Vince di poco, ma vince. Marco Bucci è il nuovo Presidente della Regione Liguria, e succede a Giovanni Toti, le cui vicissitudini giudiziarie, evidentemente, non hanno scalfito più di tanto l’elettorato di centrodestra.
Ma le prime considerazioni non possono ignorare il preoccupante dato dell’affluenza. Ha votato meno del 50 per cento degli elettori, siamo circa al 46%: certamente le alluvioni di questi giorni hanno giocato un ruolo, purtroppo, molto rilevante. Ciò detto, il ''Governatore'' è eletto da una minoranza, e questo, certamente, non fa bene alla democrazia: neanche nelle elezioni ‘locali’, quando cioè gli elettori dovrebbero essere più coinvolti, si riesce a modificare la disaffezione dei cittadini verso la politica.
Elezioni Liguria: vince Bucci, crolla il sogno del tre a zero del centrosinistra
Bucci si è così dimostrato il candidato migliore che il centrodestra potesse schierare: ha potuto certamente fare leva sulla sua ottima reputazione di sindaco. Un ''uomo del fare'', non particolarmente connotato politicamente, non un esponente nazionale, che ha amministrato bene il capoluogo, sin dalla vicenda del Ponte Morandi.
Quanto a Genova, però, c’è da registrare un dato in controtendenza. Le prime proiezioni danno infatti il candidato del centrosinistra, Andrea Orlando, in netto vantaggio sull’ex sindaco. Evidentemente, la questione Toti ha avuto un impatto maggiore sul capoluogo, al centro dello scandalo, che nelle altre province.
Al ''campo largo'' (se ancora possiamo chiamarlo così) non resta che svegliarsi dal sogno del tre a zero: la Liguria non ha cambiato segno, e restano solo Umbria ed Emilia Romagna per sperare in un 2 – 1 che però è tutt’altro che certo. Cosa non ha funzionato?
Andrea Orlando era sicuramente un buon candidato, molto conosciuto e radicato nella regione, forse solo un po’ troppo percepito come uomo di ''Palazzo'' romano. Il Pd, oltretutto, secondo le proiezioni, ha anche avuto un ottimo risultato, ben oltre il 20 per cento (sarebbe il primo partito della regione).
Probabilmente ha inciso molto il crollo dei 5 Stelle, crollo che viene confermato da tutti i sondaggi: è passato dal 10%o delle europee a meno della metà. Viene così confermata la tendenza del movimento di Conte, che alla elezioni locali non ha mai buoni risultati (se si eccettua la Sardegna, dove però la candidata dei 5 Stelle era la leader della coalizione); e certamente la feroce lite fra il fondatore, Beppe Grillo, ed il leader, Giuseppe Conte non ha portato alle urne i simpatizzanti del movimento.
Anche il veto posto da Conte alla presenza di Italia Viva in coalizione non ha certo messo il centrosinistra in buona luce. Al di là di queste questioni, resta immutata la domanda di fondo: riesce il centrosinistra a presentare una coalizione credibile e in grado di contendere la vittoria alla maggioranza di governo? Al momento, no.
Quanto alla maggioranza, non resta loro che godersi una vittoria che, prima dell’inizio della campagna elettorale, i sondaggi davano molto difficile, e la rinnovato fiducia per il governo dei pochi elettori che sono andati alle urne.