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Immobili all’estero, stretta del fisco: accertamenti in aumento sugli italiani con case fuori dai confini

- di: Anna Montanari
 
Immobili all’estero, stretta del fisco: accertamenti in aumento sugli italiani con case fuori dai confini

Il fisco accende i riflettori sugli immobili degli italiani all’estero. Un’attenzione crescente che, secondo fonti qualificate, si tradurrà in un rafforzamento dei controlli sul monitoraggio fiscale e sugli obblighi patrimoniali legati al possesso di case, terreni e fabbricati fuori dall’Italia. È il segnale di una nuova fase operativa dell’Agenzia delle Entrate, che punta a recuperare gettito su uno dei fronti finora meno presidiati.

Immobili all’estero, stretta del fisco: accertamenti in aumento sugli italiani con case fuori dai confini

La strategia si basa sull’incrocio delle banche dati internazionali, un patrimonio informativo che negli ultimi anni è cresciuto a dismisura grazie agli accordi di scambio automatico fra amministrazioni fiscali. A Palazzo Chigi osservano con interesse: il dossier è considerato “delicato ma strategico”, spiegano fonti governative, soprattutto alla luce del quadro di bilancio e della necessità di ampliare la platea dei contribuenti effettivamente monitorati.

Nel mirino: omesse dichiarazioni e valori incongrui
Gli accertamenti riguarderanno soprattutto chi non ha riportato correttamente gli immobili nella dichiarazione dei redditi o ha indicato valori non coerenti con i parametri dei Paesi di ubicazione. Sotto la lente finiscono anche le posizioni in cui emergono discrepanze tra rendite locali e imponibile dichiarato in Italia.
Il punto sensibile resta sempre lo stesso: IVIE e monitoraggio fiscale. Due obblighi che molti contribuenti – per scarsa conoscenza o scelte consapevoli – non rispettano pienamente.

Commercialisti in allarme: rischio valanga di contenziosi
Gli studi professionali segnalano un incremento delle richieste di chiarimenti da parte dei clienti. “Il rischio è che arrivi un’ondata di comunicazioni per irregolarità formali”, avvertono alcune sigle di categoria. Una spirale che potrebbe far esplodere il contenzioso, soprattutto nelle aree – Spagna, Portogallo, Francia del Sud – dove negli ultimi anni molti italiani hanno acquistato casa attiratti dai prezzi competitivi.

L’Agenzia: operazione ordinaria, nessuna caccia alle streghe
Dal fronte amministrativo si parla di “attività ordinaria”, un’estensione fisiologica dei controlli, resa possibile dall’infrastruttura digitale oggi disponibile. Nessuna operazione punitiva, assicurano, ma un adeguamento al quadro europeo: la linea è semplice, chi possiede immobili deve dichiararli in modo corretto.
Dietro la prudenza istituzionale, però, resta un punto fermo: la vigilanza crescerà, perché il patrimonio immobiliare all’estero è ritenuto un'area critica di evasione potenziale.

Il nodo politico: entrate aggiuntive in un anno di manovra complessa
In Parlamento il tema divide. La maggioranza osserva con favore una misura che può portare qualche centinaio di milioni nel medio periodo; le opposizioni temono un impatto sproporzionato su contribuenti con piccoli investimenti e situazioni burocratiche complesse. Con un bilancio pubblico sotto pressione, però, il governo non intende arretrare.

La prossima mossa

Nei prossimi mesi arriveranno le prime comunicazioni mirate. Il fisco vuole procedere per gradi: prima richieste di chiarimento, poi – se necessario – gli accertamenti veri e propri. Una strategia soft, almeno nella forma.
Il messaggio, però, è già chiaro. La tregua è finita, ora tocca ai proprietari dimostrare di essere pienamente in regola.

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