Francia nel caos: Bayrou si dimette, Le Pen invoca elezioni. Cresce la pressione su Macron ed Europa

Alle 12 è arrivato l’annuncio ufficiale: François Bayrou lascia la guida del governo francese. La sfiducia dell’Assemblea nazionale, con 364 voti contrari e solo 194 favorevoli, ha reso impossibile per il premier proseguire. Una bocciatura netta che apre una fase di instabilità non solo a Parigi, ma anche all’interno dell’Unione Europea, che guarda con apprensione alla crisi politica nel secondo Paese dell’eurozona.

Francia nel caos: Bayrou si dimette, Le Pen invoca elezioni. Cresce la pressione su Macron ed Europa

Le dimissioni hanno offerto un assist alle opposizioni. Marine Le Pen ha parlato di “fine dell’agonia di un governo fantasma”, chiedendo con forza lo scioglimento dell’Assemblea e nuove elezioni. Jean-Luc Mélenchon ha rincarato la dose, chiamando direttamente in causa l’Eliseo: “Ora se ne vada Macron”. Due voci radicalmente opposte sul piano politico ma unite nel denunciare l’esaurimento della formula centrista che ha governato la Francia negli ultimi anni.

La Borsa e lo spread
La Borsa di Parigi ha aperto in mattinata con oscillazioni forti, stabilizzandosi poco sopra la parità. Gli investitori restano cauti, temendo un vuoto di potere in grado di rallentare le decisioni economiche. Lo spread tra OAT francesi e Bund tedeschi ha registrato un lieve aumento, segnale che la crisi politica di Parigi si riverbera anche sul mercato del debito europeo. L’Europa teme che la fragilità francese possa trasformarsi in un nuovo fronte di instabilità finanziaria dopo i mesi turbolenti vissuti da altri Stati membri.

Il peso sull’economia francese
La crisi arriva in un momento delicato per la Francia. La crescita rallenta, la produzione industriale è in calo e l’inflazione continua a pesare sui consumi. L’uscita di scena di Bayrou rischia di congelare riforme già avviate, dagli incentivi alla transizione energetica fino al piano per la competitività industriale. Bruxelles guarda con preoccupazione: la Francia è chiamata a rispettare le nuove regole del Patto di stabilità, ma senza un governo stabile ogni negoziato con la Commissione rischia di complicarsi.

Le ricadute europee
Il vuoto politico francese si riflette immediatamente sugli equilibri comunitari. Con Berlino impegnata a gestire le difficoltà interne e Roma in posizione più isolata, l’instabilità a Parigi rischia di lasciare l’Unione senza la sua tradizionale guida franco-tedesca. La crisi potrebbe rallentare i dossier strategici sul tavolo dell’UE: dal nuovo bilancio pluriennale alla politica industriale comune, fino alla gestione dei flussi migratori.

La piazza e i segnali di tensione
Alla dimensione parlamentare si affianca la protesta sociale. La prefettura di Parigi ha denunciato il ritrovamento di teste di maiale davanti ad alcune moschee, episodi che accendono le tensioni comunitarie. Intanto cresce l’attesa per la manifestazione convocata dal movimento “Blocchiamo tutto”, che domani porterà nelle strade migliaia di persone contro l’Eliseo. Un clima di protesta che rischia di paralizzare la capitale e di aumentare la pressione sul presidente Macron.

Un’Europa preoccupata
Per l’Unione Europea la crisi francese non è un affare interno. La stabilità di Parigi è essenziale per l’equilibrio dell’eurozona e per la tenuta politica della Commissione. I mercati osservano con attenzione: un prolungato stallo politico potrebbe riflettersi sull’intera area, allargando gli spread e alimentando le difficoltà già esistenti. La Francia, insieme alla Germania, è stata storicamente motore del progetto europeo: oggi la sua incertezza rischia di aprire un vuoto di leadership che Bruxelles non può permettersi.