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Europa vede Pechino e Teheran: l’addio silenzioso alla “solo America”

- di: Marta Giannoni
 
Europa vede Pechino e Teheran: l’addio silenzioso alla “solo America”
Due missioni diplomatiche strategiche che mostrano l’Europa in rotta per l’autonomia, oltre il protezionismo statunitense.

Nel giro di pochi giorni l’Europa ha messo in campo due mosse diplomatiche di segnale. Da un lato, i vertici della Ue – Ursula von der Leyen e António Costa – in missione a Pechino il 24 luglio per il 25° vertice Ue-Cina; dall’altro, l’invio dei viceministri Esteri a Istanbul il 25 luglio per colloqui sul nucleare iraniano con Francia, Regno Unito e Germania. Due visite distinte per natura, ma ugualmente paradigmatiche: confermano che l’Europa sta scollandosi dalla politica estera aggressiva, chiusa e protezionistica degli Stati Uniti, cercando nuovi equilibri e accordi autonomi.

Appuntamento a Pechino: un’iniezione di autonomia

Il 21 luglio Pechino ha confermato ufficialmente la visita dei vertici Ue: incontro con Xi Jinping e vertice col Primo Ministro Li Qiang e i rappresentanti Ue. In agenda, la risoluzione di tensioni commerciali (auto elettriche, l’accesso al mercato, sulle materie prime come i metalli rari) e un tentativo di bilanciare l’asse Washington–Pechino nel momento in cui la politica Ue si fa più indipendente. Obiettivo implicito: “non siamo soltanto un mercato amico degli Usa, ma un blocco strategico capace di dialogare con altri giganti”.

L’Europa intende usare Pechino per uscire dal binomio scontroso imposto da Washington e per costruire una nuova architettura multipolare. Le tensioni con la Cina restano evidenti: tariffe sulle EV, sovraccapacità industriale, barriere per imprese europee, e controllo strategico delle terre rare. Ma l’Ue cerca un compromesso: “non cediamo sui valori, ma siamo pronti a cooperare”.

Perché è importante?

  • Messaggio politico forte all’America: l’Europa non accetta più di essere schiacciata dal “Solo America”.
  • Significato economico: diversificazione delle supply-chain e contenimento del protezionismo Usa.
  • Geopolitica: conferma di una vera strategia d’autonomia europea.

Verso Istanbul, tra pressione e diplomazia

Il 25 luglio a Istanbul, viceministri europei del trio E3 (Francia, Germania, Regno Unito), insieme all’Alto rappresentante Ue, incontreranno l’Iran per riprendere i colloqui sul nucleare. L’appuntamento arriva pochi giorni dopo l’ultimatum europeo: se entro fine agosto non ci saranno progressi concreti, scatterà il “snapback” Onu con il ritorno delle sanzioni.

Le tensioni tra Usa e Iran – comprese le azioni militari, come il raid U.S.-Israele su siti nucleari iraniani – complicano le trattative, costringendo l’Europa a muoversi in solitaria e con urgenza. Gli europei sono consapevoli della necessità di mostrare autonomia: senza un doppio binario diplomatico, rischiano di restare subalterni alle posizioni statunitensi.

Chi ha qualcosa da guadagnare?

  • L’Europa: può rivendicare un ruolo centrale nelle trattative internazionali.
  • L’Iran: guadagna nuovi interlocutori credibili, riducendo il peso di Usa e intermediari.
  • Gli Usa: restano in ritardo, seppur sotto pressione per rientrare nel tavolo.

L’effetto domino: Europa, basta attese

Dietro entrambe le iniziative aleggia lo stesso tema: «basta aspettare che Washington decida». Sia Pechino, sia Teheran, stanno sperimentando che l’Europa non resta più in panchina. Il summit Ue-Cina e i vertici con l’Iran anticipano mosse di politica estera che vanno oltre l’ombrello americano. Emmanuel Macron stesso ha reclamato che l’Europa riduca le “dipendenze duali” da Usa e Cina, mentre altri membri guardano a una strategia “de-risking” pragmatica verso Pechino.

L’Europa cambia passo

Queste due visite non sono eventi isolati, ma i tasselli di una strategia in costruzione. L’Unione Europea sembra aver deciso: non più “cane da guardia” degli Stati Uniti, ma attore globale con propri interessi, strumenti e piattaforme. Le decisioni di Pechino e Teheran in queste ore saranno un banco di prova cruciale.

A Washington il messaggio è chiaro: “se continuerete con una politica estera egoista e protezionista, l’Europa vi risponderà con relazioni paritetiche, non più subalterne”. E il futuro si decide in tempo reale, non all’ultimo minuto. L’era del “solo America” sta per essere archiviata.

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