Lula (foto) convoca i leader emergenti in videoconferenza: tra urgenze commerciali, riforme globali e clima, ecco il piano di resistenza intelligente.
Un vertice da manuale per rispondere al protezionismo Usa
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha prontamente convocato per oggi 8 settembre 2025 un vertice virtuale con i leader del gruppo Brics — tra cui Xi Jinping — per affrontare assieme la pioggia di dazi imposta dagli Stati Uniti.
L’iniziativa punta non solo a discutere le tariffe americane, ma anche a stringere un fronte comune in favore del multilateralismo nel commercio internazionale. È emerso un elemento politico non secondario: i Paesi partecipanti si trovano in fasi negoziali diverse con Washington, quindi si discute soltanto — non è prevista una dichiarazione finale congiunta.
Dazi in crescita e strategie di risposta
A luglio, l’amministrazione statunitense ha imposto dazi fino al 50% su alcuni partner, incluso il Brasile. Di conseguenza, Lula ha presentato una protesta formale presso il Wto ed ha evitato contatti diretti con la Casa Bianca.
Il ministro dell’Economia brasiliano, Fernando Haddad, ha evidenziato che la soluzione dipende “più dalla disponibilità degli Stati Uniti che dalla nostra”, denunciando richieste “costituzionalmente impossibili” da parte di Washington, ha dichiarato Haddad. Nel frattempo, Brasília spinge per diversificare i partner commerciali — con l’occhio su Ue e Mercosur — senza abbandonare il dialogo con le capitali europee.
Chi manca e perché: dinamiche diplomatiche sotto la lente
Non tutti i leader Brics partecipano al massimo livello. Il premier indiano Narendra Modi è rappresentato dal suo ministro degli Esteri, S. Jaishankar. Al vertice di luglio a Rio de Janeiro, inoltre, Xi Jinping era assente in presenza e Vladimir Putin intervenne solo in videocollegamento.
Agenda ampia: oltre ai dazi, riforme globali e clima
Il vertice mette sul tavolo quattro blocchi di lavoro:
- Riforma del Wto e iniziative contro le distorsioni commerciali.
- Rafforzamento delle istituzioni multilaterali, incluso il Consiglio di Sicurezza Onu.
- Proposte di pace su Ucraina e conflitto israelo-palestinese.
- Clima e Amazzonia: attenzione alla Cop 30 di novembre in Brasile e al Forever Tropical Forests Fund come leva di protezione delle foreste tropicali.
La prospettiva della Cop 30 a Belém rende questo passaggio un banco di prova per la capacità dei Brics di incidere su dossier climatici e finanziari globali.
Una risposta calibrata e ambiziosa
Lula sceglie la via pragmatica: niente documento congiunto che obblighi tutti a una stessa linea, ma una regia che prova a tenere insieme sensibilità e interessi differenti. I dazi Usa al 50% sono uno schiaffo, ma il Brasile risponde con una combinazione di azioni Wto, diversificazione dei mercati e mobilitazione del Sud globale tramite i Brics.
È un gioco di equilibrio tra principio e realpolitik: difendere regole e istituzioni mentre si costruiscono opzioni alternative per evitare che la pressione tariffaria si traduca in isolamento economico. La partita non finisce oggi, ma il segnale politico è lanciato.