Latterie Inalpi, Invernizzi: "Giusto, buono e sicuro, i nostri valori"

 
Inalpi è una bellissima storia italiana. Fondata nel 1966 a Moretta, nel Cuneese, dalle famiglie Invernizzi e Barattero, conta una vasta gamma di prodotti lattiero caseari di alta qualità - burro, latte in polvere, formaggi a fette, formaggini, DOP piemontesi - e costituisce una delle migliori eccellenze dell’agroindustria italiana e piemontese. Di più, è un Gruppo caratterizzato da un’unicità, che ha fatto da leva per una crescita robusta, costante e soprattutto sana, sia dal punto di vista dei prodotti che realizza, sia per impegno da parte dell’aziende a realizzare processi integrativi delle questioni sociali, ambientali, etiche nelle loro strategie, coinvolgendo direttamente i rispettivi interlocutori. Ne parliamo con il Presidente Ambrogio Invernizzi.

Presidente, può spiegarci i caratteri fondamentali di questa unicità di Inalpi?
"La storia di Inalpi è sempre stata caratterizzata dalla propensione ad essere innovatori legati al territorio sul quale siamo nati e sul quale è avvenuta la nostra crescita. E’ quindi stato quasi naturale, 10 anni fa, dare seguito ad un’intuizione imprenditoriale, che ha rappresentato anche l’investimento economico più importante della nostra storia. Nel 2010 entrava infatti in attività la prima torre di “sprayatura” italiana per la produzione di latte in polvere e, legata a questo progetto, per poter conferire la materia prima necessaria a soddisfare le richieste che il mercato ci fece in quel tempo, nasceva anche la filiera corta e controllata del latte 100% piemontese. Filiera, un termine oggi molto utilizzato, che per Inalpi è da tempo un sistema virtuoso reale e concreto, un vero e proprio modello, che coinvolge tutti gli attori interessati: dai conferitori all’industria per arrivare alla distribuzione.
Nella filiera corta e certificata Inalpi molti sono i fattori presi in considerazione, ed ogni singola voce è primaria per raggiungere un obiettivo comune, la qualità del prodotto finito. Regolata da un protocollo, sottoscritto da ogni conferitore, la filiera del latte 100% piemontese è in continua crescita e, proprio a fine 2019, il numero di pilastri su cui si basa è stato innalzato da 3 a 5 ed ampliata la check-list a 104 punti di controllo, garantendo la copertura di una fascia sempre più ampia di elementi. Un protocollo che prevede inoltre una stretta collaborazione tra conferitori e azienda, anche in termini di formazione, erogata attraverso convegni e aggiornamenti, oltre che con l’ausilio di due veterinari InLab Solutions che effettuano audit su ogni stalla, a supporto di ogni specifica esigenza. I pilastri su cui si basa il protocollo di filiera Inalpi prendono in considerazione un’ampia gamma di argomenti e conseguenti comportamenti da adottare, che sono stati ampliati a favore di una crescente attenzione oltre che al benessere animale e alla sostenibilità ambientale, anche al controllo dei rapporti sociali perché vi sia tutela dei diritti umani e del lavoro e legalità nei contratti di lavoro.
Oggi la filiera corta e certificata Inalpi conta 400 allevatori, tutti collocati in un raggio medio di 30 km da Moretta, delle province di Torino e Cuneo, che conferiscono circa 5 mila quintali di latte al giorno in stabilimento. Una materia prima di elevato standard qualitativo che consente la produzione di referenze di qualità, tracciabili dalla stalla allo scaffale".

Avete un’attenzione quasi maniacale alla qualità. Non a caso, appunto, il vostro slogan è “Giusto - Buono - Sicuro”. Quali sono gli snodi chiave per garantire un livello così elevato di qualità?

" “Giusto, Buono e Sicuro” sono i nostri valori, quelli su cui basiamo il nostro lavoro quotidiano e quelli su cui si fonda la filiera corta e certificata del latte. Valori che si rispecchiano nei nostri prodotti, e che ci consentono di presentarci ai consumatori, per quanto riguarda il mercato retail, e ai principali player di mercato, per quanto attiene al settore industrial, con referenze di elevata qualità, tracciabili e controllati. Inalpi è impegnata ogni giorno, nel mantenimento di un livello elevato di attenzione alla sicurezza, attraverso controlli precisi e puntuali, come i 17.000 parametri controllati mensilmente, con livelli di accertamento superiori a quelli richiesti per legge e con investimenti annuali che superano il milione di euro. Ma la responsabilità di garantire prodotti sempre di elevata qualità ci ha anche indotto, a gennaio 2019, a creare un’apposita struttura, InLab Solutions, il centro ricerche e sviluppo Inalpi, attraverso il quale abbiamo internalizzato tutti i laboratori analisi, che fino al 2018 erano terziarizzati, e che dal 2020 ha aperto anche alle attività di sviluppo dell’area ricerca con particolare attenzione all’innovazione di prodotto Latterie Inalpi. Un importante passo che ci consente di mantenere elevato sia il livello di attenzione alla sicurezza, sia di proseguire in una strada di innovazione che costituisce uno dei nostri principali percorsi di crescita.
Ed è grazie alla filiera, alla ricerca, all’attenzione alla sicurezza che possiamo presentarci al mercato con prodotti che sono più che semplici referenze, sono la nostra storia. A partire dal Burro Latterie Inalpi, il filo rosso che unisce i passaggi fondamentali della crescita della nostra azienda. Una referenza, di cui siamo i principali produttori italiani, che è diventata riferimento in ambito Industrial per l’industria della pasticceria, della cioccolateria e del gelato, ma che è anche apprezzata dal mercato artigianale e anche nell’ambito retail. Il Latte in Polvere, di cui Inalpi è unico produttore italiano, ha segnato un passaggio epocale per la nostra crescita ed anche in questo caso, abbiamo ottenuto importanti riscontri da parte dei principali player di mercato, oltre che dal comparto consumer nel quale stiamo raggiungendo ottimi risultati. I formaggi fusi, soprattutto le nostre fettine di latte, che rappresentano per Latterie Inalpi uno dei prodotti di punta, una delle nostre eccellenze, con una lista ingredienti estremamente corta, conferma di alta qualità e genuinità, ed una lavorazione, produzione e confezionamento effettuate in moderni impianti, altamente tecnologici, a temperatura ed umidità controllata con aria filtrata".

Restiamo in “Giusto - Buono - Sicuro” e nelle caratteristiche della vostra unicità. In “Giusto” c’è anche la remunerazione del latte alla stalla. Qui avete messo in campo innovazioni e trasparenza senza precedenti nel settore. Ce le può illustrare nel dettaglio?
"La filiera del latte 100% piemontese Inalpi, rappresenta un esempio unico anche per il sistema di remunerazione del latte. Il protocollo di filiera, sottoscritto da tutti i conferitori Inalpi, regola infatti il prezzo del latte alla stalla. Un prezzo indicizzato sulla base di un algoritmo che, nel 2010, per la prima e unica volta in Italia, è stato messo a punto da Inalpi in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Piacenza.
L’indicizzazione del latte prende quindi in considerazione una serie di parametri che si basano sull’analisi dei seguenti andamenti: per un 33% viene preso in considerazione l’andamento del prezzo di 5 prodotti caseari del mercato europeo (latte scremato e intero in polvere, burro, cheddar ed edam); per un altro 33% viene preso in considerazione l’andamento del prezzo di 4 prodotti caseari del mercato nazionale (Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Mozzarella); per il restante 34% si considera l’andamento dal prezzo di 5 prodotti legati al costo di produzione (costo di soia, orzo, fieno, mais, gasolio).
L’indicizzazione del prezzo del latte, oltre a costituire un esempio unico, garantisce, cosa ancora più importante, rapporti equi e trasparenti con tutti i conferitori Inalpi, consentendo programmazione e pianificazione e contribuendo a creare un sistema di attori che si muovono tutti verso un unico obiettivo, quello che porta alla produzione di una materia prima di qualità sempre più elevata. Questa formula ha inoltre avuto l’approvazione del mondo cooperativo agricolo, delle organizzazioni sindacali, e soprattutto dei consumatori. Ed è riconosciuto come unico in Europa anche dai principali player di mercato".

Nella vostra storia la Sostenibilità intesa a 360 gradi (ambientale, economica, sociale) appare come una mission fondante ben prima che questa tematica, come avviene da qualche anno, diventasse di crescente attualità e primissimo piano a livello generale. Se dovesse sintetizzare, cos’è la Sostenibilità per Inalpi?
"Inalpi è da sempre attenta al territorio sul quale quotidianamente opera, un’attenzione tangibile, concretamente realizzata attraverso la filiera corta e certificata del latte 100% piemontese. E proprio attraverso la filiera, Inalpi esprime il proprio impegno anche per gli aspetti che riguardano la sostenibilità ambientale, elemento cardine dei pilastri che regolano l’accordo.
Una sostenibilità realizzata anche presso lo stabilimento di Moretta, dove dal gennaio 2018 è in funzione un cogeneratore che prevede la generazione ed il consumo simultaneo di diverse forme di energia (energia elettrica ed energia termica). Abbiamo inoltre in programma, per il prossimo triennio, investimenti che ci consentano di ridurre il carbon e water footprint, attraverso l’ottimizzazione dei processi produttivi in relazione all’impatto sulla risorsa acqua e sui gas serra emessi: un’ottimizzazione che farebbe di Inalpi una delle prime aziende a basso consumo di acqua. E sempre nella stessa ottica sarà realizzato un biodigestore in grado di produrre biogas".

Come avete affrontato l’emergenza da Covid-19, quali problemi ha dovuto affrontare e affronta la vostra filiera e come è attualmente la situazione? Vi ha aiutato avere una filiera corta?

"L’emergenza Covid-19, seppur non prevista e tanto meno prevedibile, è stata uno spunto per comprendere cosa significhi fare filiera, e di quale ne sia il reale valore: un sistema che ha saputo fare fronte comune in un periodo estremamente complesso. La filiera corta e certificata Inalpi è oggi composta da 400 conferitori del territorio, che non solo hanno sottoscritto un contratto trasparente di collaborazione, ma che percorrono un’unica strada, verso uno stesso obiettivo, ognuno attore fondamentale per il proseguimento di questo cammino. Ed è questa una premessa fondamentale per comprendere appieno quanto è avvenuto durante l’emergenza sanitaria. In quelle settimane, abbiamo dovuto incrementare la nostra capacità produttiva per dare risposta alla crescente richiesta di approvvigionamento del mercato. E attraverso la collaborazione e il coinvolgimento di ogni singolo attore, siamo riusciti a soddisfare una domanda che si è notevolmente incrementata in breve tempo, dando concreto esempio di cosa significhi essere filiera vera, lavorare tutti verso uno stesso obiettivo".

Al Forum Ambrosetti, da un sondaggio effettuato presso un ampio campione di imprese del “Food&Beverage”, è emerso che le aziende del settore hanno identificato nella digitalizzazione la principale priorità di breve periodo, ma che il reale punto di attenzione a lungo termine sarà la Sostenibilità. Gli effetti della pandemia, nella loro tragedia, possono almeno fungere da propellente su questa strada?
"Credo che la digitalizzazione non sia assolutamente una priorità di breve periodo. Penso, al contrario, che quanto abbiamo vissuto debba costituire per noi un importante spunto di riflessione, e proprio da quello che abbiamo toccato con mano si possa far nascere un percorso di ricerca e sviluppo di prodotto che tenga conto delle indicazioni che il mercato ci ha fornito.
Ritengo infatti che vi sia stato un cambiamento nel modo di percepire l’acquisto da parte del consumatore, e proprio per questa ragione si dovrà lavorare in una direzione nuova, che proponga prodotti facili da trasportare, con nuovi pack e confezioni adatti, disponibili non solo nei normali canali di vendita ma anche online, aprendo a quell’immenso panorama di possibilità, gestibili solo attraverso un processo logistico rimodulato, che abbiamo imparato a conoscere meglio in questi mesi.
Per quanto riguarda invece la sostenibilità, credo che debba essere un importante punto di arrivo per ogni azienda. Una responsabilità di cui ritengo, ogni imprenditore, dovrebbe farsi carico, indipendentemente dagli eventi che accadono intorno a noi, come segno di attenzione e rispetto di quel mondo e di quel territorio su cui le nostre aziende vivono e lavorano quotidianamente. Ed in questo senso l’impegno di Inalpi è tangibile sia sotto il profilo degli investimenti fatti che per quelli previsti in futuro.
Certamente il tema del benessere animale è per noi uno dei pilastri su cui si basa il protocollo di filiera, ed è quindi un importante argomento sul quale poniamo attenzione quotidiana. Un’attenzione che viene applicata ogni giorno dai nostri conferitori sostenuti e accompagnati in questo cammino anche dai veterinari InLab Solutions che effettuano audit continui, tutto l’anno, in ogni singola stalla. Un tema sul quale riteniamo inoltre fondamentale erogare formazione, attraverso attività continuative di aggiornamento e approfondimento".

Prima della pandemia avevate in corso progetti di grande interesse, come l’espansione sui mercati internazionali, compreso quello cinese, visto che la domanda era in netta crescita. Che impatto ha avuto e ha il Covid-19 sulla tempistica di questi progetti?
"Numerosi sono i progetti che dovevano vedere la loro concretizzazione nel primo semestre 2020, ma che a causa dell’emergenza Covid hanno subito un rallentamento. Siamo però in fase di ripartenza ed entro la fine del 2020 apriremo la filiale Inalpi China, inaugureremo il nostro primo store nel Principato di Monaco e daremo seguito a tutti i progetti di internazionalizzazione che abbiamo avviato".

Avete un importante accordo con Ferrero. Cosa rappresenta per voi?
"Ferrero è certamente per Inalpi SpA un cliente importante e strategico, ma ancor più è stato nel tempo ed è tutt’oggi un modello a cui ispirarsi. Sotto ogni punto di vista, dalla sicurezza alimentare alla qualità di prodotto, dalla gestione dei rapporti con gli agricoltori al rispetto per il consumatore, ritengo che per noi la Ferrero sia stata e sia una vera e propria scuola di formazione. Inalpi è cresciuta in questi anni e lo ha fatto avendo a fianco un modello da seguire, ci siamo impegnati per imparare quel saper essere imprenditori che così bene incarnava Michele Ferrero, abbiamo imparato a parlare con i nostri conferitori e con le famiglie che acquistano i nostri prodotti. Abbiamo affinato la capacità ad essere aziende del territorio, nel rispetto e con la gratitudine che a questo si deve. Abbiamo imparato e siamo certi che continueremo a farlo".
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