Donald Trump torna a scuotere la politica e l’economia globale con una raffica di ordini esecutivi che promettono di lasciare il segno. Il presidente USA ha dichiarato la volontà di costruire uno scudo missilistico nazionale, simile all’Iron Dome israeliano, che dovrebbe difendere il Paese da minacce provenienti da missili ipersonici. “Dobbiamo iniziare immediatamente la costruzione di uno scudo di difesa missilistico all’avanguardia,” ha affermato, sottolineando la necessità di rendere gli Stati Uniti “invulnerabili” a potenziali attacchi.
Trump annuncia un ‘Iron Dome’ per gli USA, rivoluzione nell’esercito e dazi sui chip
Parallelamente, Trump ha annunciato un intervento radicale nell’esercito, eliminando la presenza di persone transgender tra le fila militari. “Via l’ideologia transgender dall’esercito,” ha dichiarato, sostenendo che le forze armate devono concentrarsi solo sulla difesa e sulla sicurezza, senza distrazioni ideologiche. La decisione, accolta con proteste da parte delle associazioni per i diritti umani, segna un ulteriore spostamento verso politiche conservatrici, in linea con l’agenda dell’amministrazione Trump.
Dazi e tecnologia: guerra ai chip e alle importazioni dalla Cina
Trump ha poi colpito duramente il settore tecnologico, annunciando nuovi dazi su chip per computer, prodotti farmaceutici, acciaio, alluminio e rame. La mossa mira a contenere l’influenza economica della Cina, accusata di “manipolare i mercati” e di dominare il settore tecnologico globale attraverso l’intelligenza artificiale e i semiconduttori. I dazi sono una risposta diretta al successo delle tecnologie made in China, in particolare della piattaforma DeepSeek, un’applicazione di intelligenza artificiale che, secondo Trump, rappresenta un “campanello d’allarme” per la supremazia americana.
Le ripercussioni sui mercati non si sono fatte attendere. A Wall Street, i titoli tecnologici sono crollati, con il Nasdaq che ha registrato una perdita del 3,10%. Nvidia, uno dei colossi dei semiconduttori, ha perso quasi il 17%, bruciando 600 miliardi di dollari di capitalizzazione in una sola seduta. Il sell-off riflette il timore che le nuove misure protezionistiche possano danneggiare le aziende americane, già sotto pressione dalla competizione cinese.
TikTok, Microsoft e la sfida dell’IA
A margine degli annunci, Trump ha confermato che Microsoft sarebbe in trattative per acquistare TikTok, l’applicazione cinese al centro delle tensioni tra Washington e Pechino. La mossa, definita “necessaria” dal presidente, punta a trasferire la proprietà dell’app negli Stati Uniti per ridurre i rischi legati alla sicurezza nazionale.
Ma il vero nodo resta l’intelligenza artificiale. DeepSeek, piattaforma cinese che combina tecnologie di ricerca avanzata e analisi predittiva, ha guadagnato una posizione dominante, sollevando preoccupazioni sul futuro della leadership tecnologica americana. “Non possiamo permettere alla Cina di dettare il futuro dell’innovazione,” ha detto Trump, invocando maggiori investimenti nelle tecnologie emergenti.
Medio Oriente e geopolitica: Trump, Gaza e Netanyahu
Sul fronte internazionale, Trump ha rilanciato la questione israelo-palestinese, dichiarando che i palestinesi “vivrebbero meglio in un luogo non associato alla violenza.” Sebbene le parole siano state accolte con sdegno da parte dei leader palestinesi, il presidente ha ribadito il suo impegno a sostenere Israele. Intanto, è atteso a Washington “molto presto” il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, per un incontro che potrebbe ulteriormente ridisegnare gli equilibri in Medio Oriente.
Borse europee in controtendenza
Mentre Wall Street soffre, le borse europee registrano una giornata positiva. Milano ha guadagnato lo 0,5%, trainata dai titoli bancari e industriali. Ma l’ombra di una nuova guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina incombe, alimentando l’incertezza sui mercati globali.
Tra scudi missilistici, dazi e intelligenza artificiale, Trump continua a giocare su più fronti, mescolando politica interna e geopolitica in una partita che potrebbe ridefinire il ruolo degli Stati Uniti nel mondo.