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Mercati in apnea tra dati Usa, Nvidia e giudizio Moody’s

- di: Vittorio Massi
 
Mercati in apnea tra dati Usa, Nvidia e giudizio Moody’s
Mercati in apnea tra dati Usa, Nvidia e giudizio Moody’s
Settimana decisiva tra ritorno delle statistiche, bolla AI e rating Italia.
 
(Foto: la sala centrale di Wall Street).

Dopo settimane sospese, con le statistiche americane bloccate dallo shutdown e le Borse aggrappate alle aspettative, i mercati entrano in una settimana ad altissima tensione. Tornano, a singhiozzo, i dati macroeconomici Usa, arriva la trimestrale di Nvidia che può confermare o sgonfiare la narrativa sull’intelligenza artificiale, e sullo sfondo incombe il verdetto di Moody’s sul rating dell’Italia.

È un mix esplosivo: pochi catalizzatori, ma tutti di peso. Un numero sbagliato o una frase fuori posto possono innescare movimenti violenti su azionario, obbligazionario e cambi, in un contesto in cui il dibattito sulla bolla AI e sulla sostenibilità dei debiti pubblici torna al centro della scena.

Dati Usa: la vista torna, ma parziale

Il primo fronte da monitorare è quello delle statistiche economiche statunitensi, rimaste al buio per oltre quaranta giorni a causa dello shutdown federale. Le principali agenzie statistiche stanno ricostruendo un calendario di pubblicazione provvisorio, consapevoli che una parte delle informazioni, soprattutto su lavoro e inflazione di ottobre, potrebbe non essere mai recuperata con piena affidabilità.

Per i mercati significa una cosa semplice: meno dati solidi, più incertezza. In assenza di serie complete, la Federal Reserve dovrà affidarsi a un mosaico di numeri parziali, indicatori privati e forward guidance. Ogni ritorno alla normalità – che si tratti di produzione industriale, segnali sull’occupazione o fiducia delle imprese – verrà letto come un test sulla tenuta del ciclo americano.

Nella settimana che si apre, gli operatori guarderanno in particolare a:

  • Indicatori sull’attività manifatturiera regionale Usa, utili per capire se il rallentamento del settore si sta stabilizzando.
  • I primi aggiornamenti sul mercato del lavoro, con le elaborazioni del settore privato che cercano di colmare il vuoto dei dati ufficiali.
  • I segnali che arriveranno dal comparto immobiliare e dai consumi, cruciali per valutare se la domanda interna regge nonostante tassi ancora elevati.

Il quadro sarà inevitabilmente rumoroso, incompleto, volatile. Ma è tutto ciò che i mercati hanno a disposizione per intuire se la Fed, al prossimo giro, potrà permettersi una pausa prolungata o dovrà tornare a un linguaggio più aggressivo.

Nvidia arbitro della narrativa sull’intelligenza artificiale

Se i dati macro forniscono il contesto, la trimestrale di Nvidia è il vero evento bandiera della settimana. La società dei chip grafici e delle piattaforme per l’AI è diventata il simbolo dell’intero boom dell’intelligenza artificiale: i suoi numeri non dicono solo come vanno gli utili di un singolo gruppo, ma sono letti come un referendum su tutta la filiera tecnologica.

Negli ultimi mesi il titolo ha corso con forza, salvo poi subire una correzione significativa, in scia al sell-off che ha colpito molte big tech ad alta “dose” di AI. Cresce il coro di chi teme una nuova bolla stile dot-com, alimentata da valutazioni stellari e da piani di investimento miliardari sul cloud e sui data center.

Gli investitori cercheranno tre risposte chiave dai conti:

  • Se la domanda per i chip dedicati all’intelligenza artificiale resta sostenuta o sta iniziando a normalizzarsi dopo l’ondata iniziale di ordini “di corsa”.
  • Se la società sarà in grado di difendere i margini, in un contesto in cui concorrenti e limiti regolamentari (soprattutto tra Stati Uniti e Cina) si intensificano.
  • Quale guidance offrirà sul 2026–2027: una proiezione troppo prudente potrebbe alimentare la narrativa della bolla, mentre indicazioni ancora robuste rafforzerebbero l’idea di un ciclo AI strutturalmente più lungo.

Un singolo numero, in questo contesto, può spostare interi indici. Non a caso, un gestore ha sintetizzato così la sensazione prevalente: “Non dovresti vedere debolezza quando tutti hanno promesso investimenti record sull’AI”, ha osservato, indicando come il mercato si aspetti ancora una crescita senza esitazioni.

Allo stesso tempo, tra gli operatori circola un monito altrettanto netto: “Nessuno vuole restare a ballare quando la musica si ferma”, ha confidato un gestore patrimoniale, ricordando quanto velocemente possa ribaltarsi il sentiment se la storia dell’AI dovesse mostrare le prime crepe.

Inflazione europea, Pmi e il messaggio di Lagarde

Mentre gli occhi restano puntati sugli Stati Uniti, l’Europa affronta la propria settimana cruciale. In arrivo ci sono i dati definitivi sull’inflazione di ottobre in diversi Paesi chiave, Eurozona inclusa, oltre agli indici Pmi di manifattura e servizi, che offrono una lettura in tempo quasi reale dello stato di salute dell’economia.

Se la dinamica dei prezzi continuerà a convergere verso il target del 2%, la Banca centrale europea potrà legittimare la pausa dopo la stretta più rapida della sua storia. Ma la Bce non può permettersi di dichiarare vittoria: salari, margini e politiche fiscali espansive restano potenziali fonti di rialimentazione inflazionistica.

Il clou della settimana sarà il discorso della presidente Christine Lagarde al Frankfurt European Banking Congress, in programma venerdì a Francoforte. Gli investitori si aspettano un messaggio che confermi la linea di massima prudenza: tassi fermi per un periodo prolungato, ma nessun impegno esplicito su quando potranno iniziare i tagli.

Lagarde dovrà parlare a una platea che comprende banchieri, investitori e regolatori, cercando di tenere insieme due esigenze: rassicurare i mercati sul fatto che la Bce non inasprirà oltre misura le condizioni finanziarie, ma ricordare ai governi che l’era del denaro facile è finita e che la disciplina di bilancio torna centrale.

Moody’s e il test sul debito italiano

Per l’Italia, la settimana ha un appuntamento ben segnato in agenda: la revisione del rating sovrano da parte di Moody’s, con pubblicazione attesa in prossimità del fine settimana. Attualmente il giudizio è Baa3, un solo gradino sopra la soglia “non investment grade”, con outlook positivo.

La decisione di migliorare la prospettiva, arrivata in primavera, è stata motivata da un miglioramento dei conti pubblici più rapido del previsto e da una maggiore stabilità politica, elementi che hanno contribuito a ridurre il premio richiesto dagli investitori per detenere titoli italiani.

Da allora, i Btp hanno beneficiato di una compressione degli spread rispetto ai Bund tedeschi, sostenuti anche dall’idea che il ciclo restrittivo Bce sia arrivato al capolinea. La combinazione di tassi meno minacciosi e rating in lento miglioramento ha riportato capitale estero sul debito italiano.

Le possibili opzioni sul tavolo di Moody’s sono tre:

  • Conferma di rating e outlook: lo scenario più prudente, che consoliderebbe la percezione di stabilità ma rinvierebbe eventuali miglioramenti al 2026.
  • Upgrade di rating di un notch: ipotesi meno probabile, ma che sancirebbe il superamento della fase di massimo rischio, con probabile ulteriore calo degli spread.
  • Revisione al ribasso dell’outlook: ad oggi vista come remota, ma comunque sufficiente a riaccendere la volatilità su Btp e banche italiane.

I mercati sembrano scommettere almeno sulla mancata sorpresa negativa. Un passo avanti – fosse anche solo la conferma del giudizio accompagnata da toni più ottimisti – rafforzerebbe la narrativa di un’area euro meno vulnerabile, in grado di gestire debito elevato senza scivolare fuori dall’area investment grade.

La settimana, giorno per giorno

Per capire perché la prossima sia una settimana così delicata, è utile guardare alla sequenza degli appuntamenti attesi sui mercati internazionali.

Lunedì: Asia in apertura, primi segnali dall’Europa

La settimana si apre con i dati sul Pil del Giappone del terzo trimestre, utili per misurare la forza della ripresa asiatica in un contesto di yen debole e politica monetaria ancora ultra-espansiva.

In Europa arrivano le letture sull’inflazione italiana di ottobre e le nuove stime macroeconomiche della Commissione europea, che aggiornano il quadro su crescita e deficit dei Paesi membri. Nel pomeriggio, dagli Stati Uniti, è atteso un indice manifatturiero regionale – uno dei primi tasselli del puzzle post-shutdown.

Martedì: mercato del lavoro Usa sotto la lente

La giornata di martedì sarà dominata dall’attenzione sul mercato del lavoro americano. Le elaborazioni del settore privato, spesso pubblicate in anticipo, offriranno una proxy – imperfetta ma preziosa – per valutare la dinamica dell’occupazione dopo settimane di buio statistico.

In parallelo, i dati sulla produzione industriale Usa aiuteranno a capire se la fase di indebolimento del manifatturiero si sta estendendo ad altri comparti, o se resta confinata ad alcuni segmenti più sensibili ai tassi elevati.

Mercoledì: inflazione in Europa e vigilia Nvidia

Il mercoledì porta in dote i dati finali sull’inflazione di ottobre nel Regno Unito e nell’Eurozona, con i mercati pronti a verificare se le stime preliminari che indicavano un quadro in progressivo rientro verranno confermate.

Dall’altra parte dell’Atlantico arriveranno aggiornamenti sul mercato immobiliare Usa, sensibile ai livelli dei tassi e spesso anticipatore dei cicli recessivi. In serata, riflettori completamente orientati su Nvidia, attesa a pubblicare i conti dopo la chiusura di Wall Street.

Giovedì: lavoro Usa e immobiliare ancora protagonisti

Il giorno successivo, negli Stati Uniti, saranno resi noti i nuovi dati settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione, insieme alle vendite di case esistenti. Numeri che, presi singolarmente, sembrano piccoli, ma che in un contesto di dati scarsi assumono un peso molto maggiore nel definire il sentiment degli investitori.

Allo stesso tempo, dagli interventi di diversi esponenti della Federal Reserve emergeranno sfumature importanti: ogni accenno a una possibile revisione delle strategie future – verso un taglio anticipato o verso una pausa “più lunga del previsto” – sarà soppesato parola per parola.

Venerdì: Pmi globali, Lagarde e il verdetto Italia

Il gran finale di settimana combina tre elementi ad alta intensità:

  • La pubblicazione degli indici Pmi flash per manifattura e servizi in Europa e negli Stati Uniti, che forniranno una fotografia molto aggiornata del sentiment di imprese e fornitori.
  • Il discorso di Christine Lagarde al Frankfurt European Banking Congress, atteso come momento di chiarimento sul sentiero dei tassi e sulla visione della Bce sulla crescita.
  • La possibile decisione di Moody’s sul rating dell’Italia, con comunicazione tipicamente prevista a mercati chiusi, che potrebbe influenzare l’apertura della settimana successiva su Btp, banche e spread periferici.

In aggiunta, dagli Stati Uniti è atteso l’aggiornamento sull’indice di fiducia dei consumatori elaborato da un importante ateneo americano, indicatore spesso utilizzato per anticipare la propensione alla spesa delle famiglie nei mesi successivi.

Uno spartiacque per mercati già nervosi

In sintesi, la settimana che si apre ha tutte le caratteristiche di uno spartiacque: o consolida l’idea di un atterraggio morbido – con inflazione in rientro, ciclo Usa che rallenta ma non frena, e debito italiano sotto controllo – oppure rilancia il timore di un mix tossico di crescita debole, bolla tecnologica e rischio sovrano.

Per gli investitori, la parola d’ordine è una sola: selezione. Nel breve termine la volatilità può aumentare, ma chi guarda oltre la singola settimana troverà in questi giorni una quantità straordinaria di informazioni per ripensare la propria allocazione tra azionario, obbligazionario e liquidità.

Di certo, nessuno potrà dire di non essere stato avvertito.

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