Cina: la pandemia un'opportunità per espandere export
- di: Emanuela M. Muratov
L'economia cinese è come un trattore, che va avanti, supera tutti gli ostacoli e, una volta che prende velocità, va dritto per la sua strada.
Una prova evidente di questa capacità di adattarsi ad ogni contingenza è data da come l'economia del Dragone, nonostante la Cina sia stata il primo Paese colpito dal virus, non solo ha reagito ma ha fatto della pandemia un'occasione per espandersi ancora di più. Sono tante le storie che si sentono o si leggono sulla Cina, in queste settimane in cui molti Paesi occidentali fanno i conti con la terza ondata o, se più aggrada, con la prosecuzione inarrestabile della seconda.
Di certo a Pechino occorre riconoscere una capacità quasi innaturale di sapere modificare le sue caratteristiche per interagire al meglio con i nuovi scenari, modificando - come è accaduta in tempi di pandemia - il profilo dell'industria manufatturiera in modo da potere rispondere alla spaventosa sete dell'Occidente di strumenti medicali, dalle semplici mascherine alle tute protettive, ai test per accertare la sussistenza o meno del virus.
Ma questo è potuto accadere perché la Cina, come Paese e non come somma di realtà territoriali (come succede in Italia), ha reagito con forza e tempestività, sconfiggendo il virus (almeno secondo le autorità) e preparandosi per fare di esso una opportunità.
Così mentre in Cina i casi ufficialmente riconosciuti di contagio da Covid-19 sono molto contenuti (poche centinaia di un Paese dalla popolazione immensa), altrove la pandemia sta costringendo alla chiusura intere filiere. Una condizione che ha portato Paesi come l'India ha dovere cercare all'estero gli strumenti di contrasto alla pandemia, ovvero in Cina che, da mesi ormai, sforna milioni di pezzi da utilizzare nella lotta al virus.
Non sono parole dette così, ma suffragate dai numeri.
A febbraio 2020 le esportazioni cinesi avevano subito un arretramento pari al 20,7%, in coincidenza col manifestarsi del Covid-19 in tutta la sua virulenza, ma l'industria cinese ha saputo ripartire tanto che a novembre l'export ha registrato un balzo del 21 per cento.
Così l'economia cinese è tornata a correre, proseguendo in un trend che, dicono gli esperti, ha quasi azzerato la distanza da quella americana, Quindi, il ricordo dello scoppio dell'epidemia a Wuhan, alla fine del 2019, si sta lentamente cancellando, restituendo la Cina ad una vita normale.
A spingere i consumi sono soprattutto i giovani che spendono tantissimo e le cui abitudini hanno fatto sì che sia attribuito proprio a loro l'aumento del 5%, a novembre, delle vendite al dettaglio.
A dare un forte impulso sono i marchi del lusso le cui vendite, secondo gli analisti, della società di consulenza Bain & Company, dovrebbero abbattere ogni record, con un aumento stimato nel 48 per cento nel 2020. Un balzo che è anche da mettere in relazione alle limitazioni che i cinesi devono subire per i viaggi all'estero e che, quindi, li ha spinti verso i negozi nazionali.