Il mercato del lavoro accelera ma si polarizza: l’Inps fotografa un 2024 in chiaroscuro

La fotografia scattata dall’Osservatorio Inps conferma che il 2024 è stato un anno di espansione per l’occupazione privata, con un aumento complessivo del 2%. Una dinamica positiva che rispecchia la resilienza del sistema produttivo, sostenuto dal turismo, da una manifattura in recupero discontinuo e da un settore dei servizi che continua ad assorbire gran parte della nuova forza lavoro. Tuttavia, sotto il dato aggregato emergono linee di faglia che restano aperte: forme contrattuali più fragili che crescono, segmenti più strutturati che rallentano e un quadro retributivo che migliora solo in parte e non per tutte le fasce dei lavoratori.

Il mercato del lavoro accelera ma si polarizza: l’Inps fotografa un 2024 in chiaroscuro

Il dato più evidente riguarda l’aumento del lavoro intermittente, che raggiunge 758.699 persone, in crescita del 4,9% su base annua. È una dinamica che segnala esigenze produttive disomogenee, tipiche dei comparti che vivono di stagionalità – dal turismo agli eventi, dalla logistica ai servizi di supporto – e che faticano a stabilizzare i rapporti di lavoro. Il fenomeno non è nuovo, ma la sua accelerazione indica che molte aziende preferiscono modelli flessibili per assorbire picchi di attività e incertezze nella domanda. L’espansione di questa platea, dunque, va letta come un sintomo della continua variabilità nei settori a bassa programmabilità e come una risposta alla volatilità dei consumi.

Retribuzioni in lieve recupero
Sul fronte delle retribuzioni, il 2024 mostra un quadro più composto. Le progressioni salariali sono contenute ma diffuse, con segnali più robusti soprattutto nelle fasce d’età mature. È un andamento atteso in un contesto dove l’anzianità professionale continua a correlarsi a una maggiore solidità contrattuale e a percorsi retributivi più lineari. Rimane invece meno dinamico il segmento giovanile, dove la crescita salariale resta limitata dalla diffusione di contratti discontinui e da un turnover elevato, fattori che comprimono la capacità di accumulare competenze riconosciute in busta paga.

La flessione nella somministrazione
Accanto alle forme più intermittenti, il settore della somministrazione – tradizionalmente uno dei pilastri della flessibilità regolata – mostra una lieve contrazione: 915 mila lavoratori coinvolti, in diminuzione del 2,5% rispetto al 2023. Si tratta di una tendenza che riflette il rallentamento di alcuni comparti industriali e il progressivo ridimensionamento dell’uso di questo canale da parte delle imprese più strutturate, che nel 2024 hanno puntato maggiormente su stabilizzazioni mirate e su contratti diretti per trattenere profili tecnici e specializzati. Nonostante la flessione, il settore resta una componente importante del mercato del lavoro e mantiene un livello retributivo medio di 10.578 euro, con differenze significative legate a età e genere.

Un equilibrio ancora da trovare
La polarizzazione che emerge dal rapporto Inps racconta un mercato in transizione. Da un lato, la crescita complessiva mostra che la macchina produttiva regge nonostante l’incertezza geopolitica e il calo dei consumi reali. Dall’altro, l’aumento delle forme più discontinue suggerisce che molte imprese non percepiscono ancora un orizzonte stabile sufficiente per ampliare strutturalmente gli organici.

La sfida dei prossimi mesi sarà verificare se le traiettorie del 2024 possano trasformarsi in un consolidamento nel 2025, soprattutto in presenza di un’inflazione più moderata e di un mercato del credito che potrebbe tornare a condizioni più favorevoli. L’andamento dell’occupazione dipenderà dalla capacità delle aziende di trasformare la domanda intermittente in domanda stabile e dall’evoluzione delle politiche attive, che restano decisive per affrontare il nodo delle competenze.