L’Osservatorio Cpi: Covid e misure di sostegno al calcio, un confronto tra l’Italia e gli altri paesi

- di: Giuseppe Castellini
 
“La pandemia ha avuto un impatto rilevante sul calcio professionistico italiano, stimabile in circa 1,1 miliardi nelle ultime due stagioni. Il governo ha però adottato misure di supporto modeste: solo l'ultimo decreto Sostegni ha infatti previsto contributi diretti per le società professionistiche. Inoltre, le generiche misure rivolte alle imprese sono risultate poco rilevanti per i club, perché i ristori sono stati di importo limitato e i club hanno fatto un limitato ricorso alle garanzie statali sui prestiti”.
Così l’Osservatorio conti pubblici italiani (Osservatorio Cpi), diretto da Carlo Cottarelli, in un Rapporto dal titolo “Le misure di sostegno al calcio: un confronto tra l’Italia e gli altri paesi” firmato da Salvatore Liaci e Giorgio Musso.

Il Rapporto rileva che, rispetto all’Italia, nei principali paesi europei la strategia di supporto al calcio non è stata differente. I contributi a fondo perduto sono stati prevalentemente erogati ai club di leghe minori o dilettantistiche. I club maggiori, soprattutto in Spagna, hanno però fatto un maggior ricorso alle garanzie statali sui prestiti rispetto a quelli italiane. La Francia è il paese che ha adottato le misure più specifiche per il calcio professionistico, ma a fronte di un impatto del Covid più accentuato, dovuto alla fine anticipata della stagione 2019-2020.
Quanto alla situazione del calcio italiano, l’impatto del Covid è osservabile dal risultato economico aggregato dei club prima degli oneri finanziari e delle imposte (Ebit). Questo è risultato negativo per 0,7 miliardi di euro nella stagione 2019-2020 e per 1,4 miliardi nella 2020-2021, mentre nello scorso decennio è stato negativo di 0,3 miliardi in medi. La perdita dell’Ebit nelle stagioni 19-20 e 20-21 attribuibile al Covid è stimata in circa 1,1 miliardi di euro, principalmente per mancati ricavi da ingresso negli stadi (340 milioni) e minori ricavi da sponsor e attività commerciali (240 milioni).

“A fronte delle conseguenze economiche della pandemia, le misure di sostegno adottate dal Governo per il calcio professionistico sono state modeste”, rileva il Rapporto, evidenziando che l’unico intervento specifico è arrivato con il decreto ‘Sostegni Bis’ nel maggio del 2021, che ha previsto contributi a fondo perduto anche per le società professionistiche per coprire parte delle spese sanitarie (tamponi e sanificazione). L’accesso al contributo è stato però destinato alle sole società con un valore della produzione al 2020 inferiore a 100 milioni di euro, escludendo così circa metà dei club di Serie A. Di conseguenza, dei 35 milioni di euro stanziati dal decreto per il settore calcistico, soltanto 5 milioni sarebbero destinati alla Serie A.

In linea di massima, le società calcistiche potevano comunque ricorrere alle misure che il governo ha adottato per sostenere le imprese. Ad esempio, queste rientravano tra le beneficiarie dei contributi a fondo perduto previsti dai decreti Ristori. Tuttavia, i decreti stabilivano un tetto per singolo contributo di 150mila euro, cioè lo 0,2 per cento della mediana del valore della produzione della Serie A. Tali contributi possono essere stati quindi d’aiuto per le piccole società di calcio, ma poco rilevanti per i club delle serie maggiori.
“Uno strumento più adatto alle società professionistiche – afferma l’indagine - è invece la garanzia statale sui prestiti prevista dal programma ‘Garanzia Italia’ di Sace S.p.A”. Tuttavia, solo pochi club di Serie A hanno fatto ricorso ai prestiti garantiti (tra questi Genoa, Sampdoria, Udinese e Roma). Il motivo non è chiaro, ma è ipotizzabile che alcune società rientrino nella fattispecie di imprese in situazione di difficoltà antecedente alla pandemia, che sono escluse dei beneficiari delle garanzie.

Come detto, il Rapporto dell’Osservatorio Cpi le misure di sostegno per il calcio adottate all'estero non sono state diverse rispetto a quelle italiane. Anche nei principali paesi europei i contributi a fondo perduto sono stati destinati perlopiù a club piccoli e dilettanti, mentre non vi sono stati rilevanti ristori a quelli delle serie maggiori. In Inghilterra, ad esempio, il governo ha varato due misure: un piano di sovvenzioni e prestiti da 28 milioni di sterline per tutte le divisioni della National League (calcio semi-professionistico) e uno da 10 milioni di sterline solo per le ultime divisioni.

I club europei delle leghe maggiori sono invece ricorsi prevalentemente alle garanzie statali sui prestiti (o finanziamenti agevolati), anche in misura maggiore dei club italiani. In Spagna, le società dei primi due campionati hanno ottenuto garanzie per complessivi 350 milioni di euro, di cui l’80 per cento concentrato in soli tre club (Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid). Le maggiori garanzie ottenute dai club spagnoli rispetto a quelli italiani potrebbero dipendere dal fatto che la misura non esclude le società in difficoltà finanziaria prima del Covid (il Barcellona, ad esempio, pur avendo una situazione finanziaria precaria, ha ottenuto 92 milioni di garanzie sui prestiti). Nel Regno Unito, l’Arsenal e il Tottenham hanno fatto ricorso a finanziamenti a breve termine, rispettivamente di 120 e 175 milioni di sterline, erogati a condizioni favorevoli dalla Bank of England. Altri club non sono riusciti a ottenere la stessa linea di credito in quanto non presentavano un adeguato rating creditizio.

La Francia rappresenta un caso particolare perché il governo ha interrotto e non più ripreso la stagione 2019/2020. Ciò ha determinato un calo degli introiti televisivi maggiore che in altri paesi, che ha spinto il governo ad adottare maggiori misure destinate ai club professionistici. Nel maggio del 2020 il governo ha stanziato delle garanzie sui prestiti (fino al 25 per cento del fatturato dell’anno precedente) per i club di prima e seconda divisione. Nell’autunno del 2020, il governo ha poi stanziato 48 milioni di ristori per i club professionistici per compensare parte dei mancati ricavi dalla vendita dei biglietti (con un tetto di 5 milioni per singolo club). “Anche se un club avesse accesso al massimo contributo - afferma l’indagine - questo rimarrebbe comunque una percentuale molto ridotta del fatturato: la lega francese ha quindi richiesto nuovi e consistenti ristori al governo”.
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