Nel 2024 gli iscritti alla Gestione separata dell’Inps hanno superato quota 1,7 milioni, attestandosi a 1.716.247 contribuenti. È quanto emerge dall’Osservatorio statistico Inps, che ricostruisce l’andamento del lavoro parasubordinato nel periodo 2015-2024. In meno di dieci anni gli iscritti sono cresciuti di quasi 300mila unità rispetto ai 1.434.856 rilevati nel 2015. La dinamica riguarda due categorie: collaboratori e professionisti, accomunati dall’assenza di un contratto di lavoro dipendente ma regolati da contribuzione previdenziale obbligatoria.
Inps: nel 2024 oltre 1,7 milioni di iscritti alla Gestione Separata
La componente dei collaboratori ha segnato nel 2024 il livello più alto del decennio, con 1.172.129 lavoratori, pari al +8,2% in un solo anno. L’Osservatorio ricorda che questo segmento ha registrato un andamento altalenante: un calo tra 2015 e 2016, una fase di stabilità nel 2017, la risalita fino al 2019, un nuovo stop nell’anno del Covid e infine una crescita costante dal 2021 in avanti fino al picco attuale. La ripresa indica che, pur penalizzata da interventi normativi restrittivi, la collaborazione continua a essere uno strumento utilizzato soprattutto nei settori dove esistono rapporti di lavoro ad alta variabilità o prestazioni intermittenti.
Professionisti in crescita costante
Speculare la tendenza dei professionisti, che mostrano invece una traiettoria lineare: dal 2015 al 2024 l’aumento complessivo è stato del +68,4%, con 544.118 iscritti nell’ultimo anno e una crescita del +3% rispetto al 2023. Qui l’Inps individua un’espansione più strutturale: l’emersione di nuove forme di lavoro autonomo qualificato, spesso legate a servizi digitali e consulenze, ha ampliato il perimetro professionale rispetto alle categorie tradizionali.
Effetto delle normative e del costo contributivo
L’istituto chiarisce che queste variazioni non dipendono solo dal ciclo economico ma anche dagli effetti legislativi: gli interventi approvati negli ultimi anni hanno limitato l’uso delle collaborazioni spurie, inducendo alcune attività a spostarsi formalmente sul versante professionale. Un ruolo significativo è attribuito anche alle aliquote contributive: per i collaboratori la contribuzione è ormai analoga a quella del lavoro dipendente, dunque più onerosa, mentre i professionisti continuano a versare aliquote più basse. Una differenza che indirizza, di fatto, le scelte contrattuali.
Una crescita “ibrida” tra autonomia e subordinazione
Il dato della Gestione separata fotografa anche la trasformazione del mercato del lavoro italiano: l’aumento dei parasubordinati mostra come la crescita occupazionale non passi soltanto dal lavoro stabile dipendente, ma da un’area intermedia sempre più ampia, dove il rapporto tra autonomia formale e dipendenza economica è sfumato. La categoria “professionista” include oggi figure che operano come freelance stabili pur lavorando, in molti casi, per pochissimi committenti.
Quali settori trainano
Dietro ai numeri si collocano soprattutto i comparti collegati ai servizi avanzati, all’economia digitale, alla consulenza, alla comunicazione e alle attività culturali, insieme alle funzioni di supporto tecnico alle imprese. Il ritorno alla crescita dei collaboratori è invece legato soprattutto al mondo della ricerca, alle filiere culturali e agli organismi non profit, oltre che a segmenti dell’economia dei servizi personali e formativi.
Il futuro previdenziale
La sfida resta previdenziale. L’aumento degli iscritti incrementa il gettito, ma evidenzia al tempo stesso l’esigenza di rafforzare le tutele lungo tutto l’arco della carriera. La Gestione separata nacque come contenitore residuale, oggi è un pilastro sempre più strutturale del sistema. Questo spiega perché l’Inps sottolinei la necessità di monitorare l’equilibrio tra contribuzione e prestazioni: la platea è ampia, ma eterogenea, e i livelli reddituali medi restano molto variabili.