Giappone, condannato a morte un boss della yakuza: "Non poteva non sapere"

- di: Redazione
 
A conclusione di un processo - in cui la giuria, per motivi di sicurezza, era composta da soli giudici togati e che si è protratto per due anni, calamitando l'attenzione dell'intero Giappone - la corte del distretto giudiziario di Fukuoka ha condannato a morte il capo di una organizzazione criminale (la yakuza, tollerato fenomeno esclusivo della società nipponica, con importanti risvolti anche nella vita economica del Paese), infliggendo al suo principale luogotenente la condanna all'ergastolo. La condanna capitale - per la prima volta decisa nei confronti di un boss yakuza - è stata decisa sulla base del principio del 'non poteva non sapere', attribuendo a Nomura un tale controllo sull'organizzazione che escludeva che suoi affiliati potessero decidere autonomamente di uccidere qualcuno senza avere quindi da lui uno specifico mandato.

BOSS DELLA YAKUZA CONDANNATO A MORTE

Il capo del gruppo, denominato Kudo-kai (che ha come territorio d'azione l'area di Fukuoka), Satoru Nomura, 74 anni, è stato condannato a morte per il suo coinvolgimento in quattro episodi violenti. All'ergastolo è stato condannato il suo braccio destro, Fumio Tanoue, 65 anni.
La corte, presieduta dal giudice Ben Adachi, ha accolto le tesi della procura (condanna a morte per Nomuta; ergastolo per Tanoue; multa per entrambi di 20 milioni di yen (circa 182 mila dollari). La sentenza, pur non essendoci prove dirette per collegare i due imputati ai fatti del processo, li ha comunque condannati, nonostante Nomura e Tanoue si siano ripetutamente dichiarati estranei.
Nomura, dopo la lettura del dispositivo, ha minacciato il giudice Adachi: "Ti avevo chiesto un giudizio equo. Ma questo non è affatto giusto. Te ne pentirai per il resto della tua vita".

È stata la prima volta che una procura distrettuale ha chiesto la pena di morte per il capo yakuza sulla base della legge sulla prevenzione di atti criminali. Gli episodi contestati risalgono a molti anni fa. Nel 1998 il leader di una cooperativa di pesca (di cui la yakuza intendeva assumere il controllo economico) fu ucciso a colpi di arma da fuoco per le strade di Kita-Kyushu. Nel 2012 un ex agente di polizia della prefettura di Fukuoka fu ucciso, anche lui a Kita-Kyushu. A Fukuoka, nel 2013, fu accoltellata un'infermiera di una clinica medica dove Nomura era stato ricoverato, lamentandosi dell'assistenza che gli era stata riservata. L'ultimo episodio risale al 2014, quando un dentista, parente dell'ex leader della cooperativa di pesca ucciso nel 1998, è stato accoltellato.

Il castello delle accuse dei pubblici ministeri si è basato sulla considerazione che, assodato che a commettere i quattro atti di violenza siano stati uomini della Kudo-kai, struttura fortemente gerarchizzata, era impensabile che essi abbiano agito senza un ordine di Nomura e l'organizzazione di Tanoue. Nel settembre 2014 la polizia della prefettura di Fukuoka lanciò una massiccia operazione per distruggere il Kudo-kai, arrestando capi - come Nomuera e Tanoue - e gregari. Secondo la polizia, alla fine del 2020, la Kudo-kai aveva circa 430 membri, tra affiliati e ''reclute''. L'organizzazione ebbe il suo periodo di maggiore potenza intorno alla fine del 2008, con oltre 1.200 affiliati.

Per motivi di sicurezza, il tribunale distrettuale di Fukuoka ha deciso di escludere dal processo la giuria laica, formandola invece con soli giudici togati.
Kudo-kai ha sede a Kita-Kyushu, un'importante città portuale nella prefettura vicino alla sua capitale, Fukuoka, e porta d'ingresso alla regione di Kyushu, estendendo la sua influenza nelle aree intorno a Tokyo, con organizzazioni affiliate.
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