L'Italia scopre l'acqua calda: la crudeltà del Grande Fratello televisivo

- di: Redazione
 
La decisione di un concorrente del Grande Fratello (ci rifiutiamo di qualificare la trasmissione come riservata ai Vip, posto che la quasi totalità dei partecipanti sono perfetti sconosciuti o personaggi che cercano la perduta - e relativa - notorietà d'un tempo) di abbandonare la competizione a causa del proprio disagio psichico sembra avere scatenato nel popolo degli italici telespettatori un moto di rivolta per le circostanze in cui è maturata la decisione. Ma soprattutto per il corollario di battute, insulti o peggio riservati a Marco Bellavia, di cui s'erano televisivamente perse le tracce dal molto tempo.

L'Italia scopre la crudeltà del Grande Fratello

Pur se si tratta sempre di una tenzone televisiva, con un pubblico ben determinato, in attesa sempre di assistere a qualcosa di trasgressivo, il Grande Fratello riesce a portarsi dietro un certo fascino, anche se è ben difficile capire quale esso sia. Mettere insieme un gruppo eterogeneo, in cui ad eccellere - si fa per dire - sono i più freaks, quelli cioè che assommano caratteristiche negative, ambigue e scientemente discriminatorie, è un escamotage vecchissimo, che riecheggia alcuni artifici cari alla letteratura ''gialla'', in cui più persone sono costrette in un ambiente chiuso e devono lottare per la sopravvivenza.
Con le debite proporzioni e i necessari distinguo, il Grande Fratello (nelle versione 'ordinary' o 'important' ) è la stessa cosa. Solo che, trattandosi di una trasmissione televisiva per la quale è stata decisa la totale assenza di un filtro, limitandosi a reprimende solo successive, la lotta per restare diventa feroce, con l'aggravante che le precedenti edizioni hanno fatto scuola, affinando tecniche perverse per colpire il potenziale avversario e contribuire alla sua eliminazione.

E' quanto accaduto a Marco Bellavia che, per sua ammissione, soggetto a stati di depressione, è stato fatto televisivamente a pezzi dai suoi colleghi, che gli hanno costruito addosso le vesti dello sfigato e, quindi, per questo potenzialmente un beniamino del pubblico, da sempre vicino al più debole e che guarda con distacco ai concorrenti che si presentano con una personalità forte o aggressiva. Colpire il collega, quindi, giocando sulla sua ammessa debolezza che, a lungo andare, poteva anche essere per lui un atout nella corsa alla vittoria.
Lo hanno attaccato quasi tutti. E quando diciamo ''attaccato'' usiamo un modo neutro di definire la sostanza delle cose dette o ''sperate'' per lui.

Tale Daniele Del Moro (di cui sconoscevamo assolutamente l'esistenza su questa terra, sino alla lettura oggi delle sue dichiarazioni) ha detto, parlando di Bellavia: "Io mi sento preso per il culo quando parlo con Marco, secondo me lo fa di proposito. Dice delle cose che mi fanno senso, io gliel'ho detto che non gli parlo più perché per me è morto".
A lui hanno fatto ecco le profonde ''considerazioni'' di Gegia, attrice famosa qualche decennio fa: "Sì, hai ragione, secondo me quello è pazzo, è matto, è malato". Poi è arrivata Patrizia Rossetti, conduttrice tv, che ha sentito la necessità di chiosare che "se hai dei problemi stai a casa tua figlio mio. Cioè se hai dei problemi psicologici non vieni al Grande Fratello Vip. Te ne stai a casa e basta. Qui non guarisci, qui impazzisci. Non è che qui vieni a fare psicanalisi". Poi la chicca finale di Elenoire Ferruzzi, descritta come ''artista musicale'', quale che sia il significato di questa criptica definizione. ''Ma sì Patrizia, questo è fuori, è proprio scemo, non ignorante, che è peggio. Eh no dai, stai lì e vai alla neurodeliri".

Solo ora la gente, davanti alla decisione di Marco Bellavia di fare felici i suoi colleghi, togliendo garbatamente il disturbo, sembra avere scoperto quanta cattiveria si sia insinuata nella casa del Grande Fratello e come i battibecchi e le sfide d'amore della prima edizione fossero una visione da fiaba dell'odio, strumentale, che si manifesta nel GFvip. Oggi gli sponsor cominciano a prendere le distanze, dicendo che non riescono a ritrovarsi nelle dinamiche perverse che si respirano dentro la casa, quasi che quanto sta accadendo sia una cosa inattesa.
Ma di gesti concreti nemmeno l'ombra. In passato dei concorrenti sono stati cacciati dalla competizione soprattutto per qualche frase o parola di troppo che avevano sconfinato nella volgarità.
Ma, ci chiediamo, non è molto più volgare chiedere che un collega, che aveva ammesso il suo disagio psichico, sia espulso dalla casa o, peggio, ricoverato, il tutto condendo la richiesta con definizioni molto vicine all'insulto?

Se il gran ciambellano di questo rito crudele che si trascina da anni, Alfonso Signorini, ha a cuore la sua creatura, abbia la forza o il coraggio di fare piazza pulita, espellendo tutti coloro che hanno mostrato il peggio di loro stessi e che solo dopo i moltissimi messaggi di condanna, fioriti sui social, hanno fatto una ipocrita retromarcia.
Ma siccome lo spettacolo deve andare avanti, tutto resterà come prima e il caravanserraglio di sconosciuti o dimenticati, che della loro diversità fanno un utilizzo quasi spregevole, andrà avanti per settimane, in attesa della prossima esplosione di odio (sia pure mediatico).
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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