Monaco: l'ombra della guerra tra 'palazzinari' si allunga sulla reggia del principe Alberto

- di: Redazione
 
Mettendo da parte ogni indugio, visto l'ambiente sul quale indaga, la giustizia monegasca ha impresso una velocizzazione alle indagini sulle attività economiche nel Principato e, anche se non coinvolto direttamente nell'inchiesta, Alberto potrebbe subirne le conseguenze.
Come riferisce oggi la stampa francese, dalla metà di luglio la giustizia del Principato, a seguito di una serie di perquisizioni, dispone dei fascicoli di un commercialista di 67 anni, Claude Palmero, che a Montecarlo definiscono figura tanto influente quanto discreta.

Monaco: l'ombra della guerra tra 'palazzinari' si allunga sulla reggia del principe Alberto

Dal novembre 2001 al giugno 2023 ha infatti ricoperto il delicato incarico di amministratore dei beni del Principe di Monaco (Ranieri III, fino alla sua morte nel 2005, e quindi Alberto II da allora) e, come tale, detentore di tutti i segreti del Principato, dai conti personali del principe agli investimenti del governo.
Come si dice nel principato, Palmero (cui sono stati perquisiti uffici ed abitazioni) ora fa tremare il Palazzo, dopo che i suoi archivi, così come il contenuto del suo cellulare, sono nelle mani di tre giudici istruttori monegaschi. Il sequestro del materiale, oltre che nel corso delle perquisizioni, è anche frutto di rogatorie internazionali (come quelle che hanno riguardato siti a Nizza e Parigi).

Sempre secondo i media francesi, oltre a Palmero, le indagini coinvolgono anche tre personalità considerate un tempo vicine al principe: Thierry Lacoste, avvocato e amico d'infanzia di Alberto II; Didier Linotte, presidente della Corte Suprema monegasca, e Laurent Anselmi, già capo di gabinetto del principe, destituito a giugno.
I quattro - Palmero, Lacoste, Linotte e Anselmi - sono da tempo nel mirino di uno sito anonimo, ''Dossier du Roche'', che pubblica documenti riservati che riguardano l'entourage del principe monegasco.
Per molti, dietro la pubblicazione dei dossier riservati ci sarebbe un miliardario, Patrice Pastor, magnate del settore immobiliare. E sarebbero gli interessi del settore immobiliare, come raccontato un anno fa da Le Monde, sullo sfondo di una lotta di potere.

Il quotidiano spiegò il cuore della storia così: ''Ecco dunque il microstato, teatro di una sorta di guerra di trincea, con il principe al centro, una bandiera bianca in una mano, una sciabola nell'altra. Perché tutti intorno a lui, fino allo stesso Alberto II, sono convinti che questa campagna di destabilizzazione digitale, il cui costo è stimato dagli specialisti in diversi milioni di euro, sia stata messa in piedi da Patrice Pastor in persona, con l'aiuto di occasionali complici''.
La spiegazione, si chiese Le Monde? Il fatto che il gruppo di Pastor ''secondo i suoi avversari, si sarebbe infuriato nel vedersi passare sotto il naso tanti progetti immobiliari a favore dei suoi due rivali, gli intraprendenti – ma più modesti – gruppi Caroli e Marzocco''.
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