L'Europa contro i Big Tech: "Internet non resti il selvaggio West"
- di: Redazione
"Internet non può rimanere un selvaggio West": il giudizio, lapidario, è di Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, che, con Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione e responsabile della concorrenza, ha presentato un piano per mettere ordine in un settore che vede i giganti del digitale agire in totale libertà, approfittando delle falle nel sistema di controllo europeo.
Bruxelles vuole quindi darsi i mezzi per contrastare le derive e gli abusi di Big Tech: i giganti del digitale sono soggetti a una normativa obsoleta, la “direttiva e-commerce”, che risale all'anno 2000, quando Google era ancora in un garage e Facebook doveva ancora essere inventato.
Il cosiddetto "arsenale del diritto della concorrenza" della Commissione ha mostrato, a detta di tutti, i suoi limiti: anche se, in sanzione, possono essere inflitte ammende significative, arrivano dopo diversi anni di indagini e procedimenti giudiziari, e non consentono di rimediare agli squilibri rilevati. I team della Commissione hanno redatto due testi che dovrebbero consentire di sradicare le pratiche del mondo virtuale (odio online, pratiche anticoncorrenziali, legge del più forte, disinformazione, vendita di prodotti contraffatti) che indeboliscono sia l'economia, che la democrazia.
Una sfida tanto più importante visto che la pandemia di Covid-19 ha aumentato la presenza della tecnologia digitale nelle nostre vite, per lavoro, apprendimento o intrattenimento.
Interessante il contenuto del Digital Services Act (DSA), che affronta la regolamentazione dei contenuti, la sfera sociale, quindi, il digitale. Il principio è semplice, come ha spiegato Thierry Breton, citando attacchi razzisti, contenuti terroristici, pornografia infantile, vendita di prodotti contraffatti o prodotti che non rispettano standard europei: "Ciò che è proibito nel mondo reale è proibito anche nel mondo virtuale".
Per non essere accusata di censura o di imporre una misura troppo complessa da attuare, la Commissione ha escluso qualsiasi controllo a monte delle pubblicazioni. Non tornerà nemmeno al principio di "host passivo", che garantisce alle piattaforme di non essere ritenute responsabili dei contenuti pubblicati dai propri utenti. Bruxelles vuole peraltro rafforzare le procedure di segnalazione e imporre alle piattaforme, qualunque sia la loro dimensione, "obblighi" , in modo che i contenuti illegali possano essere rimossi rapidamente. Il DSA richiederà inoltre ai venditori online di verificare l'identità dei rivenditori prima di ospitarli. Alle piattaforme verrà quindi chiesto di disporre di mezzi di moderazione sufficienti (automatizzati e umani).