• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

illycaffè, Sila e la fuga oltre Atlantico: tutte le aziende italiane che scommettono sugli Usa

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
illycaffè, Sila e la fuga oltre Atlantico: tutte le aziende italiane che scommettono sugli Usa

Nel momento in cui l’Europa fatica a definire una strategia industriale chiara e l’Italia soffre il peso di una burocrazia asfissiante, le imprese italiane guardano sempre più agli Stati Uniti come rifugio produttivo e commerciale. Non solo i colossi come illycaffè, ma anche medie realtà come il gruppo Sila stanno lavorando per aprire stabilimenti o acquistare strutture già esistenti in America. La prospettiva, per molti imprenditori, è sfuggire a un sistema normativo ritenuto soffocante e, al contempo, avvicinarsi al mercato più ricco del pianeta.

illycaffè, Sila e la fuga oltre Atlantico: tutte le aziende italiane che scommettono sugli Usa

L’ombra di Donald Trump, tornato protagonista della scena politica americana con toni muscolari, agita gli equilibri globali ma al tempo stesso offre rassicurazioni agli imprenditori. “L’America sarà sempre aperta per chi crea lavoro”, è il messaggio che sta passando. I dazi e le barriere doganali sono un’arma a doppio taglio, ma la stabilità delle regole fiscali, i vantaggi in alcuni Stati federali e il clima dichiaratamente “business friendly” attraggono. In questo scenario si inserisce la strategia di molte aziende italiane: aprire negli Usa conviene, anche solo per evitare complicazioni future legate alle esportazioni.

Dalla produzione alla logistica: la strategia di chi si muove adesso
Il caso illycaffè è emblematico: il brand triestino ha già un’importante presenza commerciale negli Stati Uniti, ma ora valuta strutture produttive locali per rafforzare il controllo della filiera e ridurre i costi di trasporto. Il gruppo Sila, specializzato in componentistica per l’automotive, è già in trattative per rilevare un impianto nel Midwest. Altre piccole aziende puntano ad acquisizioni mirate: non potendo costruire da zero – a causa dei tempi e dei permessi – preferiscono rilevare realtà in difficoltà e riconvertirle, magari in sinergia con partner americani.

La nuova corsa all’Ovest: investimento o necessità?
Più che un’opzione di sviluppo, quella americana diventa quasi una scelta obbligata. Chi produce in Italia si confronta ogni giorno con costi energetici più alti, ritardi nei pagamenti dalla pubblica amministrazione, incertezze legate ai bonus che cambiano con le leggi di bilancio. Il paragone con gli Stati Uniti, dove le regole fiscali restano stabili per decenni e il credito d’imposta sugli investimenti è certo e immediato, penalizza il sistema italiano. Così, anche realtà con un forte radicamento locale iniziano a considerare una seconda sede oltre oceano, da cui gestire produzione, logistica e in parte anche ricerca e sviluppo.

Il rischio desertificazione industriale e la lezione per l’Italia
La dinamica in corso potrebbe preludere a una lenta desertificazione del tessuto produttivo italiano. Se le aziende innovative, competitive e proiettate sui mercati internazionali decidono di delocalizzare il cuore della loro attività, ciò che resta rischia di essere un’ossatura debole, fatta di filiere accorciate e bassa innovazione. Il governo italiano – qualunque sia la sua composizione nei prossimi mesi – è chiamato a riflettere: le imprese non chiedono solo sussidi, ma un ambiente stabile e meno ostile alla crescita. Se la fuga in America si trasformerà in esodo strutturale, sarà già troppo tardi per rimediare.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 87 record
05/12/2025
Leonardo: accordo con la Direzione Nazionale degli Armamenti per il supporto ai velivoli C-27J Spartan
Leonardo e la Direzione Nazionale degli Armamenti hanno firmato un contratto pluriennale
05/12/2025
Asia mista, Nikkei in calo e Mumbai corre dopo la RBI
Borse asiatiche contrastate: Nikkei in ribasso su timori BOJ, Mumbai sale con il taglio ta...
05/12/2025
Miliardari record: boom di ricchezza, eredità e fughe fiscali
Mai così tanti miliardari e mai così ricchi: secondo UBS sono oltre 2.900 con 15,8 trilion...
05/12/2025
Antitrust Ue contro Meta: Whatsapp, IA e concorrenza nel mirino
L’Ue apre un’indagine su Meta per l’uso dell’IA su WhatsApp Business. Nel mirino possibili...
05/12/2025
Petrolio fermo ma teso: Ucraina e Fed tengono con il fiato sospeso
Prezzi del petrolio quasi fermi ma sostenuti da Fed e tensioni in Ucraina. Mercati in atte...
05/12/2025
Wall Street sfiora i massimi, Asia frena sul nodo tassi
Aggiornamento mercati: chiusura positiva per Wall Street con Nasdaq in rialzo e Dow quasi ...
Trovati 87 record
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720