Rivolta in rete contro Google per il licenziamento di una attivista nera

- di: Redazione
 
Più di 1.400 dipendenti di Google e più di 1.900 accademici e membri della società civile americana hanno firmato un appello online chiedendo a Google spiegazioni sul licenziamento di una ricercatrice nera. Timnit Gebru, che lavora su questioni etiche legate all'intelligenza artificiale (AI) per conto del gigante californiano, ha dichiarato con alcuni messaggi postato sul suo profiloTwitter d'essere stata di fatto licenziata dopo che si era lamentata, in una chat interna, accusando l'azienda di zittire le "voci emarginate".

Secondo quanto raccolto dalla redazione della radio pubblica americana NPR, Gebru avrebbe affermato nei suoi messaggi che le sarebbe stato ordinato di ritirare un articolo scientifico sul possibile uso dell'intelligenza artificiale per imitare commenti odiosi o di parte.

Questa richiesta, secondo quanto dichiarato dal responsabile dell'intelligenza artificiale di Google, Jeff Dean, era motivata dal fatto che l'articolo non soddisfaceva i livelli dei requisiti per la pubblicazione, avendo dei "difetti significativi che ci impedivano di essere a nostro agio con l'idea di associare ad esso il nome di Google".
Oltre a sollecitare chiarimenti tempestivi in merito alla vicenda dell'articolo non pubblicato, gli oltre 3.300 firmatari della petizione online chiedono ora a Google un "impegno inequivocabile a rispettare l'integrità scientifica e la libertà accademica".

Attivista particolarmente attiva nel campo dell'inclusività e nelle richieste di una maggiore diversità sul lavoro, Timnit Gebru ha co-fondato il gruppo Black in AI, che mira ad aumentare la presenza dei neri nel campo dell'intelligenza artificiale. Etiope-americana, ha studiato in particolare la propensione delle tecnologie di riconoscimento facciale a identificare erroneamente le persone di colore.

Il suo licenziamento arriva in un pessimo momento di "PR" per Google: basti pensare che il colosso statunitense era stato chiamato soltanto mercoledì scorso da un'agenzia federale degli Stati Uniti a rispondere alle accuse di sorveglianza contro membri del suo staff impegnati in una qualche forma di attivismo.
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