Dalla fotografia alla pop art, le mostre del weekend

- di: Samantha De Martin
 

FOTO: Luigi Spina. Interno pompeiano, Allestimento

A Roma gli scatti di Luigi Spina

L’obiettivo di Luigi Spina si addentra in oltre 120 domus di Pompei riaccendendo la vita durante

la chiusura al pubblico del Parco Archeologico, allora diretto dal Professor Massimo Osanna.

Erano i giorni della pandemia e il fotografo napoletano ha avuto il privilegio di “abitare” la città antica e “vivere” nelle sue case, potendo in questo modo seguire il modellarsi della luce naturale nell’arco delle giornate, e cogliere le sfumature nei molteplici ambienti dei suoi scatti.

Nasce da questa indagine e dalle visite condotte in piena solitudine la mostra Interno Pompeiano, in corso fino al 16 giugno a Castel Sant’Angelo, a Roma, realizzata dalla Direzione Musei statali di Roma - guidata dal Direttore generale Massimo Osanna - in collaborazione con la Direzione generale Musei e il Parco Archeologico di Pompei.

La mostra si sviluppa partendo dal corpus di oltre 1450 scatti che ha dato vita al progetto editoriale Interno Pompeiano di 5 Continents Editions, un libro di quasi 300 fotografie a colori in grande formato, con saggi dello stesso Spina, di Massimo Osanna, Gabriel Zuchtriegel, Carlo Rescigno e Giuseppe Scarpati.

Un allestimento raffinato e d’impatto abbraccia 60 fotografie a colori di grande formato, stampate su carta fine art e realizzate con una fotocamera Hasselblad H6D-100c con le ottiche, senza l’ausilio di alcuna luce artificiale. Soffermandosi su colonne intonacate, scorci inconsueti e prospettive che includono il paesaggio circostante, Spina consegna ai visitatori una Pompei deserta e silenziosa.

Reggio Emilia capitale della fotografia

La natura nasconde talvolta la sua essenza ai nostri sensi, ma rivela la sua potenza in modi ora delicati, ora distruttivi, in un processo continuo simile a un’oscillazione tra l’essere e il divenire. L’essere umano ricerca l’essenza delle cose che lo circondano nel tentativo di scoprirne la natura e contemporaneamente capire se stesso.

Tutti gli esseri viventi sono collegati tra loro in un "corpo globale", i cui confini si dissolvono o si compenetrano.

A queste interconnessioni, al senso del doppio o della interdipendenza come parte essenziale della vita sulla terra, alle azioni positive o di trasformazione che gli esseri umani possono intraprendere guarda quest’anno Fotografia Europea 2024, il festival internazionale di Reggio Emilia, che in 18 edizioni, ha esposto alcuni tra i più grandi maestri della fotografia e scoperto nuovi talenti.

La natura ama nascondersi è il titolo scelto dalla direzione artistica del Festival composta da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart per la XIX edizione di Fotografia Europea in corso a Reggio Emilia fino al 9 giugno.

Chagall si racconta a Conversano

In corso fino al 27 ottobre a Conversano (Bari), la mostra Chagall. Sogno d’amore accoglie oltre cento capolavori, tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni, un nucleo di opere rare e straordinarie dell’artista, certificate e autorizzate dalla Fondation Chagall, provenienti da collezioni private. Il pubblico potrà ripercorrere la traiettoria artistica del maestro, dal 1925 fino alla morte.

L’amore per la religione, per la patria, per la moglie, per il mondo delle favole, per l’arte diventa così il fil rouge di un itinerario dal forte impatto emotivo che racconta un universo intriso di stupore e meraviglia, tra ricordi d’infanzia, fiabe, poesia, religione ed esodo.

A Venezia un focus su Robert Indiana

Allestita a Venezia presso lo storico complesso delle Procuratie Vecchie, recentemente restaurato dall’architetto David Chipperfield, la mostra Robert Indiana: The Sweet Mystery, evento collaterale ufficiale della Biennale d’Arte, offre una prospettiva illuminante sull’opera dell’artista pop statunitense.

Incentrati sui temi fondamentali della spiritualità, dell’identità e della condizione umana, i lavori in mostra ripercorrono sessant’anni di carriera di Indiana abbracciando anche le opere giovanili, alcune delle quali esposte raramente.

Tra i protagonisti dell’arte americana, celebre per la serie iconica LOVE e leader influente del Pop, Robert Indiana si è distinto per aver affrontato questioni sociali e politiche, inserendo nelle sue opere profondi riferimenti storici, letterari e biografici. Il titolo della mostra, The Sweet Mystery, trae ispirazione da uno dei primi dipinti in cui Indiana ha inserito le parole, una pratica che caratterizzerà la sua carriera.

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