• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Brasile-Usa, caso Dino e ombra di Kirk: scontro acceso

- di: Vittorio Massi
 
Brasile-Usa, caso Dino e ombra di Kirk: scontro acceso
Brasile-Usa, caso Dino e ombra di Kirk: scontro acceso
Il giudice della Corte suprema nel mirino di Washington, Bolsonaro condannato e le parole di Charlie Kirk che anticiparono dazi e sanzioni.

Non è soltanto la condanna dell’ex presidente Jair Bolsonaro — accusato di aver tramato un colpo di Stato dopo le elezioni del 2022 — a scuotere i rapporti fra Brasile e Stati Uniti, ma anche le parole pronunciate da un magistrato della Corte suprema: Flávio Dino, già ministro della Giustizia. Durante il processo, Dino ha evocato la vicenda dell’assassinio di Charlie Kirk, noto attivista conservatore statunitense, ucciso nello Utah a 31 anni, per sostenere che il perdono politico non equivale automaticamente a pacificazione.

“Negli Stati Uniti è stato concesso il perdono, ma non c’è pace. A volte la pace si ottiene attraverso il corretto funzionamento delle istituzioni repressive”, ha affermato Dino nel suo intervento.

Un giudice, un commento e una miccia diplomatica

Le parole del togato, rilanciate sui social da Eduardo Bolsonaro e tradotte per Washington, hanno alimentato irritazione negli Stati Uniti. La frattura non è solo retorica: si intreccia con l’uso di strumenti sanzionatori e con il clima politico americano, riportando al centro la relazione — sempre più tesa — tra giustizia brasiliana e potere esecutivo statunitense.

La scintilla Kirk: la richiesta diretta di sanzioni

Punto chiave. Molto prima dell’ultimo strappo, Charlie Kirk aveva chiesto pubblicamente al presidente Donald Trump, nel marzo 2025, di colpire Brasilia. In diretta nel suo programma The Charlie Kirk Show, l’attivista invitò la Casa Bianca a rafforzare i dazi e — se necessario — a introdurre sanzioni, motivando così la richiesta: “La Corte suprema sta tenendo un comportamento immorale e imprudente”. Kirk aggiunse che i magistrati brasiliani “hanno imposto restrizioni alla libertà di espressione su X e su altre piattaforme online”.

Il nesso temporale è potente: quattro mesi dopo, gli Stati Uniti avrebbero annunciato tariffe del 50% sull’import brasiliano e misure sanzionatorie contro il giudice Alexandre de Moraes, relatore del processo a Bolsonaro. Per molti osservatori, è la prova che la politica estera di Washington recepisce e amplifica istanze maturate nell’ecosistema mediatico conservatore.

Washington al contrattacco: Magnitsky e non solo

La risposta ufficiale americana ha evocato la possibilità di nuove azioni mirate, incluse restrizioni sui visti e sanzioni individuali. Nella cornice giuridica utilizzata di frequente rientra la legge Magnitsky, già applicata in precedenza in casi controversi legati al Brasile. In questo quadro, Flávio Dino è percepito dagli osservatori come possibile bersaglio, insieme ad altri membri della Corte suprema.

La reazione di Brasilia

Da Planalto filtra la linea della fermezza: difesa dell’indipendenza della magistratura e rifiuto di ogni ingerenza esterna. Il governo ha respinto letture considerate intimidatorie provenienti dagli Stati Uniti e ha ribadito la legittimità del percorso giudiziario. Sul fronte interno, lo schieramento politico resta polarizzato: i sostenitori di Bolsonaro guardano a Washington per delegittimare la Corte; la maggioranza progressista teme l’inasprimento economico e finanziario.

Un equilibrio fragile

Tre fattori spiegano la vulnerabilità del momento: giustizia interna vs. percezione internazionale, con una sentenza complessa proiettata sulla scena globale; libertà di parola vs. responsabilità istituzionale, poiché un commento di un giudice può diventare miccia diplomatica; geopolitica delle sanzioni, con dazi e misure mirate sempre più usati come leve di pressione politica.

Scenari futuri

All’orizzonte si profilano sanzioni individuali contro magistrati brasiliani e possibili misure economiche aggiuntive. Il Brasile, stretto tra la tutela della sovranità giudiziaria e la necessità di preservare i rapporti con il suo principale partner nell’emisfero occidentale, potrebbe intensificare i canali con Ue e Cina per bilanciare l’offensiva statunitense.

Un mosaico che va oltre la cornice nazionale

L’omicidio di Kirk, le parole di Dino e la reazione di Washington compongono un mosaico che va oltre la cornice nazionale. La giustizia brasiliana è diventata teatro di una contesa geopolitica in cui una frase, un intervento o una diretta streaming possono pesare quanto un negoziato diplomatico. La posta in gioco non è soltanto la sorte di un ex presidente: è il rapporto, delicatissimo, fra sovranità degli Stati e responsabilità sulla scena internazionale.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 30 record
Pagina
Nessun record risponde ai criteri di ricerca
Trovati 30 record
Pagina
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720