L’Italia ha chiuso il 2024 con un incremento medio degli affitti pari al 10,6%, una cifra che fa riflettere sul fenomeno dilagante della turistificazione e della scarsità di offerta abitativa. Con il Giubileo all’orizzonte e le Olimpiadi invernali che si avvicinano, le prospettive per il 2025 non sono più rosee: si attende un ulteriore rialzo tra il 7 e il 9%.
Gli affitti che sfuggono al controllo: il boom del 2024 e l’incognita 2025
Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di Idealista, Roma sarà il centro di una nuova bolla immobiliare. «La pressione sulla città sta portando i costi a livelli insostenibili, con canoni mensili che equivalgono ormai a uno stipendio medio», afferma. E non è solo la Capitale a soffrire: Napoli e Bologna sono schiacciate dalla turistificazione, mentre Firenze e Venezia continuano a guidare la classifica degli affitti brevi.
Le università attirano, ma il mercato respinge
Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, sottolinea come la crescita delle università italiane, in città come Torino e Bologna, stia contribuendo a una domanda in costante aumento. «Gli studenti sono costretti a cercare soluzioni in città più piccole, creando nuovi focolai di tensione abitativa», spiega. Questo fenomeno ha colpito anche zone periferiche e province, dove le impennate dei canoni superano il 20%.
Il caso Milano: il limite è stato raggiunto?
Milano si conferma il capoluogo più caro d’Italia con un costo medio di 23,3 euro al metro quadro. Tuttavia, secondo De Tommaso, il mercato milanese avrebbe toccato il suo apice, salvo nuove pressioni legate ai grandi eventi. Intanto, i giovani e le famiglie faticano sempre più a trovare soluzioni adeguate, con il 30% del reddito destinato all’affitto.
Politiche inadeguate e contratti obsoleti
La risposta della politica appare insufficiente. Le nuove regolamentazioni, come quelle sugli affitti brevi, rischiano di acuire il problema anziché risolverlo. «Servono contratti flessibili, in grado di adattarsi a un mercato in evoluzione», conclude De Tommaso.
Il 2025 sarà un banco di prova cruciale: l’Italia riuscirà a trovare un equilibrio tra l’attrattiva turistica e il diritto all’abitare?