Luci d'artista a San Lorenzo

- di: Carla Capocasale
 

Roma – 1 dicembre 2017. Al calar della sera, nel giorno che dà principio ad uno dei mesi più magici dell’anno, tra le luci consuete del quartiere San Lorenzo che rinviano alla fretta ed al caos che segnano le nostre vite, si stagliano nuove luci: quelle sfolgoranti ed eteree dell’ installazione di Solveig Cogliani.

La pittrice romana ci regala una nuova e profonda emozione attraverso la suggestiva proiezione di pensieri e poesie sulle mura dello storico “Pastificio Cerere”, immerso nel placido quartiere degli artisti della Città Eterna.
L’artista coinvolge i passanti, gli occasionali avventori del “Bar dei Sanniti” che – rispetto al “Pastificio Cerere” è proprio al di là della piazza – e chiunque abbia voglia di sussurrare il proprio pensiero per dar forma all’opera e farne un’esperienza condivisa. La folla non è così mera spettatrice ma diviene, in qualche modo, fautrice d’arte. Da una finestra dell’edificio spuntano le ali di un Angelo pronto a carpire i segreti della mente umana rivelati dai tratti di luce di Solveig Cogliani. Della figura angelica – mediatrice tra la realtà terrena e quella celeste – restano solo le ali impalpabili eppure al tempo stesso fortemente percepibili, consegnandoci un invito a recuperare una dimensione più metafisica della vita umana. L’opera pone un interrogativo sui confini dell’esigenza di materia e spiritualità, dell’ora e dell’eterno, nella vita e nell’arte.
Quest’ installazione è la più recente di una serie di opere dedicate alla tematica dell’angelo che ha sempre affascinato la Cogliani, al pari del tema dei cancelli e della memoria. Dal dittico “Angeli sulla città” (2014) acquisito alla collezione della Pontificia Insigne Accademia di belle arti e lettere dei Virtuosi al Pantheon, a “L’Angelo sulla città” (2015) esposto per la prima volta nella mostra personale intitolata “Roma, la Grande Guerra”, ospitata presso il complesso del Vittoriano, si arriva – più di recente – all’opera densa di gioia e colori brillanti che impreziosisce la nuova “Chiesa degli Angeli” de La Candelaria Salta nel nord est argentino. La copertura policroma applicata sulle pareti di questo edificio di culto riproduce 1500 piccoli Angeli creati appositamente da artisti italiani, argentini e provenienti dal resto del mondo. Ed era, in effetti, per la Cogliani, una suggestione quasi inevitabile. La costante tensione dell’autrice verso “ciò che è oltre”, “ciò che va al di là”, seppur partendo da un’analisi attenta e puntuale della realtà, non poteva che condurla a rendere centrale, in una parte delle sue opere, la figura degli Angeli. Al termine di questo percorso artistico i messaggeri celesti vengono infine depurati, dall’autrice, di qualsiasi fattezza umana, fino ad essere rappresentati da un battito d’ali che si materializza in un’esperienza condivisa.

Attraverso la presenza dell’Angelo che ascolta i pensieri dei passanti, l’installazione vuole essere anche un omaggio al film culto “Il Cielo sopra Berlino”, prodotto esattamente trent’anni fa. Le opere cinematografiche, al pari dei quadri e delle sculture, possono rappresentare, in modo indiscusso, una delle più alte forma d’arte. La straordinarietà di questo film, intriso di poesia e che la pittrice Solveig Cogliani intende celebrare, è forse proprio nell’accettazione e nella valorizzazione dell’esperienza umana terrena come luogo dicotomico di felicità e dolore, nell’attenzione sul mondo delle esperienze umane che gli Angeli osservano con attenzione. In queste esperienze si cerca di comprendere l’essenza delle cose. Da bambini questa comprensione è immediata. Basta guardare il cielo e si è immediatamente in contatto con gli angeli. Per questo il film è anche un elogio all’infanzia. Nel passaggio alla vita adulta questa dimensione verticale si perde per conquistarne una orizzontale che ha dei limiti ben precisi, scanditi da luoghi e tempo, ma anche infiniti abissi di sentimenti e pensieri. In queste acque a volte burrascose, a volte placide alla fine gli stessi angeli vorrebbero immergersi, invidiosi della nostra mortalità che ci consente di amare, soffrire ed in una parola, di vivere. Pensiero e sentimento sono anche ciò che consente ad ogni individuo di ascendere costantemente ad una dimensione metafisica nella quale anche la pittrice Solveig Cogliani, impegnata nella sua continua esplorazione dei luoghi dell’anima, vuole fortemente credere.

E forse la profonda dedizione e attenzione verso gli altri che anima la vita di questa straordinaria donna ed artista, l’ha spinta a regalarci la proiezione di queste angeliche ali sulla Città Eterna che ci solleva, ci tranquillizza e ci promette l’esistenza di una dimensione più alta verso la quale tendere lo sguardo.

Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli