Catastrofi naturali, Governo alle aziende: "Intanto cominciate ad assicurarvi..."

- di: Redazione
 
Dal primo gennaio prossimo le aziende (definizione in cui rientrano le attività produttive che ricadono fisicamente nel territorio nazionale) potranno tirare un sospiro di sollievo perché, in caso di catastrofi naturali (avete presente quelle che, nel corso di un anno e mezzo, hanno causato le alluvioni in Emilia-Romagna? ecco, è di questo che si parla) e dei conseguenti danni, saranno coperti da una assicurazione contro eventi del genere.
Ecco, questa è la soluzione che il governo ha trovato per risolvere il problema del degrado del territorio che è causa principale degli eventi naturali emergenziali. Quindi, non si affronta la causa, ma le conseguenze. Che può anche essere un indicatore di prudenza e pragmatismo, ma che lascia perplessi perché sembra non considerare due fattori che sono fondamentali.

Catastrofi naturali, Governo alle aziende: "Intanto cominciate ad assicurarvi..."

Il primo, già enunciato, è che dovere di uno Stato è quello di intervenire o cercare di farlo prima che gli eventi climatici straordinari divengano catastrofi, con misure mirate. Quali, ma è un esempio tra i tanti che potremmo fare, cominciando a perseguire, sempre che la prescrizione lo permetta, penalmente gli amministratori pubblici che, per convenienza, hanno consentito la cementificazione di aree vicine ai corsi d'acqua, per definizione potenzialmente a rischio. Amministratori che hanno girato lo sguardo altrove mentre nascevano case, casette, abitazioni sino a quartieri laddove la natura può diventare, se violentata, una macchina di distruzione e morte.

Il secondo, meramente economico, è che si impone alle aziende di farsi carico di una assicurazione che garantisce il ''dopo'', ammettendo quindi che per il ''prima'' non c'è tempo e risorse. È una nuova tassa, magari mascherata dietro una diversa definizione, che attiverà un processo ''a cascata''. perché qualcuno alla fine dovrà pagare, con il sospetto che possano essere i fruitori finali del lavoro delle aziende, ovvero noi tutti.
Il termine temporale - l'inizio dell'anno prossimo - è purtroppo secondario davanti alla constatazione che il peso del potenziale pericolo viene ribaltato sulle spalle del sistema produttivo, obbligando - mica consigliando - le imprese ai stipulare polizze assicurative per danni derivanti da eventi catastrofici. Leggendo il puntuale comunicato del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, apprendiamo che l'obbligo assicurativo ''interesserà tutte le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, relativamente ai danni causati da calamità naturali ed eventi catastrofali a terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali, iscritti a bilancio''.

Poco importa alla gente che, nel relativo decreto, si impone alle assicurazioni ''un anticipo del 30% del danno per i sinistri legati a eventi catastrofali: una disposizione volta a garantire maggiore certezza nella liquidazione dei danni alle imprese assicurate, permettendo loro di accedere immediatamente a risorse fondamentali per una rapida ripresa delle attività''.
Quello che importa è capire che, invertendo l'assunto del celeberrimo ''prevenire è sempre meglio che curare'' del medico Bernardino Ramazzini, vissuto a cavallo tra '600 e '700, il governo mette le mani avanti, dicendo che, all'insegna del ''non si sa mai'', le aziende intanto si assicurino. A fare sì che quanto accaduto appena pochi giorni fa in Emilia-Romagna non accada più, con un'opera di prevenzione, si pensiamo a tempo debito.

E certamente fa riflettere il modo in cui il ministro Adolfo Urso celebra la decisione del governo, dicendo che il decreto ''segna un passo importante verso la messa in sicurezza del nostro sistema produttivo'', non parlando invece della messa in sicurezza del territorio che, lo diciamo sommessamente, riguarda soprattutto la gente, per il quale qualcuno, immediatamente silenziato, aveva proposto l'obbligo di assicurarsi. ''In un contesto caratterizzato da eventi catastrofali sempre più frequenti, l’introduzione dell’obbligo di assicurazione consentirà alle nostre imprese di tutelare al meglio sia la produzione che l’occupazione'', ha detto Urso, senza però fare cenno sui costi che graveranno sulle aziende.
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