se favorevole a Giani, si concretizza il campo largo; in caso contrario, M5s rischia di correre da solo, con conseguenze imprevedibili per la coalizione.
- In Puglia, il M5s attende un segnale forte da parte del Pd sul profilo dei candidati e la composizione delle liste, prima di ufficializzare l’appoggio a Decaro.
- Il centrodestra cerca coerenza in Veneto e altrove: il buon governo come argomentazione elettorale, Zaia come possibile leader civico, mentre candidati storici come Ricci (Marche) e Occhiuto (Calabria) vengono indicati come modelli.
Test strategico di alleanze e leadership
Questa fase di anteprima delle regionali 2025 sembra trasformarsi in un test strategico di alleanze e leadership. Per il M5s è il momento di dimostrare che il voto online e la democrazia interna possono far evolvere una coalizione stagnante, costringendo il Pd a scegliere tra continuità e rinnovamento. Nel Pd, la linea di Schlein — che chiede coalizioni ovunque come laboratorio politico verso il 2027 — si scontrerà con le resistenze interne e le sensibilità locali.
In Toscana, il cuore pulsante della sfida è rappresentato dall’affiatamento tra iscritti e vertici M5s: l’esito del voto online segnerà il percorso politico dei prossimi mesi. In Puglia, Conte sollecita chiarezza e rinnovamento, mentre il centrodestra monitora ogni mossa.
Questo non è solo un racconto di alleanze regionali: è un pezzo del mosaico di cosa significhi oggi “campo largo” in Italia.