Mattarella a Papa Francesco: "Auguri al Santo Padre, punto fermo per tutti in un mondo inquieto"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
In un tempo scosso da guerre e tensioni globali, la figura di Papa Francesco continua a rappresentare un faro di speranza e responsabilità. Lo sa bene il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha voluto inviare al Pontefice un messaggio di auguri per il suo 88° compleanno, trasformando la ricorrenza in un’occasione per sottolineare il ruolo insostituibile che il Papa svolge nel panorama mondiale, non solo per i credenti ma per l’intera umanità.

Mattarella a Papa Francesco: "Auguri al Santo Padre"

“Mentre molteplici focolai di guerra, anche in aree prossime all'Italia, continuano a provocare lutti e a lacerare il tessuto sociale di intere comunità – scrive Mattarella nel suo messaggio – le Sue parole e i Suoi richiami costituiscono, per credenti e non credenti, un punto fermo cui guardare nei momenti di più profonda angoscia o di intima inquietudine.” Parole che non suonano retoriche, ma che riflettono la preoccupazione di chi osserva un mondo sempre più lacerato, dove la voce di Francesco, con la sua forza profetica, non smette di richiamare alla pace, alla giustizia sociale e al valore della fraternità.

Mattarella si rivolge al Pontefice con toni di profonda stima: “Le porgo con grande piacere e vivissima cordialità i più fervidi auguri di ogni benessere nella ricorrenza del Suo ottantottesimo compleanno. Nel farlo, mi rendo sicuro interprete dei sentimenti di affetto che il popolo italiano nutre nei confronti della Sua persona.”

Ma il Presidente della Repubblica non si ferma qui. La sua riflessione tocca temi chiave della predicazione di Papa Francesco, come il richiamo alla dignità umana, spesso schiacciata sotto il peso del potere economico. Mattarella cita direttamente la lettera enciclica Dilexit Nos, in cui Francesco denuncia che “il senso stesso della dignità umana non dipenda da cose che si ottengono con il potere del denaro”. Un monito che risuona con forza in un tempo in cui le disuguaglianze si acuiscono e i conflitti si moltiplicano.

Non manca, nel messaggio del Presidente, uno sguardo al futuro. Il Giubileo del 2025, ormai alle porte, rappresenta una nuova opportunità di speranza per il mondo intero. Mattarella lo sottolinea con forza: “Il Giubileo di cui è ormai prossimo l’inizio si aprirà nel segno de ‘La speranza non delude’, come riporta il titolo della Bolla con la quale Vostra Santità lo ha indetto. Possa questo richiamo alla concretezza della virtù della speranza indurre tutti – soprattutto coloro che rivestono ruoli di responsabilità nei diversi campi della vita politica, economica e sociale – a compiere scelte coraggiose per la giustizia e il bene comune.”

Dietro le parole del Capo dello Stato si scorge un messaggio chiaro: nel buio di questo tempo, serve una guida che sappia riportare al centro il senso più autentico della vita umana, fatta di solidarietà, libertà e rispetto reciproco. E Francesco, con la sua testimonianza e il suo coraggio, continua a incarnare questa guida.

Il messaggio si chiude con un augurio che va oltre la semplice celebrazione: “Con tali auspici, La prego, Santità, di accogliere i più sentiti auguri della Repubblica Italiana, per il Suo compleanno e per le imminenti festività natalizie.”

Nelle parole di Mattarella, si percepisce non solo il rispetto per il Papa, ma anche una profonda convergenza di visioni: entrambi richiamano con forza alla responsabilità di chi governa, di chi decide, di chi ha il potere di cambiare il corso delle cose. Francesco, con la sua predicazione e la sua azione, e Mattarella, con la sobrietà del suo impegno istituzionale, si trovano uniti nel riaffermare un principio chiaro: senza giustizia, senza dignità e senza speranza, non può esserci pace.

Oggi, mentre Papa Francesco spegne 88 candeline, le parole del Presidente della Repubblica arrivano come un riconoscimento e un incoraggiamento. Perché in un mondo che sembra aver smarrito la strada, la voce del Santo Padre resta un punto fermo, un riferimento che ci ricorda chi siamo e chi dobbiamo tornare ad essere.
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