Tangenti mascherate da consulenze, chat riservate e pressioni sugli assessori: la Procura smonta il “sistema” delle Porte metropolitane.
La maxi inchiesta della Procura di Milano, esplosa il 22 luglio 2025, ha aperto squarci inquietanti sul cosiddetto “sistema deviato” che avrebbe condizionato inchieste urbanistiche strategiche della città. Al centro, chat, consulenze da centinaia di migliaia di euro e una rete ramificata di interessi trasversali tra immobiliaristi, amministratori e professionisti pubblici e privati.
L’escamotage dell’ERS
Secondo l’informativa della GdF, Marinoni – fino ad aprile presidente della Commissione Paesaggio – dialogava con l’ex assessore Tancredi sull’idea di “ricaricare una buona quota di Ers” (edilizia residenziale sociale) nei megaprogetti di Porte metropolitane, per legittimarli in chiave di interesse pubblico. Il 27 luglio 2024, Marinoni avrebbe scritto di averne discusso anche con Guido Bardelli, ex assessore alla Casa, ricevendo un feedback positivo.
Tangenti mascherate da consulenze
Sempre dagli atti emerge che Pella, ex manager di J+S, avrebbe incassato quasi 370mila euro in consulenze — interpretate dai pm come tangenti — per influenzare le scelte dentro la Commissione Paesaggio. Marinoni, secondo l’accusa, agiva da “procacciatore di affari” coinvolgendo grandi imprese nei nodi strategici di trasporto e rigenerazione urbana.
Conflitti d’interesse e false dichiarazioni
Giorgio e Alessandro Scandurra, membri della Commissione, figurano anche tra i principali indagati. Il loro modo di operare, con parametri ambigui e coinvolgimento in incarichi provenienti da costruttori – in almeno 13 casi per Marinoni e 9 per Scandurra – configura un palese conflitto di interessi.
Monetizzazioni offshore: il fronte finanziario
Non si tratta solo di chat e strategia. La Gdf ha riscontrato bonifici sospetti per svariati milioni, su conti riconducibili a Bluestone di Bezziccheri e società offshore operate da fondi a Jersey e Lussemburgo. C’è persino traccia di un bonifico da Real Step srl — legato al settore immobiliare — destinato alla campagna di Giuseppe Sala per 2.000 €, datato 21 ottobre 2021.
La reazione dell’amministrazione
Tancredi si è dimesso, affrontando l’interrogatorio com’è previsto. Il sindaco Sala si è difeso in aula il 21 luglio dichiarando: “Le mie mani sono pulite” e puntando sulla fiducia nel loro operato. Ha temporaneamente affidato le deleghe urbanistiche alla vicesindaca Scavuzzo. Il Centro‑Sinistra lo sorregge, mentre il Centro‑Destra invoca le sue dimissioni, sostenendo fortemente che “Milano merita di meglio”.
Verso i prossimi passi
Sono 74 gli indagati, sei le richieste di arresto: tra questi Catella di Coima, Scandurra, Bezziccheri, Pella, Tancredi e Marinoni. Interrogatori e difese si susseguiranno nei prossimi giorni, mentre la magistratura cerca di ricostruire se dietro il velo dell’“edilizia sociale” si celasse una ben organizzata “tangentopoli urbanistica”.
Uno scandalo che non riguarda soltanto singoli politici o imprenditori
Questo scandalo non riguarda soltanto singoli politici o imprenditori, ma incide profondamente sull’identità stessa del “modello Milano”: una metropoli che ha fatto della rigenerazione urbana il suo biglietto da visita internazionale. Ora emerge un quadro di “avidità”, “spregiudicatezza” e un vero e proprio “Pgt ombra” — come definito dagli inquirenti — costruito nel buio, tra conferenze private e chat criptiche.
L’inchiesta sfida i capisaldi del potere locale: semplificazioni amministrative, partnership pubblico‑privato e ritorno economico. Servirà adesso un processo rigoroso, perché la fiducia dei cittadini – e la credibilità dell’intero sistema – avviano la loro ricostruzione laddove la speculazione ha deviato dalla legalità.