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Madri sole e penalizzate: l’Italia resta ostile alla maternità secondo Save The Children

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Madri sole e penalizzate: l’Italia resta ostile alla maternità secondo Save The Children

Essere madri in Italia significa, ancora oggi, scontrarsi con un sistema sociale ed economico ostile. Lo conferma il decimo rapporto di Save The Children intitolato Le Equilibriste – La maternità in Italia 2025, pubblicato a pochi giorni dalla Festa della mamma.

Madri sole e penalizzate: l’Italia resta ostile alla maternità secondo Save The Children

Il quadro che emerge è quello di un Paese dove la maternità è, per molte donne, una condizione di fragilità permanente. Le madri sole, in particolare, rappresentano la fascia più esposta al rischio povertà. Solo il 51% delle mamme single tra i 25 e i 34 anni lavora. Il divario occupazionale tra uomini e donne con figli minori è ormai arrivato a sfiorare i 29 punti percentuali: un dato che segna una distanza abissale tra le scelte di vita possibili per i padri e quelle accessibili per le madri.

Geografia della maternità: Nord e Sud sempre più lontani
La mappa dell’Italia “mother friendly” proposta nel rapporto evidenzia una frattura territoriale sempre più netta. Ai primi posti della classifica Istat aggiornata si trovano la Provincia autonoma di Bolzano, l’Emilia-Romagna e la Toscana: regioni dove le politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia, la rete dei servizi e la cultura paritaria hanno costruito nel tempo un contesto favorevole. In fondo alla graduatoria restano la Basilicata, la Campania, la Puglia e la Calabria, dove l’accesso ai nidi è limitato, il lavoro femminile è poco stabile e il welfare familiare continua a poggiare sulle reti informali. Il Paese, insomma, è ancora profondamente diviso.

Tra stereotipi culturali e mancanza di servizi: perché non cambia nulla
Ma il problema non è solo strutturale: è anche culturale. Il rapporto mette in evidenza quanto pesino ancora gli stereotipi sulla figura materna, spesso idealizzata ma poco sostenuta. La maternità continua a essere raccontata come scelta personale e privata, mentre le conseguenze – economiche, professionali, psicologiche – ricadono esclusivamente sulle donne. Le misure di conciliazione, quando esistono, restano insufficienti: pochi congedi per i padri, orari rigidi, assenza di supporti per chi cresce figli da sola. Non sorprende allora che l’Italia continui a registrare uno dei tassi di natalità più bassi d’Europa. La maternità, anziché essere una scelta tutelata, è spesso percepita come un ostacolo.

Save The Children: “Serve un piano nazionale per la maternità”
Le proposte avanzate dall’organizzazione puntano a rovesciare il paradigma. Serve un piano nazionale integrato che intervenga su più fronti: estensione dei congedi di paternità obbligatori, incentivi al lavoro femminile, investimento nei servizi educativi per la prima infanzia, semplificazione dell’accesso agli aiuti per le famiglie monogenitoriali. In assenza di questi strumenti, dicono gli esperti, continueremo ad avere una maternità che divide invece di unire, che isola invece di proteggere. L’Italia ha bisogno di diventare un Paese in cui essere madri – da sole o in coppia – non comporti la rinuncia alla dignità economica, al futuro professionale, alla libertà.

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