Giappone: il Partito Liberal Democratico del premier Ishiba perde la maggioranza

- di: Redazione
 
Le elezioni per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti, in Giappone, ha segnato una significativa svolta nella politica del Paese, con la sconfitta del Partito Liberal Democratico - che ha espresso il primo ministro Ishiba - e del suo alleato Komeito, pagando pesantemente la delicata contingenza economica e gli scandali in cui il PLD è stato in qualche modo coinvolto. Le elezioni hanno invece registrato un aumento significativo, di voti e quindi di seggi, del Partito democratico costituzionale che, secondo gli analisti, ha raccolto la rabbia dell'elettorato e non, invece, una convinta adesione al suo programma.

Giappone: il Partito Liberal Democratico del premier Ishiba perde la maggioranza

Un quadro che, per la prima volta dalle elezioni del 2009, vede la coalizione al potere non raggiungere la maggioranza, pur se l'LDP ha mantenuto quella relativa nella camera bassa.
Molto ha comunque determinato nell'elettorato giapponese, tradizionalmente molto moderato, il caso di corruzione legato ai finanziamenti illeciti ai politici , scoperto l'anno scorso, che ha coinvolto alti esponenti e membri del governo del LDP, danneggiandone l'immagine e scatenando l'ira dell'opinione pubblica.

Lo scandalo ha visto decine di eletti del LDP indagati per avere intascato milioni di dollari di proventi da raccolte fondi politiche, mentre le famiglie combattevano contro l'inflazione, i prezzi elevati, i salari stagnanti e un'economia praticamente ferma. La conseguenza della disaffezione dell'elettorato nei confronti del partito di governo, ha guidato il Giappone quasi ininterrottamente dal 1955, è stata la sconfitta di ieri.
Ma il voto non ha indicato un netto vincitore, dal momento che la frammentazione dell'opposizione non ha consentito di emergere come alternativa praticabile, quando la gente ne stava cercando una.

Nonostante le gravi perdite, il LDP ha comunque vinto più seggi (191) del più grande partito di opposizione, il Partito Costituzionale Democratico (CDP), il cui totale finale è di 148 seggi.
La coalizione di governo uscente ha pagato soprattutto il ridimensionamento del Komeito, che ha perso diversi seggi (ora ne ha 24), tra i quali quelli di alcuni dei suoi esponenti.
Il voto, per come ha ammesso il primo ministro Shigeru Ishiba, suona come un "giudizio severo", poiché, come ha detto non appena il quadro del futuro parlamento si è delineato, gli elettori hanno "espresso il loro forte desiderio che il PLD rifletta e diventi un partito che agisca in linea con la volontà del popolo".

Le elezioni anticipate, che Ishiba ha voluto, si sono dimostrate una mossa controproducente, tanto che ora, per restare al potere, l'LDP sarà costretto a cercare alleati tra i partiti che, sino a ieri, ha avuto come avversari. E sarà costretto a farlo in una posizione di debolezza, preparandosi quindi a fare delle concessioni se vuole restare al governo.
Il voto di ieri, sebbene fosse nell'aria, è stato uno schiaffo per il LDP che, da quando è tornato al potere, nel 2012, è riuscito a vincere ogni elezione, quasi senza opposizione.
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