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Mediobanca rilancia: “L’Ops di Mps è un boomerang per l’Italia”

- di: Vittorio Massi
 
Mediobanca rilancia: “L’Ops di Mps è un boomerang per l’Italia”
Nagel (foto) accelera sull’offerta per Banca Generali e punta a battere Siena. L’assemblea anticipata al 21 agosto per mettere i soci davanti al bivio. Secondo Piazzetta Cuccia, l’operazione Mps minaccia l’equilibrio del sistema. Nel mirino anche il controllo del Leone triestino e del risparmio nazionale.

Mediobanca gioca d’anticipo: “Difendiamo un progetto industriale”

“Non è una manovra difensiva. È un’offensiva per il futuro del gruppo.” Così Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, ha definito l’accelerazione sul progetto di acquisizione di Banca Generali, annunciata insieme ai conti record del 31 luglio 2025.

La banca di Piazzetta Cuccia ha convocato i soci per il 21 agosto, anticipando di oltre un mese l’assemblea originariamente prevista per settembre. Il motivo è chiaro: se arriverà in tempo il via libera della Bce (atteso per il 18 agosto), l’offerta potrà essere lanciata prima della chiusura dell’Ops di Mps, fissata all’8 settembre.

Un’operazione che Mediobanca descrive come “strategica, industriale e coerente con il piano” e che, nelle intenzioni, dovrebbe blindare l’indipendenza del gruppo e neutralizzare l’avanzata di Monte dei Paschi.

Il messaggio di Mediobanca: “Non siamo in vendita, rilanciamo”

Secondo fonti interne al vertice, Mediobanca considera dannosa l’offerta lanciata da Siena. “Non è solo ostile: è destabilizzante per il sistema finanziario italiano”, è la lettura filtrata da ambienti vicini alla banca.

L’operazione su Banca Generali — da 6,3 miliardi, interamente in azioni Generali — è descritta come “il cuore del progetto di leadership nel wealth management”, settore in cui Mediobanca punta a un ruolo guida a livello italiano ed europeo. Secondo Nagel, “il gruppo può raggiungere 5 miliardi di ricavi al 2028 con l’aggregazione, contro i 4,4 stimati stand-alone”.

Il fattore tempo: “Bruciamo Mps sul calendario”

La strategia di Piazzetta Cuccia si gioca sul cronometro. Se il consiglio di amministrazione di Generali non metterà veti nella riunione del 6 agosto, Mediobanca potrà ottenere l’autorizzazione Consob e far partire l’offerta prima che Mps chiuda la sua.

In questo modo, i soci saranno costretti a scegliere tra due opzioni ben distinte. Ed è proprio questo che Mediobanca vuole: “Trasparenza, informazione e confronto tra progetti”, ha detto Nagel.

Il banchiere ha inoltre chiarito che l’offerta sarà “legalmente vincolante”: se le condizioni si realizzeranno, “lo scambio tra le azioni Generali e quelle di Banca Generali dovrà avvenire indipendentemente dal fatto che Mediobanca sia ancora indipendente o nel gruppo Mps”.

Il fronte Generali: “Nessun passaggio al Tesoro”

Altra preoccupazione esplicitata da Piazzetta Cuccia riguarda la quota del 13% detenuta in Generali. Se l’Ops venisse approvata, e poi Mps prendesse il controllo di Mediobanca, il pacchetto Generali potrebbe finire a Trieste, e da lì potenzialmente sotto influenza pubblica.

Secondo fonti vicine alla banca, sarebbe “un esito inaccettabile” e contrario all’interesse del mercato. L’obiettivo invece, spiegano da Mediobanca, è rafforzare i rapporti distributivi con Generali su base industriale, anche estendendo la collaborazione commerciale.

I soci in movimento: “Fuori Mediolanum, equilibrio da rifare”

Il contesto assembleare resta fluido. L’uscita dal capitale di Mediobanca da parte di Mediolanum — comunicata ufficialmente il 31 luglio — è letta da Piazzetta Cuccia come “un segnale di disagio” rispetto alla pressione dell’offerta Mps.

L’amministratore delegato Massimo Doris ha dichiarato che la scelta è stata fatta “per non essere tirati per la giacchetta da una parte e dall’altra”. Ma per Mediobanca questo cambia la partita: “I numeri in assemblea oggi sono diversi da quelli di giugno. L’Ops può passare”.

“Serve chiarezza per non danneggiare il sistema”

Nel commentare l’effetto domino che potrebbe innescarsi, Mediobanca non ha usato mezzi termini: l’offerta di Mps rischia di generare “una concentrazione eccessiva, confusione strategica e interferenze pubbliche” nel cuore del sistema finanziario italiano.

La paura, spiegano, è che una fusione forzata possa bloccare l’operazione su Banca Generali, disintegrare il rapporto con Generali e lasciare il gruppo senza una guida chiara nel risparmio gestito.

La visione di Piazzetta Cuccia: “Il mercato decida, ma con le carte in mano”

“Vogliamo che i nostri soci e il mercato decidano sulla base di un progetto trasparente, industriale, autonomo.” Con queste parole, Nagel ha chiuso la presentazione dei conti 2024-2025, che si sono chiusi con risultati record.

Un utile netto di 1,3 miliardi, ricavi in crescita a 3,7 miliardi e una raccolta nella divisione wealth management oltre 11 miliardi: numeri che, secondo Mediobanca, dimostrano che il gruppo “non ha bisogno di essere salvato, ma di essere lasciato libero di crescere”.

Il messaggio finale: “Un’Ops sbagliata può distruggere più di quanto costruisca”

Il messaggio che Mediobanca ha voluto inviare è inequivocabile: l’offensiva di Mps è vista come un boomerang sistemico. “Non è un semplice confronto tra banche – ha spiegato una fonte interna – è una questione di tenuta del sistema. Se salta il baricentro tra credito, risparmio e assicurazioni, salta l’intero equilibrio italiano”.

Per questo Piazzetta Cuccia ha deciso di rilanciare. Non per difendersi. Ma per provare a vincere.

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