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Trump, l’età dell’oro inizia con l’età di latta

- di: Giuseppe Castellini (Direttore Editoriale di Italia Informa)
 
Trump, l’età dell’oro inizia con l’età di latta
Donald Trump aveva promesso agli americani un’età dell’oro, ma finora ha portato solo un’età di latta. I suoi fuochi d’artificio retorici sembrano servire a due scopi: da un lato, galvanizzare la base evangelica radicale che sogna un ritorno a un’America puritana; dall’altro, distogliere l’attenzione dai gravi inciampi che stanno segnando il suo inizio di mandato.
Il meccanismo è collaudato: più le difficoltà si accumulano, più le promesse si fanno grandiose. Un gioco delle tre carte, in cui la famosa età dell’oro resta sempre nascosta. Nel frattempo, la realtà economica presenta un conto ben diverso.
Dal 22 gennaio, giorno del giuramento di Trump, Wall Street ha perso quasi il 6%, con un ulteriore -2% solo oggi. L’inflazione ha toccato il 3%, erodendo il potere d’acquisto degli americani, mentre la crescita dell’occupazione è risultata inferiore alle aspettative. Le aziende frenano gli investimenti, il deficit commerciale ha raggiunto un nuovo record e, soprattutto, la Federal Reserve di Atlanta ha rivisto al ribasso le stime del PIL: invece della crescita prevista del 2,3%, si attende ora una contrazione dell’1,5% nel primo trimestre del 2025.
Di fronte a questi numeri, Trump ha finalmente ammesso che una recessione è possibile, ma ha minimizzato il problema parlando di un “breve periodo di transizione, perché quello che stiamo facendo è molto grande”. Per ora, di grande ci sono solo la confusione politica, la paralisi nei mercati e l’ombra lunga dell’estremismo sulle istituzioni americane.
L’ultima volta, l’illusione di un’America salvata dal trumpismo si concluse con un assalto al Congresso e un tentativo di colpo di Stato. Oggi, lo spettro del caos è di nuovo dietro l’angolo. L’America, scossa da questa deriva, rischia di perdere il suo prestigio nel mondo.
Ma mentre gli Stati Uniti navigano tra incertezza e populismo, l’Europa non può restare a guardare. Il destino del Vecchio Continente non può dipendere dai capricci di Washington. È tempo di costruire una strada autonoma, prima che la storia ci presenti il conto.

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