Economia: gli Stati Uniti per rilanciarsi scommettono sulle piccole città

- di: Brian Green
 
Cosa accomuna piccole città americane come Greenville (nello Stato del South Carolina), Des Moines (Iowa), Provo (Utah), Madison (Wisconsin), Fort Myers (Florida) e Columbus (la capitale dell'Ohio), oltre al fatto di essere poco conosciute al di fuori dei confini degli Usa? Il fatto che la pandemia le ha messe in prima linea nella ricerca della rinascita economica del Paese.
Quanto sta loro accadendo non è comunque la diretta conseguenza della crisi determinata dalla pandemia, perché da tempo avevano cominciato ad attirare l'attenzione generale per la vivacità del loro tessuto economico rispetto a quello delle grandi città. Migliori condizioni di lavoro, ma anche belle case - a prezzi certamente più contenuti rispetto a quello delle metropoli - con tanto verde e migliore qualità della vita. Insomma le cose che molti americani ambiscono ad avere, anche per una mentalità che ha tra le sue caratteristiche l'accettazione del nomadismo domestico per molte categorie di lavoratori.

Queste nuove ''capitali'' dell'economia offrono occasioni di lavoro sia nel campo dell'high tech che delle industrie tradizionali che, nelle piccole città più che nelle grandi, hanno saputo resistere alla crisi. Per dirla in modo schietto, in queste città - che non sono piccolissime, rispetto ai nostri parametri - ci si può permettere una casa ed uno stile di vita che a New York, come a Los Angeles o Chicago o Philadelphia non ci si può consentire a parità di trattamento economico. In molti concordano sull'analisi che, una volta rientrata la fase emergenziale legata al Covid-19, il flusso di lavoratori verso queste piccole realtà di provincia si interromperà, cominciandone uno in senso contrario, ma le economie locali resisteranno, avendo acquisito la necessaria solidità per garantirsi il futuro.

I numeri di oggi sono tutti dalla parte delle piccole città. Ad esempio, i posti di lavoro nell'area di Greenville, che nell'aprile dello scorso anno avevano toccato il loro minimo, sono aumentati dell'11,9%, ovvero l'1,2% in più rispetto al dato complessivo degli Stati Uniti.
Certo, l'alto livello professionale di chi decide di spostarsi è un elemento che agevola la scelta. Chi si sposta lo fa allargando il ventaglio di ipotesi in più Stati e prima di prendere la decisione definitiva considera tutti gli aspetti di uno spostamento: ambiente, istruzione, livelli della sanità pubblica. Ma anche altri elementi contribuiscono, come il tessuto urbano che, nel caso di Greenville, ha spinto più d'un titolare d'azienda a scegliere il Falls Parker, al centro della città, tra sentieri, piste ciclabili, cascate e possibilità dio passeggiare lungo il corso di un fiume.

Bisogna però ricordare Greenville non era tagliata fuori dai circuiti delle grandi aziende. La Michelin ci è arrivata nel 1975, stabilendovi la sua sede per l'area del Nord America. Nella stessa area la Bmw, nel 1992, a costruito il suo primo stabilimento di produzione completo fuori dalla Germania. Ora più di 120 aziende automobilistiche operano nell'area, fornendo una serie di posti di lavoro ben retribuiti, attirando talenti tecnici e ingegneristici e investimenti internazionali. Comunque, questo accresciuto interesse verso le piccole città ha anche dei lati che non totalmente positivi, come il lievitare del costo delle case, cresciuto con l'aumento degli arrivi di professionisti. A Greenville, il prezzo medio delle case a gennaio ha registrato un aumento del 16% rispetto all'anno precedente (a fronte di un dato nazionale di +5,3% nello stesso periodo), mentre il numero delle abitazioni in vendita è diminuito del 17%.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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