Dal 1995 al 2023 sono quasi 3,5 milioni i posti di lavoro in più nel terziario di mercato, con servizi alle imprese, attività professionali e scientifiche, alloggio e ristorazione che vantano i risultati migliori. Dai dati più recenti, poi, emerge che le professioniste (+60mila) crescono in valore assoluto più dei colleghi (+30mila) e che la diminuzione delle imprenditrici (-34mila) è minore di quella degli uomini (–80mila). Questi i dati principali di un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio e del Centro Studi Tagliacarne per Terziario Donna.
Lavoro femminile nel terziario, Convegno Gruppo Terziario Donna Confcommercio: Nord batte Sud
“Senza il lavoro delle donne la nostra economia non solo non può crescere, ma neanche accorciare le distanze con i partner europei: è necessario trovare le leve per rimuovere i macigni che ostacolano la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, sia dipendente che autonomo. Servono maggiori incentivi, diretti ed indiretti, all’imprenditoria femminile, anche in tema di welfare ed è necessario promuovere iniziative per una maggiore sensibilizzazione sulle discipline STEM, sull’educazione digitale e sull’alfabetizzazione finanziaria”, commenta Anna Lapini, presidente del Gruppo Terziario Donna Confcommercio.
Entrando nel vivo della ricerca si scopre che, sempre nel terziario di mercato l’incidenza sull’occupazione della presenza femminile complessiva (dipendenti, professioniste, imprenditrici) a livello territoriale, è superiore al 50% in quattro regioni del Nord Italia: Friuli-Venezia Giulia (52,9%), Emilia-Romagna (52,5%), Trentino-Alto Adige/Südtirol (51,7%), Veneto (50,7%). Le percentuali scendono via via scendendo al Sud, con in fondo alla graduatoria la Campania (39,3%), la Sicilia (39,6%), la Calabria (39,7%), la Puglia (42,5%) e la Basilicata (43,2%). Limitandosi ai liberi professionisti, in testa per peso della componente femminile emerge la Lombardia (40,5%), tallonata dal Lazio (40%) e quindi dal Piemonte (39,4%) e dall’Emilia-Romagna (39%). Per quanto riguarda infine l’occupazione femminile, dipendente e indipendente per settori, nel 2023 le donne che lavoravano in attività terziarie erano poco meno di sei milioni (5.948.000, per la precisione) sui quasi otto milioni (7.892.000) di occupate in totale nelle attività economiche. Le imprenditrici sono 1,2 milioni circa: di queste quasi 800mila operano nel terziario di mercato. La maggiore concentrazione di donne che gestiscono una impresa è nel piccolo commercio (il 31% delle occupate è imprenditrice contro una media complessiva nel terziario di mercato del 13,2%).
“Istituire, nell’ambito dello Small Business Act, una specifica declinazione per l’imprenditoria femminile; fornire maggiori incentivi, diretti ed indiretti, all’imprenditoria femminile; promuovere iniziative per una maggiore sensibilizzazione sulle discipline STEM, sull’educazione digitale e sull’alfabetizzazione finanziaria; favorire gli sforzi dei fondi di investimento privati volti per integrare i criteri di genere nelle loro valutazioni di investimento; promuovere la parità di genere e un accesso effettivo ai sistemi e ai diritti di protezione sociale”. Sono queste – parole della presidente Anna Lapini – le priorità che Terziario Donna ha indicato nel “Manifesto per l’Europa” presentato il 12 e 13 maggio scorsi ai rappresentanti di tutti i partiti politici. Che poi aggiunge: “Solo un welfare che preveda un’equa distribuzione dei compiti di cura all’interno della famiglia può promuovere il lavoro delle donne e invertire, davvero, il declino per ora inesorabile della natalità nel nostro Paese. Tocca a noi adesso dimostrarci tenaci e portare avanti le nostre idee, non sarà facile né tanto meno scontato e non sempre avremo il sostegno auspicato. Per questo a tutte voi chiedo di considerarvi sempre impegnate e coinvolte come adesso nella volontà di far crescere questo nostro straordinario Terziario Donna, perché insieme si vince come Gruppo e nei nostri territori. Assumiamoci la responsabilità di portare avanti le nostre progettualità per il bene delle nostre comunità e dell’intera società, anche laddove fare associazionismo è più difficoltoso”, ha concluso.
“Il terziario di mercato, il nostro settore ha bisogno di innovazione e di intelligenza perché è quello più diffuso nella società e nella vita quotidiana delle persone. E dunque è quello i cui cambiamenti si diffondono più velocemente e pervasivamente. Il coinvolgimento del genere femminile in questo processo di cambiamento è essenziale certamente dal punto di vista quantitativo: senza le donne nel mercato del lavoro e dell’impresa il Paese corre inevitabilmente su una gamba sola”. evidenzia il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, per il quale “le donne portano diversità, e quindi ricchezza, nel mercato e nella vita. Spero e mi auguro che possano sempre di più impegnarsi e avere spazio in tutte le discipline e le professioni ad alto valore aggiunto, che oggi vedono una presenza femminile non ancora paritaria”. Questo – ha aggiunto Sangalli – “non solo nelle materie STEM (acronimo inglese che sta per Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica, ndr) ma anche nelle aree di “business e risorse ad alto valore aggiunto”.
“La certificazione di genere sta andando molto bene ed è fondamentale nella costruzione di un nuovo welfare e delle pari opportunità sul lavoro tra uomini e donne. Abbiamo raggiunto molto in fretta gli obiettivi che ci erano posti: dovevamo certificare 800 aziende entro il 2026 ma siamo già arrivati a oltre 2.200 e stiamo iniziando la seconda tranche per le piccole e medie imprese che vogliamo accompagnare nel percorso verso la certificazione. I bandi si sono chiusi da poco e siamo fiduciosi”. A dirlo Eugenia Maria Roccella, ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, in un videomessaggio inviato al convegno, per poi sottolineare che “Come Governo - ha proseguito Roccella - abbiamo avuto fin da subito a cuore il tema della conciliazione tra vita e lavoro e della costruzione di un welfare che tenga conto dei bisogni femminili e che sia in grado di essere più amichevole nei confronti della donne. Lo abbiamo fatto con diversi provvedimenti: asilo nido gratuito dal secondo figlio, i congedi parentali, la certificazione di genere e la decontribuzione per le madri lavoratrici". Il ministro ha poi evidenziato le legge per stimolare le ragazze a studiare le materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica): “abbiamo investito due milioni su questo tema e sappiamo che dobbiamo intervenire precocemente per evitare che continui o che si aggravi questo divario tra uomini e donne nell'accesso delle materie Stem che sono le materie del futuro. Dobbiamo costruire percorsi di approccio a queste materie, formazione, ma anche di fascinazione per queste materie da parte della ragazze che possano colmare il divario”.