In vista del vertice di Bruxelles, Meloni ''aggiorna'' il programma di governo

- di: Redazione
 

''Non possiamo sfuggire all'occasione storica che questa nuova legislatura europea ci offre: scegliere finalmente e con coraggio che cosa vogliamo essere, dove vogliamo andare''. E’ quasi un aggiornamento del programma di governo l’ampio intervento svolto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, davanti all’assemblea del Senato, in vista del prossimo Consiglio europeo. Meloni ha toccato molti temi sia internazionali che interni, come di consueto con vis polemica dedicata a riaffermare la linearità delle politiche di palazzo Chigi. Vediamone una sintesi.

Europa

''L'Europa di domani non può essere uguale a quella di ieri e di oggi; deve cambiare, ripensare completamente le sue priorità, il suo approccio, la sua postura; riscoprire cioè il suo ruolo nella storia, particolarmente in questo tempo storico così complesso. La domanda che dobbiamo porci è quale futuro intendiamo costruire per l'Europa''. ''Il rapporto Draghi sulla competitività europea ha fotografato con chiarezza i numeri e le ragioni della nostra perdita di ruolo negli ultimi decenni”; entrambi i rapporti ”ammettono, in sostanza, che il mondo nel quale troppo a lungo ci siamo crogiolati è finito e che dunque non possiamo sfuggire all'occasione storica che questa nuova legislatura europea ci offre: scegliere finalmente e con coraggio che cosa vogliamo essere, dove vogliamo andare. Possiamo scegliere di continuare ad essere ciò che siamo stati finora, ovvero un gigante burocratico che appesantisce cittadini e imprese con una selva di regole, molte delle quali senza senso e autolesioniste, oppure possiamo invertire radicalmente questa tendenza, concentrandoci sulla visione e sugli strumenti necessari a realizzare quella visione''.

Fitto commissario europeo

''Ci sono momenti in cui l'interesse nazionale deve prevalere su quello di parte e mi auguro sinceramente che questo momento sia uno di quelli, senza distinguo e senza tentennamenti''. ''Di fronte all'affermazione dell'interesse nazionale abbiamo il dovere di essere uniti. È quello che noi abbiamo fatto nella scorsa legislatura all'atto della nomina di Paolo Gentiloni”.

Nuovi strumenti di debito comune

"Non posso che essere d'accordo con Mario Draghi quando scrive, nel suo rapporto, che gli ambiziosi obiettivi ambientali che ci siamo posti devono essere accompagnati da maggiori risorse pubbliche e private, da investimenti adeguati e da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti la transizione energetica ed ambientale andrà a scapito della competitività e della crescita''. Questo,"vuol dire aprire il dibattito soprattutto sugli strumenti finanziari necessari a sostenere questo percorso. Un dibattito nel quale dovremo essere pronti a verificare la possibilità di nuovi strumenti di debito comune, così come a lavorare per riuscire finalmente a mobilitare adeguatamente il capitale privato''.

Green Deal europeo

''L'approccio ideologico che ha accompagnato la nascita e ha sostenuto finora lo sviluppo del Green Deal europeo ha creato effetti disastrosi''. ''Non è vero che per difendere l'ambiente e la natura l'unica strada percorribile sia quella tracciata da una minoranza palesemente ideologizzata. Anche i più convinti e integralisti sostenitori di questo approccio si sono resi conto che non ha alcun senso distruggere migliaia di posti di lavoro, smantellare interi segmenti industriali che producono ricchezza e occupazione e condannarsi a nuove dipendenze strategiche per perseguire obiettivi impossibili da raggiungere''. ''Inseguire la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è semplicemente un suicidio. Non c'è nulla di verde in un deserto e nessuna transizione verde alla quale guardiamo con favore è possibile in un’economia in ginocchio. L'addio al motore endotermico entro il 2035, cioè in poco più di un decennio, è uno degli esempi più evidenti di questo approccio sbagliato. Si è scelta la conversione forzata a una sola tecnologia, l'elettrico, di cui però noi non deteniamo le materie prime, non controlliamo le catene del valore, che ha una domanda relativamente bassa e prezzi proibitivi per gran parte dei nostri concittadini.  Insomma, una follia''.

Ucraina

''Non ci rassegniamo, come pure in molti suggeriscono, all'idea di abbandonare l'Ucraina, all'idea che di fronte alla violazione del diritto internazionale dovremmo chiudere un occhio, banalmente perché sappiamo che quando saltano le regole le crisi si moltiplicano e tutti ne paghiamo le conseguenze. Così l'invasione dell'Ucraina sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nei quali si consuma, contribuendo ad accendere nuovi focolai di crisi o a far detonare quelli mai spenti''.

Medio Oriente  

''Voglio condividere con voi la preoccupazione per l'escalation in corso in Libano, perché sono sinceramente preoccupata da come sta evolvendo lo scenario, nonostante gli sforzi innumerevoli nostri e dei nostri alleati. In questi giorni, per la prima volta in un anno di azioni militari israeliane, le postazioni del contingente militare italiano inquadrato nella missione UNIFIL delle Nazioni Unite sono state colpite dall'esercito israeliano. Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti, penso che non lo si possa considerare accettabile. L'Italia è quotidianamente impegnata per un cessate il fuoco immediato a Gaza, per il rilascio degli ostaggi israeliani, per la stabilizzazione del confine israelo-libanese attraverso la piena applicazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Confermiamo il nostro sostegno a tutti gli sforzi di mediazione portati avanti, in particolare a quello degli Stati Uniti, e il nostro impegno per lavorare a una soluzione politica duratura, basata sulla prospettiva dei due Stati, in cui Israele e Palestina coesistano fianco a fianco in pace, con sicurezza per entrambi''.

Immigrazione illegale

''Sono orgogliosa che l'Italia sia diventata, da questo punto di vista, un modello da seguire. Ho accolto con grande soddisfazione l'attenzione che in questi mesi e in queste settimane diversi esponenti di Governi europei ed extraeuropei di diverso colore politico (Francia, Germania, Svezia, Regno Unito, solo per citarne alcuni) hanno riservato alle nostre politiche, a riprova del pragmatismo e dell'efficacia che hanno segnato la nostra azione in materia di contrasto all'immigrazione illegale”. Considero vergognoso che l'organizzazione non governativa Sea Watch definisca le guardie costiere i veri trafficanti di uomini, volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del Nordafrica e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa ONG descrive invece come innocenti che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune organizzazioni non governative e sulle responsabilità di chi le finanzia''.

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