FOTO: Alvar Aalto nel patio della Casa sperimentale a Muuratsalo, Finlandia, 1952-1954 | Foto: © Heikki Havas | Courtesy The Alvar Aalto Foundation
A Roma l’architettura “umana” di Alvar Aalto
“La vera architettura esiste solo quando pone al centro l’essere umano”.
Per l’architetto finlandese Alvar Aalto questa affermazione rappresentò il punto di partenza per l’ideazione di un concetto completamente nuovo e rivoluzionario di architettura, destinato a lasciare un’impronta indelebile in Europa e nel mondo.
Il percorso intitolato AALTO – Aino Alvar Elissa. La dimensione umana del progetto, a cura di Space Caviar e al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo fino al 26 maggio, testimonia l’incrollabile impegno del celebre architetto nel porre l’esperienza umana al centro della propria visione.
Dai circoli operai ai municipi, dalle abitazioni unifamiliari ai complessi residenziali, dagli oggetti pensati per la vita quotidiana all’arredamento per bambini Aalto persegue l’idea di architettura accogliente e funzionale, pensata per le persone e in equilibrio con l’ambiente.
La mostra al MAXXI abbraccia cinque decenni di attività dello Studio Aalto, raccontati attraverso una selezione di undici progetti tra i più significativi, realizzati a partire dagli anni Venti fino all’inizio degli anni Ottanta, dalla la Casa sperimentale sull’isola di Muuratsalo, in Finlandia, alla Casa del popolo di Jyväskylä, primo edificio pubblico di rilievo progettato dallo studio, da Villa Mairea, a Noormarkku, uno degli edifici simbolo dell’architettura del Novecento con la sua iconica kidney pool, alla Chiesa e centro parrocchiale di Riola di Vergato, testimonianza del legame speciale, più volte ribadito, di Aalto con l’Italia.
I ritratti di Giovan Battista Moroni in mostra a Milano
Fino al 1° aprile le Gallerie d’Italia - Milano, museo di Intesa Sanpaolo, ospitano la mostra Moroni (1521 – 1580). Il ritratto del suo tempo a cura di Simone Facchinetti e Arturo Galansino.
L’esposizione, la prima dedicata alla carriera del pittore manierista, presenta oltre cento opere tra disegni, libri, medaglie, armature e dipinti provenienti da prestigiosi musei internazionali, dalla National Gallery di Londra alla National Gallery of Art di Washington.
Suddivisa in nove nuclei tematici, ciascuno dedicato ad un particolare aspetto della produzione artistica del pittore lombardo, il percorso si apre con un approfondimento su Moretto, il maestro di Moroni, per passare a Lorenzo Lotto che ha rappresentato per Moroni una continua fonte di ispirazione, come testimoniano i cosiddetti ritratti “in azione”.
Moroni è anche conosciuto per la sua ritrattistica che tende a restituire l’aspetto umano del personaggio ritratto, come dimostra il “Ritratto di un Podestà” capolavoro prestato alla mostra dall’Accademia Carrara di Bergamo.
Legati al nome dell’artista lombardo sono i ritratti al naturale che riproducono in maniera fedele, senza forme di idealizzazione, le persone immortalate nei quadri. Alla maniera dei fotografi dell’Ottocento, il pittore costruisce set di posa sempre uguali concentrando l’attenzione dell’osservatore sulla testa, lo sguardo, la posa delle mani e i dettagli della moda.
Da non perdere Il Sarto, proveniente dalla National Gallery di Londra, considerato il dipinto più iconico di Moroni.
Conegliano celebra Giorgio de Chirico
Fino al 25 febbraio la mostra Giorgio de Chirico. Metafisica continua, in corso a Conegliano a Palazzo Sarcinelli, porta per la prima volta nella città veneta una settantina di capolavori del maestro italiano, in prestito dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
L’esposizione, a cura di Victoria Noel-Johnson, e organizzata da ARTIKA, anticipa le celebrazioni del centenario del Surrealismo (1924-2024), movimento del quale de Chirico fu eletto precursore dal fondatore André Breton. Tra i principali soggetti dell’artista esposti in mostra, i Manichini senza volto e i Trovatori, le Piazze d’Italia e le Torri, gli “Interni ferraresi”, i Trofei, i Gladiatori, gli Archeologi, i Soli accesi e spenti e i Bagnanti misteriosi (serie Mythologie del 1934).
Un ampio focus è dedicato alla stagione neometafisica della quale la Fondazione de Chirico possiede la più importante e completa collezione al mondo.
Giotto e Fontana dialogano a Nuoro
Un dialogo tra passato e presente nel segno dell’oro prende vita nelle sale del MAN di Nuoro.
Fino al 3 marzo una mostra indaga il nesso che, a distanza di secoli, collega la ricerca spaziale di Lucio Fontana con il valore dello spazio nelle composizione di Giotto, accanto alla presenza fortemente simbolica del colore oro nella sua resa dell’infinito e dell’ altrove.
Giotto buca lo spazio sacro e dorato, bidimensionale e trascendente, della tradizione pittorica bizantina e medievale occidentale, alla ricerca di una terza dimensione, profonda e reale. Il fondo oro diventa cielo vero illuminato dalla luce della luna e delle stelle nella notte buia. È Giotto a introdurre l’idea del trompe-l’oil, della pittura capace di trasformare lo spazio e creare ambienti illusionistici.
Con Lucio Fontana lo spazio nuovo e illusorio dell’artista di Vicchio si trasforma in uno spazio realmente tridimensionale.
La mostra al MAN mette a confronto una preziosa tavola di Giotto – i Due apostoli della Fondazione Giorgio Cini di Venezia – e un Concetto spaziale di Fontana del MART di Rovereto – attingendo, oltre che alle speculazioni di Florenskij, a una lunga letteratura concentrata su corsi e ricorsi dell’ossessione della pittura per la rappresentazione dell’assoluto, affrontata da grandi studiosi come Georges Bataille, Lionello Venturi, Jean-Paul Sartre.