Afghanistan: fermati tre presunti taliban infiltratisi in volo umanitario per la Francia

- di: Jean Aroche
 
La notizia, che giunge dalla Francia, del fermo di tre persone che, arrivate dall'Afghanistan nell'ambito del ponte aereo che sta portando in Occidente migliaia di afghani, alimenta i timori che i taliban approfittino di questa situazione per infiltrare loro uomini nei Paesi che si stanno impegnando nell'operazione umanitaria. I tre sono stati sottoposti a fermo per il sospetto che siano legati al movimento degli studenti coranici che hanno preso il potere in Afghanistan. L'interrogativo che è ora all'attenzione degli investigatori francesi (e quindi anche di quelli dei Paesi dove sono arrivati afghani e altri stanno per farlo) è se i taliban hanno fatto imbarcare sui voli diretti in Occidente con uno scopo preciso.

Secondo la stampa, i servizi segreti francesi hanno individuato nei giorni scorsi almeno tre persone vicine ai taliban, tra cui un giovane nato nel 1995, indicato solo con il nome e l'iniziale del cognome, Niangalay S., nato nella provincia di Logar, nell'est del Paese, a meno di cento chilometri da Kabul. Il giovane ha potuto approfittare di un'operazione di trasferimento in Francia, fatta il 18 agosto, secondo la polizia, grazie alla confusione che regnava nella capitale.

Trasferito dall'ambasciata francese all'aeroporto internazionale di Kabul, poi ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti) con aerei militari A400M, ha poi potuto raggiungere la Francia. Proprio durante questo volo il suo profilo avrebbe destato sospetti, confermati all'arrivo all'aeroporto di Roissy-Charles-de-Gaulle. Gli investigatori hanno accertato che Niangalay S. appartiene a un gruppo di quattro persone formalmente identificate, tra cui due fratelli nati a Kabul. Tutti questi individui sono stati visti portare armi nelle file dei taliban nella capitale afghana dopo la conquista della città e anche pochi giorni prima del loro rimpatrio.

Da parte sua, il giovane non solo avrebbe ammesso di appartenere al movimento taliban, ma avrebbe anche confermato gli elementi raccolti dai servizi di intelligence, secondo i quali ricopriva in particolare la funzione di capo di un posto di blocco situato non lontano dall'ambasciata francese prima di mescolarsi con il flusso di profughi accolti nell'edificio quando la città è caduta. Ha poi approfittato dell'urgenza della situazione per imbarcarsi su aerei francesi. Ed è sulle sue effettive ragioni che stanno lavorando gli uomini dell'intelligence francese che ammettono che, nel disordine di Kabul, i controlli sulle identità di coloro che chiedevano d'essere trasferiti in Occidente sono stati difficili, quando non impossibili.

"Era necessario evacuare con urgenza e lo smistamento a monte avrebbe potuto essere difettoso. Le maglie della rete, invece, si stringono non appena i casi più dubbi arrivano sul territorio nazionale", ha detto una fonte della polizia.
A sollecitare il fermo dei sospettati è stato il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, parlando dei legami tra loro e un movimento che si dà come fine l'istituzione di un emirato islamico governato dalla sharia, e il terrorismo come mezzo”, sottolineando poi che il loro comportamento può costituire “un minaccia alla sicurezza e all'ordine pubblico”.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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