Petrolio: Opec paralizzata dal contrasto tra Arabia Saudita ed Emirati

- di: Brian Green
 
L'Opec ha fallito il terzo tentativo di risolvere lo stallo sulla produzione di petrolio, dopo che le divisioni tra gli alleati dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti si sono riverberate sui mercati finanziari.

L'organizzazione ha annullato un incontro programmato per ieri con i produttori di petrolio guidati dalla Russia dopo che gli Emirati Arabi Uniti, in genere uno dei sostenitori più affidabili di Riyadh nel gruppo, si sono rifiutati di accettare un accordo sostenuto dai sauditi per aumentare la produzione.

L'accordo, provvisoriamente approvato dal resto dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e dal gruppo guidato dalla Russia, noto come "Opec+", prevede il rilascio di ulteriori milioni di barili al giorno di greggio imbottigliato per aiutare a domare i prezzi del petrolio in costante aumento.

L'annullamento della riunione dell'Opec ha determinato la crescita dei prezzi sino a nuovo massimi pluriennali, dal momento che gli investitori hanno ritenuto che il contrasto potrebbe determinare uno stop ad un accordo a breve termine per elevare i livelli di estrazione. Il greggio Brent, il benchmark internazionale, è salito dell'1% a 76,96 dollari al barile, il livello più alto dalla fine del 2018.

Gli Emirati Arabi Uniti, da parte loro, affermano che stanno chiedendo la possibilità di produrre più petrolio in base a qualsiasi accordo. La loro riluttanza a scendere a compromessi arriva quando Riyadh e Abu Dhabi - vicini, partner militari e tradizionali alleati dell'Opec - sembrano non pensarla più allo stesso modo su diversi fronti, da quello economico a quello geopolitico.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno investito molto nella propria produzione, uno sforzo volto a pompare più petrolio e più velocemente, per finanziare la transizione verso un'economia più diversificata.
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