La vittoria agli Europei farà bene - anche economicamente - al Paese

- di: Redazione
 
Una vittoria di prestigio, come quella dell'Italia ai campionati Europei di calcio, può concedere molte chiavi di interpretazione, la più banale delle quali è squisitamente sportiva. Ma in questa Italia - non ancora uscita dall'incubo del Covid-19 - si può parlare anche di altro, a cominciare dalla gioia che si è scatenata dopo che Donnarumma ha arricchito il suo già eccezionale torneo con una parata che è valsa la vittoria. I caroselli per le strade del nostro Paese (ma anche all'estero, dove esistono comunità italiane, come Stati Uniti e Canada) sono stati la logica conclusione della tensione e delle speranze che hanno accompagnato questo europeo in cui gli azzurri hanno fatto e dato tanto. Vincere aiuta a vincere, ripetono in continuazione alcuni telecronisti a corto di argomenti, ma forse questa volta la vittoria assume un sapore e delle prospettive diverse perché, condizionati come siamo dagli aspetti economici della nostra esistenza, dobbiamo considerare le ricadute che la conquista della coppa potrà avere.

Secondo uno studio di Abn Amro (istituto bancario dei Paesi Bassi, che non è che abbiano una grande frequentazione con le vittorie in campo sportivo, che non siano discipline di seconda fila, sebbene sempre importanti), la vittoria in un grande torneo calcistico - quindi, mondiali o europei (la Copa America, per una serie di motivi anche ambientali, sembra sfuggire a questa analisi) - ha delle importanti ricadute economiche, che il centro studi della banca olandese ha quantificato in un + 0,77 del Prodotto interno lordo, ovviamente dell'anno successivo.
Queste non sono semplice previsioni, ma frutto di una analisi dei dati macroeconomici dei Paesi che hanno vinto uno dei due più importanti tornei.

È quindi auspicabile che, anche per la vittoria di Euro 2020, l'Italia potrà registrare importanti successi in economia che si andranno a sommare (forse non aritmeticamente) alle previsioni - che arrivano da più parti - di un forte incremento del Pil nel 2021 e nel 2022 come rimbalzo dopo la crisi del 2020. Ma forse potrebbe essere di buon auspicio considerare che nel 2007 (quindi, l'anno successivo all'ultima vittoria ad un mondiale, quello dell'Italia targata Lippi) si registrò un balzo del Pil del 4,1 per cento ed una diminuzione della disoccupazione del 10 per cento.
Quindi, in ogni caso un aumento dei parametri economici che - anche se di minore entità - il secondo posto non avrebbe garantito. Anzi, secondo qualche analisi, il secondo posto in una competizione internazionale spesso si traduce non solo nella mancata conquista di un trofeo, ma anche in una diminuzione sia pure lieve (lo 0,05 per cento) del Pil.

Dobbiamo, quindi, farci sedurre dall'ottimismo? No, ma in ogni caso le prospettive ci sono.
Forse però, oltre all'aspetto economico, bisogna che trovi il giusto spazio quello emozionale, con la gente che è tornata (troppo imprudentemente, vista la sussistenza del pericolo contagi) a scendere per strada, tricolori al vento, a inneggiare all'Italia. Un sentimento che - con qualche per certi versi sorprendente eccezione - ha riunito il Paese sotto un'unica bandiera, per una volta non quella divisiva della politica deleteria. Un'estate magica, quella che stiamo vivendo, e che per fortuna, sportivamente parlando, non è solo quella del calcio.

I successi ci sono stati in molti sport, spaziando dal tennis (il secondo posto a Wimbledon di Matteo Berrettini) al softball (le nostre ragazze hanno vinto il titolo europeo), al basket (gli azzurri hanno conquistato il pass olimpico andando a sconfiggere, a casa loro, i serbi. Una vera impresa), all'atletica leggera (i nostri under 23 hanno fatto razzia di medaglie agli europei).
C'è da essere orgogliosi e, verrebbe da dire, non è che l'inizio.
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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