Medio Oriente: stallo nelle trattative per una tregua; Israele ordina l'evacuazione a Khan Younis
- di: Redazione
Le trattative per raggiungere un accordo che consenta una nuova sospensione dei combattimenti nella Striscia di Gaza sembrano segnare il passo, tra la sbandierata intransigenza delle parti. Le possibili aperture di Israele oggi hanno avuto come riscontro la durezza delle posizioni di Hamas.
Secondo quello che ha riferito una attendibile fonte palestinese alla BBC, i colloqui in Egitto, alla presenza del capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, si sono conclusi ''senza risultati''. La fonte ha precisato che Hamas ha posto le sue condizioni (che Israele difficilmente accetterà senza che prima venga risolta la questione degli ostaggi): ''Nessun accordo di scambio verrà concluso prima di un cessate il fuoco definitivo ".
Da parte sua, il primo ministro israeliano, Benaymin Netanyahu, sembra escludere qualsiasi cessate il fuoco a Gaza prima della “eliminazione” di Hamas.
Medio Oriente: stallo nelle trattative per una tregua; Israele ordina l'evacuazione a Khan Younis
Israele ha ordinato intanto l'evacuazione di una vasta area a Khan Yunis, la più grande città nel sud della Striscia di Gaza , hanno riferito le Nazioni Unite. Secondo l'organizzazione, l'area ospitava più di 111.000 abitanti prima dell'inizio dell'offensiva israeliana due mesi fa, e ora conta circa 141.000 palestinesi che si rifugiano in trentadue campi per sfuggire ai combattimenti.
Stallo sostanziale anche in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ha nuovamente rinviato il voto, previsto per ieri, su una risoluzione intesa a migliorare la catastrofica situazione umanitaria a Gaza.
"Il Consiglio di Sicurezza ha deciso di continuare i negoziati oggi e di dare più tempo alla diplomazia", ha detto alla stampa l'ambasciatore dell'Ecuador, José Javier de la Gasca Lopez Dominguez, dopo consultazioni a porte chiuse.
Una votazione è prevista per oggi. Si allarga, intanto, il fronte internazionale che preme su Gerusalemme affinchè le forze israeliani conducano operazioni mirate, che quindi non coinvolgano i civili. Per ultimo ha parlato il presidente francese Emmanuel Macron che ha avvertito Israele che combattere il terrorismo non significa "radere tutto a Gaza" , ripetendo il suo appello per una tregua che ''porti ad un cessate il fuoco per ragioni umanitarie'' .
Secondo Hamas, sono ventimila - ottomila dei quali bambini - i palestinesi morti nei combattimenti e nei bombardamenti dall'inizio della guerra.
Le forze armate israeliane hanno intanto aggiornato il bilancio dei militari morti. Con i tre di cui è stato annunciato oggi il decesso, il numero dei soldati morti, dall'inizio dell'offensiva di terra, il 27 ottobre, è di 137.
L'IDF ieri ha annunciato di avere scoperto una nuova rete di tunnel, a Gaza, utilizzati da ''alti dirigenti'' di Hamas. I tunnel erano situati "nelle immediate vicinanze di negozi, edifici governativi, residenze e una scuola" .
Questa mattina, intanto, Hezbollah, movimento armato alleato di Hamas in Libano, ha annunciato di aver lanciato razzi nel nord di Israele. In precedenza, l’esercito israeliano aveva spiegato di aver colpito un “centro di comando operativo” di Hezbollah e di aver sparato sui combattenti diretti verso il confine vicino a Metula. Hezbollah ha confermato la morte di un combattente, ucciso mentre ''era in viaggio verso Gerusalemme'' .
Le agenzie delle Nazioni Unite continuano a denunciare la crisi umanitaria che scuote Gaza, dove metà della popolazione soffre di fame estrema o grave e il 90% rimane regolarmente senza cibo per un’intera giornata.
''L’assalto delle forze di occupazione israeliane contro il sistema sanitario di Gaza sta assumendo le forme più sadiche - ha affermato Francesca Albanese, relatrice delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati -. Gli ospedali e il personale medico sono sacri ”, ha aggiunto, denunciando una ''guerra insensata contro la popolazione di Gaza'' .