Macro USA: inflazione in linea con le attese, deludono le vendite al dettaglio

- di: Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia
 

Il Bureau of Labor Statistics ha pubblicato i dati sull’inflazione relativa al mese di aprile negli Stati Uniti. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha evidenziato, su base annuale, un rialzo del 3,4%, in linea con le attese del mercato (a marzo al 3,5%). Su base mensile il CPI ha mostrato una variazione del +0,3% (aspettative fissate per un +0,4%, a marzo +0,4%). L’indice core (ovvero esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato una crescita del 3,6% (previsioni del mercato al 3,6%, a marzo +3,8%). È la crescita più bassa dal 2021. Su base mensile l’aumento dei prezzi core è stato pari allo 0,3%, in linea con le stime del consensus.

Il dato maggiormente market mover è stato quello sulle vendite al dettaglio che ha sorpreso in negativo. In aprile le vendite al dettaglio sono rimaste invariate su base mensile, ben inferiori rispetto alle attese che si aspettavano una crescita dello 0,4% m/m.

 

Sorprendono negativamente le vendite al dettaglio. Inflazione in calo ma in linea con le attese. FED taglierà i tassi a fine estate?

L’attenzione della comunità finanziaria era tutta rivolta alla pubblicazione del dato sull’inflazione che doveva essere “game changer” per le scelte della Federal Reserve in politica monetaria. I dati sull’andamento dei prezzi al consumo hanno confermato perfettamente le aspettative di mercato non portando quindi un particolare impatto sulle piazze finanziarie.

Deludente è stato invece il dato sulle vendite al dettaglio, principale fattore che influenza il PIL statunitense. Il debole dato in aprile e la revisione al ribasso per il mese di marzo aumentano le probabilità che qualche membro della FED possa votare per un taglio anticipato dei tassi di interesse anche nel mese di luglio. Al momento il mercato sconta al 70% di probabilità che il primo taglio del costo del denaro negli States sia a fine estate nel meeting del 18 settembre.

Nel breve termine non esistono al momento le condizioni per procedere a un cambio nelle strategie monetarie da parte della Federal Reserve. Crediamo che sia altamente probabile che la FED possa continuare a monitorare l’andamento delle variabili macroeconomiche (in particolare inflazione, PIL e disoccupazione) e decidere nel corso dei prossimi mesi la direzione della politica monetaria. Riteniamo anche noi molto probabile che la riunione del 17-18 settembre, accompagnata dalla pubblicazione delle nuove proiezioni macroeconomiche (e il grafico dotplot), sia quella più plausibile per il primo taglio del costo del denaro da parte della Federal Reserve.

 

Reazione dei mercati

Dopo la pubblicazione dei dati macro abbiamo assistito in particolare a una debolezza del dollaro. Il cambio eurodollaro ha toccato un picco a 1,0870 per poi scendere a 1,0850.

 

Tags: esteri, usa
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