Istat: nel 2024 cala l'input di lavoro in agricoltura, -2,6% in Italia rispetto alla media UE

- di: Giulia Caiola
 

Il settore agricolo italiano continua a registrare segnali di difficoltà, con una contrazione dell'input di lavoro del 2,6% nel 2024, una flessione più marcata rispetto alla media dell'Unione Europea a 27, che si attesta a -0,9%. È quanto emerge dalla stima preliminare dei conti economici dell'agricoltura diffusa dall'Istat, che evidenzia un trend di riduzione dell'occupazione nel comparto, in linea con la trasformazione strutturale in atto.

Istat: nel 2024 cala l'input di lavoro in agricoltura, -2,6% in Italia rispetto alla media UE

L’agricoltura italiana sta attraversando una fase di profondi cambiamenti, influenzata da diversi fattori congiunturali, tra cui l'aumento dei costi delle materie prime, l'impatto delle condizioni climatiche avverse e la necessità di adottare tecnologie innovative per mantenere la competitività. La riduzione della manodopera riflette da un lato le difficoltà nel reperire personale qualificato e dall'altro la crescente automazione dei processi produttivi, che spinge le imprese verso una riorganizzazione delle proprie attività.

Il contesto economico e le criticità del settore

La flessione dell’input di lavoro si inserisce in un contesto economico complesso, caratterizzato da una crescita incerta e da tensioni sui mercati globali. Le imprese agricole italiane si trovano a operare in un ambiente dove i costi di produzione – in particolare quelli energetici e per i fertilizzanti – continuano a rappresentare una voce di spesa significativa, incidendo sulla redditività aziendale.

Parallelamente, le sfide climatiche, con fenomeni estremi sempre più frequenti, stanno mettendo a dura prova la resilienza del settore. Siccità prolungate, piogge intense e gelate tardive hanno avuto un impatto rilevante sulle produzioni, contribuendo a ridurre il valore aggiunto del comparto e a limitare le prospettive di crescita per gli operatori del settore.

Occupazione e prospettive future

La contrazione dell'occupazione in agricoltura evidenzia un problema strutturale che riguarda la capacità del comparto di attrarre nuove generazioni di lavoratori. Il ricambio generazionale resta una sfida aperta, con un'età media degli agricoltori in continuo aumento e una difficoltà crescente nel trovare manodopera specializzata, soprattutto nelle filiere ad alto valore aggiunto come quella vitivinicola e ortofrutticola.

Le prospettive future dipenderanno in larga parte dalle politiche di sostegno al settore, che dovranno favorire l'adozione di nuove tecnologie e la digitalizzazione delle imprese agricole per migliorarne l'efficienza produttiva. Programmi come la Politica Agricola Comune (PAC) e il PNRR offrono opportunità per incentivare la sostenibilità e promuovere pratiche innovative, ma resta cruciale un impegno strutturale per colmare il gap competitivo con gli altri Paesi europei.

Le reazioni del comparto

Le associazioni di categoria sottolineano la necessità di interventi mirati per sostenere il settore, con richieste di maggiori incentivi per l'occupazione e di strumenti finanziari adeguati per affrontare le sfide del futuro. Il presidente di Coldiretti ha recentemente ribadito l'importanza di “una strategia di lungo termine” per il rilancio dell’agricoltura italiana, con investimenti in ricerca, formazione e accesso al credito.

Intanto, le imprese agricole stanno cercando di adattarsi a questo scenario in evoluzione, puntando su nuovi modelli di business, come la diversificazione delle attività, l’agriturismo e la trasformazione diretta dei prodotti agricoli per intercettare una domanda sempre più orientata verso la qualità e la sostenibilità.

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