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“Food, Wine & Co.” torna al Macro di Roma

- di: Anna Montanari
 
“Food, Wine & Co.” torna al Macro di Roma

Il 10 dicembre il Museo Macro apre le porte alla 14ª edizione di Food, Wine & Co., appuntamento che negli anni si è trasformato in un vero laboratorio di idee per il mondo del cibo e del vino. Promosso dai Master dell’Università di Tor Vergata in collaborazione con la Fondazione Gambero Rosso, il meeting mette in connessione imprese, accademici, esperti di marketing, comunicatori e policy maker. È un luogo dove si osserva la trasformazione di uno dei comparti più strategici del Paese, un’industria che impiega milioni di persone e rappresenta una parte rilevante dell’identità nazionale.

“Food, Wine & Co.” torna al Macro di Roma

Il valore della filiera agroalimentare italiana supera i 707 miliardi di euro, confermando il settore come una delle colonne portanti dell’economia. L’export continua a crescere stabilmente, sostenuto dalla reputazione internazionale del Made in Italy, ma anche da consumatori globali più esigenti e orientati verso prodotti certificati, sostenibili e tracciabili. Le imprese della ristorazione, oltre 327mila, assorbono una quota significativa dell’occupazione e mostrano segnali di ripartenza, mentre l’agricoltura mantiene un presidio essenziale sul territorio con quasi mezzo milione di addetti.

Parallelamente crescono però fenomeni imitativi come l’italian sounding, che sottraggono al Paese un valore potenziale stimato in decine di miliardi. La presenza di prodotti “finti italiani” in alcuni mercati arriva a rappresentare quasi il 70% dell’offerta di scaffale: un quadro che rende urgente un salto qualitativo nella comunicazione, nella certificazione e nella narrazione dell’origine.

Marketing, autenticità e nuove tecnologie come leve competitive
Secondo la professoressa Simonetta Pattuglia, l’evoluzione del settore richiede strategie di marketing profondamente rinnovate. Non basta più la qualità intrinseca del prodotto: servono narrazione consapevole, trasparenza verificabile e una partecipazione attiva dei consumatori. La marca deve farsi portatrice di valori etici, territoriali e ambientali, diventando interprete dei cambiamenti sociali.

In questo scenario, tecnologie come blockchain, QR code intelligenti, sistemi di certificazione automatizzata e piattaforme digitali di tracciamento diventano strumenti centrali. La filiera deve imparare a comunicare non solo ciò che produce, ma come lo produce, quali risorse utilizza, che impatto genera sull’ambiente e quali legami mantiene con i territori.

Dai prodotti ai servizi: l’economia dell’esperienza
La trasformazione riguarda anche la modalità con cui le imprese generano valore. L’enoturismo, la cucina esperienziale, le degustazioni guidate, le iniziative formative e la didattica sensoriale si affermano come estensioni naturali del prodotto. Il consumatore cerca qualità, ma anche relazione, coinvolgimento e consapevolezza.

Allo stesso tempo crescono due segmenti distinti: il premium, trainato dall’alta gamma, e il segmento consapevole, attento al rapporto qualità-prezzo-impatto. Le imprese sono chiamate a parlare a entrambe le platee, con un linguaggio differenziato e una proposta coerente.

La qualità come metrica: un cambio culturale per il Made in Italy
Paolo Cuccia, vicepresidente della Fondazione Gambero Rosso, sottolinea la necessità di trasformare concetti spesso evocati — sostenibilità, tradizione, innovazione — in parametri misurabili. La vera competitività del sistema, afferma, dipenderà dalla capacità di rendere la qualità un valore documentabile, trasparente e condiviso lungo tutta la filiera.

La dimensione internazionale rende questo passaggio inevitabile: mercati maturi come Stati Uniti, Germania e Giappone richiedono standard sempre più rigorosi, mentre i nuovi mercati emergenti cercano autenticità e garanzia dell’origine. Il Made in Italy dovrà quindi presentarsi con strumenti di misurazione che rendano comparabile il valore dei propri prodotti a livello globale.

Un programma che mette in dialogo mondi diversi
La struttura della giornata riflette la complessità del settore. Le sessioni dedicate agli stili di vita e ai nuovi trend aprono una riflessione su come stanno cambiando le abitudini alimentari e il rapporto tra benessere, sport e nutrizione. L’attenzione ai territori produttivi e alle loro specificità mira a valorizzare il legame tra paesaggio, biodiversità, tecniche di produzione e identità alimentare.

L’approfondimento sulle dinamiche d’impresa analizza invece le nuove sfide dell’internazionalizzazione, della gestione delle catene del valore e dell’adozione delle tecnologie digitali. Il confronto tra esperti di marketing, imprenditori agricoli, manager dell’industria alimentare e consulenti tecnologici offre una visione integrata che raramente si ritrova in un unico appuntamento.

Visioni che diventano azioni: istituzioni e imprese al tavolo
La tavola rotonda dedicata alla transizione dalle visioni alle azioni sarà uno dei momenti più attesi. Il dialogo tra rappresentanti della distribuzione, delle imprese e delle istituzioni toccherà temi come la competitività dei prodotti italiani, la necessità di una formazione continua, il ruolo della regolazione e il contributo dell’innovazione. L’obiettivo è costruire un terreno comune da cui partire per rafforzare l’intero sistema alimentare nazionale.

Premi, degustazioni e networking per chiudere l’evento

La giornata si concluderà con il conferimento dei riconoscimenti Top Italian Food, seguiti da un momento di networking e da una degustazione dedicata ai prodotti selezionati e ai vini Trentodoc. Uno spazio che unisce celebrazione, scambio professionale e promozione delle eccellenze, offrendo ai partecipanti un'esperienza immersiva del valore espresso dal settore.

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