Fabrizio Palermo: “L’acqua sarà il vero motore della transizione. Il Paese deve accelerare”

Nell’intervista si parla di acqua come asset strategico per la crescita del Paese, della transizione idrica come nuovo fronte dell’innovazione, del progetto Peschiera come modello europeo e della necessità di investimenti per rinnovare una rete ormai datata e trasformare il know-how italiano in un vantaggio competitivo anche all’estero.

Fabrizio Palermo: “L’acqua sarà il vero motore della transizione. Il Paese deve accelerare”

Dottor Palermo, negli ultimi anni l’innovazione industriale di Acea è cresciuta rapidamente. Quali risultati ritiene più significativi e quali le priorità della fase che si apre ora?
Abbiamo investito in modo deciso sul settore idrico. L’acqua rappresenterà uno dei principali fattori abilitanti per lo sviluppo del Paese nei prossimi anni e, per troppo tempo, non ha avuto lo spazio che meritava. Per decenni il dibattito pubblico è stato dominato dall’energia, mentre oggi il punto nevralgico è il binomio acqua-energia. Stiamo promuovendo quella che definiamo transizione idrica: modernizzare e digitalizzare le reti, introdurre tecnologie che spaziano dalla robotica all’intelligenza artificiale, adottare sistemi capaci di prevenire i guasti e programmare la manutenzione in modo predittivo. In questa direzione abbiamo accelerato molto nell’ultimo anno, testando soluzioni che dieci anni fa sarebbero sembrate futuristiche. Un passaggio emblematico sarà il nuovo Peschiera: il primo acquedotto europeo progettato integralmente con criteri di nuova generazione, un’infrastruttura pensata per durare e per dialogare costantemente con i sistemi digitali. Una grande opera idrica ma anche un laboratorio tecnologico che cambierà la gestione dell’acqua nel Lazio e farà scuola nel continente.

La transizione energetica è ormai terreno di competitività e innovazione. In che modo Acea sta interpretando questa sfida sul piano industriale e tecnologico?
Prima di tutto facendo emergere un fatto spesso trascurato: la rete idrica italiana è in molti tratti vicina a novant’anni di vita utile. Storicamente si è dato per scontato che l’acqua arrivasse ovunque, sempre. Oggi non è più così. Servono investimenti e serve continuità nelle politiche pubbliche. Il Pnrr con i suoi 4 miliardi è stato un inizio importante, così come la nomina del commissario straordinario. Ma è soltanto il primo passo di un percorso che deve diventare strutturale, perché senza una rete efficiente la transizione energetica non può dirsi completa. La modernizzazione dell’infrastruttura idrica è una leva di sviluppo nazionale e può diventarlo anche in chiave internazionale. Altri Paesi europei vivono contesti simili al nostro: questo significa che l’Italia può costruire filiere industriali esportabili, tecnologie che generino valore, competenze che diventano un vantaggio competitivo. L’acqua, da tema tecnico, deve diventare un capitolo centrale dell’economia. E Acea vuole essere uno dei protagonisti di questa trasformazione.

FABRIZIO PALERMO - AMMINISTRATORE DELEGATO e DIRETTORE GENERALE DI ACEA

Fabrizio Palermo, vanta una carriera iniziata all’estero sui mercati finanziari, poi centrata sulla ristrutturazione e rilancio di grandi gruppi, pubblici e privati quotati.
È Amministratore Delegato e Direttore Generale di Acea. Già CEO di Cassa Depositi e Prestiti e ancor prima CFO. Ha lavorato in Fincantieri come CFO e Vicedirettore Generale, dopo Morgan Stanley e McKinsey.
Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, è membro di vari CdA e Advisory Board, tra cui il Consiglio di Amministrazione di Generali, il Consiglio Generale di Confindustria e di Unindustria Lazio, il Consiglio Consultivo dell’Academy Università Campus Biomedico.
Svolge attività accademica presso la LUISS. Dal 2024 rappresenta il Gruppo Acea al World Economic Forum di Davos.