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Gaza, l’infanzia sotto i droni: la denuncia di Save The Children

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Gaza, l’infanzia sotto i droni: la denuncia di Save The Children

“I droni sono diventati la colonna sonora dell’infanzia a Gaza”. È con queste parole che Dan Stewart, portavoce di Save The Children, descrive la vita quotidiana di centinaia di migliaia di bambini cresciuti sotto assedio. Non si tratta di una metafora ma di una realtà scandita dal rumore costante dei velivoli senza pilota che sorvolano la Striscia, giorno e notte, a volte per sorveglianza, altre per colpire. Un rumore che diventa compagno forzato di giochi interrotti, di notti insonni, di una paura che non lascia scampo. La Ong ha diffuso un breve video di denuncia che mostra quanto la presenza dei droni pesi sulla psiche dei più piccoli, trasformando ogni momento in un potenziale preludio al terrore.

Gaza, l’infanzia sotto i droni: la denuncia di Save The Children

Save The Children spiega che l’effetto di questa esposizione prolungata non è meno grave delle privazioni materiali. “Vivere sotto i droni significa crescere in un clima di ansia cronica, con la costante sensazione che un attacco possa colpire in qualsiasi momento” affermano i responsabili del programma. I bambini faticano a dormire, soffrono di incubi ricorrenti, manifestano sintomi di stress post-traumatico. Un’intera generazione, che costituisce oltre la metà della popolazione della Striscia, rischia di vedere compromessa la propria crescita psicologica e sociale.

Vita tra macerie e incertezze
Il video diffuso dall’organizzazione mostra case distrutte, scuole danneggiate, quartieri ridotti a cumuli di macerie. A queste immagini si aggiunge la voce dei piccoli, che raccontano cosa significhi svegliarsi di soprassalto per il rumore dei motori in cielo, interrompere una partita a pallone o non riuscire a concentrarsi sui compiti scolastici perché sopra le loro teste ronzano i droni. Il conflitto a Gaza ha già tolto acqua potabile, elettricità e servizi essenziali a gran parte della popolazione. Ma a colpire di più, secondo Save The Children, è la normalizzazione della paura: i bambini imparano a convivere con essa, come se fosse un elemento inevitabile della loro crescita.

L’appello ai decisori politici
Nella sua denuncia, la Ong chiede alla comunità internazionale di mettere la protezione dei minori al centro di ogni negoziato e di ogni decisione politica sulla guerra. Corridoi umanitari sicuri, accesso garantito agli aiuti e stop agli attacchi indiscriminati sono le condizioni minime richieste per tutelare chi oggi non ha voce. “I bambini non devono pagare il prezzo più alto di un conflitto che non hanno scelto” afferma Stewart. Save The Children invita inoltre a riconoscere che le conseguenze psicologiche del conflitto avranno effetti a lungo termine, ben oltre la fine delle ostilità.

Un messaggio universale
Il video ha un obiettivo chiaro: ricordare al mondo che dietro i numeri delle vittime e delle statistiche ci sono vite reali, fatte di sogni interrotti e infanzie negate. La guerra non devasta solo le infrastrutture ma anche il tessuto umano e culturale di una società. E i bambini, che dovrebbero rappresentare il futuro, rischiano di crescere in un presente che li abitua alla paura. Per Save The Children la protezione dei minori non è solo una questione umanitaria ma un investimento sul domani della regione: senza di essa, nessuna prospettiva di pace potrà reggere.

L’infanzia rubata
La colonna sonora dei droni, raccontata nel video e dalle testimonianze raccolte, è la prova di una generazione privata della serenità di base. Per i bambini di Gaza l’infanzia non è più sinonimo di spensieratezza, ma di sopravvivenza quotidiana. Ogni giorno trascorso sotto quel ronzio incessante li allontana da ciò che dovrebbe essere un diritto universale: crescere senza paura. Ed è proprio questa perdita silenziosa, meno visibile delle macerie e delle ferite fisiche, a rappresentare il lascito più drammatico del conflitto.

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