Osservatorio Conti pubblici italiani: "Il Deficit pubblico nel 2021 sfiorerà il 160% del PIL"

- di: Giuseppe Castellini
 
La seconda e la terza ondata di Covid-19 hanno peggiorato le prospettive per l’economia italiana e per i conti pubblici nel 2021. La crescita del Pil potrebbe fermarsi al 3,5% e il deficit raggiungere il 10,2% del Pil (175 miliardi), sia a causa dei nuovi ristori (DL Sostegni), sia della ripresa rallentata. Di conseguenza, il debito pubblico sfiorerebbe il 160% del Pil a fine 2021. Fortunatamente, anche quest’anno le istituzioni europee coprirebbero interamente il deficit e assorbirebbero quasi metà del fabbisogno lordo di finanziamento, principalmente grazie agli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce. A quanto emerge dal report dell’Osservatorio Conti pubblici italiani diretto da Carlo Cottarelli (nella foto), in un report a cura dello stesso Cottarelli e di Guido Gottardo.

Il report rileva che l’inasprimento della crisi e delle chiusure ha avuto un impatto negativo anche sui conti pubblici e, anche se nel 2020 il deficit è stato sotto le aspettative (157 miliardi e 9,5% del Pil, contro previsioni tra il 10 e l’11%), le prospettive per il 2021 sono peggiorate. La Legge di Bilancio prevedeva infatti un deficit di 123 miliardi (7% del Pil). In seguito, a gennaio era stato approvato uno scostamento di bilancio di 32 miliardi, ora già completamente utilizzato dal DL Sostegni. A questo il Presidente Draghi ha annunciato che si aggiungerà un ulteriore scostamento, che potrebbe essere nell’ordine di 20 miliardi.

Quindi, si afferma nel report di Cottarelli e Gottardo, “il deficit nel 2021 sarebbe di 175 miliardi (123+32+20). Inoltre, il peggioramento della crescita dal 6% al 3,5% potrebbe aumentare ulteriormente il rapporto deficit-Pil a causa delle minori entrate conseguenti. D’altra parte, questo rapporto è stato più basso di circa 1 punto percentuale nel 2020, per maggiori entrate e/o per minori spese rispetto alle previsioni”. Alla luce di tutto ciò, il report ipotizza Ipotizziamo che il minor deficit del 2020 possa compensare la perdita di entrate dovuta al rallentamento in corso. Con un deficit a 175 miliardi, il rapporto deficit-Pil sarebbe del 10,2 percento nel 2021, in leggero aumento rispetto al 2020. Questo deficit sarebbe di circa 50 miliardi e 3,2 punti percentuali superiore rispetto alle previsioni della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2020 (Nadef 2020, pubblicata in settembre scorso)”.

Il rallentamento della crescita e l’aumento del deficit si rifletterebbero anche sul livello del debito pubblico. Questo a fine 2020 aveva raggiunto 2mila 569 miliardi, cioè il 155,6% del Pil, il livello maggiore dalla prima guerra mondiale, seppur leggermente inferiore alle previsioni. Le stime della Nadef 2020 indicavano che già nel 2021 la crescita del rapporto debito-Pil si sarebbe arrestata grazie alla ripresa. Il mix di minor crescita e maggior deficit si tradurrebbe invece in un aumento del debito a quasi 2mila 750 miliardi, che corrisponderebbero al 159,6% del Pil.
“La buona notizia è però che, come nel 2020 – rileva il report - anche nel 2021 il fabbisogno di risorse dello Stato italiano sarà coperto quasi per metà dalle istituzioni europee: su una stima di 539 miliardi tra titoli in scadenza (364 miliardi) e deficit (175 miliardi), le istituzioni europee coprirebbero circa 252 miliardi, circa il 47%”. Tra esse, la Banca centrale europea (Bce) farebbe ancora la parte del leone, acquistando approssimativamente 230 miliardi di titoli di Stato, di cui si può ipotizzare che oltre 70 miliardi saranno destinati al rinnovo di titoli in scadenza e 160 a nuovi acquisti.

Dall’Unione europea dovrebbero arrivare poi 11 miliardi di prestiti a tassi negativi corrispondenti alle ultime due erogazioni del programma SURE e altri 11 miliardi di prestiti del programma Ngeu (Recovery Fund), oltre ai 14 miliardi a fondo perduto che copriranno spese non incluse nel deficit. Inoltre, nel 2021 come nel 2020, la somma di nuovi acquisti della Bce (160 miliardi) e prestiti Sure e Ngeu (22 miliardi) coprirebbe l’intero deficit (175 miliardi).

“Grazie al sostegno delle istituzioni europee” - affermano Cottarelli e Gottardo - nel 2021 la quota di debito pubblico detenuta dai mercati finanziari dovrebbe diminuire dal 120,9 al 115,6% del Pil, contro il 112,0 di fine 2019. Di conseguenza, nonostante l’incremento complessivo del debito, l’esposizione dell’Italia verso i mercati finanziari si ridurrebbe, traducendosi, anche grazie alla politica monetaria espansiva, in un minor costo del debito. Di conseguenza, a fine 2021 il 27% circa del debito pubblico italiano sarebbe detenuto dalle istituzioni europee”.
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