Nell’intervista Giampaolo Rossi parla della missione della Rai nell’ecosistema mediatico in trasformazione, del rapporto tra tradizione e futuro, delle nuove sfide tecnologiche, dello sviluppo di RaiPlay, dell’investimento sui giovani linguaggi e dell’importanza industriale e culturale del Servizio Pubblico. Racconta come la Rai stia diventando una digital media company e perché, nonostante la concorrenza globale, il Servizio Pubblico resti perno identitario e produttivo per l'Italia.
Giampaolo Rossi: “Il servizio pubblico deve restare il cuore dell’immaginario nazionale”
Dottor Rossi, alla guida della Rai ha dovuto coniugare tradizione e futuro. Quale ritiene sia oggi la vera sfida del Servizio Pubblico?
La sfida principale è continuare a essere davvero Servizio Pubblico in un periodo di trasformazioni tecnologiche profonde, in cui i modelli industriali e le modalità di fruizione cambiano con una rapidità che non ha precedenti. Siamo dentro una rivoluzione in cui nuovi attori globali competono sul terreno dell’immaginario, e per questo la Rai deve presidiare il suo ruolo, rinnovarlo, senza snaturarlo.
La Rai resta il centro della filiera audiovisiva italiana, un hub industriale che genera lavoro, competenze, creatività. Siamo oggi tra i maggiori broadcaster europei: nonostante le risorse pubbliche più basse in Europa, abbiamo la più ampia produzione. Il nostro compito è creare coesione sociale, custodire e rilanciare l’identità nazionale, offrire un’informazione pluralista e una narrazione capace di parlare a tutta la Nazione, non solo a una parte.
E poi c’è un aspetto strategico che spesso si sottovaluta: senza la Rai, primo motore culturale del Paese, interi segmenti della produzione audiovisiva non esisterebbero. Cinema, Fiction, documentari, racconto del reale: tutti trovano qui un terreno fertile per vivere e crescere. La Rai continua a essere trainante per l’economia della cultura, e questo per me è un punto irrinunciabile.
Il suo mandato ha posto attenzione ai giovani e ai nuovi linguaggi. Quali risultati concreti l’hanno resa più orgogliosa?
Siamo nel pieno di un piano industriale che sta ridisegnando il volto della Rai. Il progetto è chiaro: trasformare l’azienda in una digital media company, capace di abitare i territori della contemporaneità e di dialogare con un pubblico che cambia modo di informarsi, divertirsi, apprendere.
RaiPlay è l’esempio più evidente di questa evoluzione. Oggi è considerata una case history internazionale: tra le piattaforme del Servizio Pubblico europeo è tra le più studiate e replicate. Pochi sanno che il patrimonio di titoli disponibili su RaiPlay è il doppio di quello della BBC, e questo dà la misura della ricchezza che custodiamo e mettiamo a disposizione del Paese. L’on demand non è un semplice archivio: è memoria culturale viva, rimessa ogni giorno in circolo.
Il risultato che più mi rende orgoglioso è vedere i giovani tornare a incrociare i contenuti Rai, non necessariamente sul televisore di casa, ma attraverso smartphone, tablet, social, streaming. Stiamo producendo format pensati per loro, sperimentando linguaggi nuovi senza perdere autorevolezza. Il Servizio Pubblico deve parlare anche a chi non guarda più la tv come l’abbiamo conosciuta: la sfida è qui, e noi la stiamo affrontando con coraggio.
Il futuro passa dalla capacità di innovare, ma anche dalla responsabilità di non disperdere un patrimonio di storia, competenza e credibilità. Ed è quello che stiamo facendo, giorno dopo giorno, con una visione chiara: una Rai moderna, inclusiva, competitiva e profondamente radicata nella vita del Nazione.
GIAMPAOLO ROSSI - AD DI RAI
Giampaolo Rossi, di formazione storico-umanistica, ha maturato una lunga esperienza nell’industria dei media, con particolare attenzione all’innovazione, ai nuovi linguaggi e alla transmedialità. Già Presidente di RAINET e consulente strategico in ambito comunicazione e tecnologia, è stato editorialista e autore di pubblicazioni nel settore. Ha ricoperto incarichi di rilievo in diverse realtà e istituzioni, tra cui il Consiglio di Amministrazione della RAI, di Rai Pubblicità e dell’Istituzione Biblioteche di Roma. È stato anche Vicepresidente di Confindustria RadioTv.
Ha svolto attività accademica e di formazione in ambito media e comunicazione, ed è stato Direttore Generale Corporate della RAI.
Dal mese di ottobre 2024 è Amministratore Delegato della RAI.