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Il Lazio cresce ma non decolla: export farmaceutico e PNRR trainano

- di: Vittorio Massi
 
Il Lazio cresce ma non decolla: export farmaceutico e PNRR trainano
Come mostra il report di Bankitalia, Pil in ripresa (+0,9%) e investimenti pubblici forti, ma produttività, credito e occupazione giovanile restano indietro.
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È un quadro in chiaroscuro quello tracciato dalla Banca d’Italia nel suo rapporto annuale sull’economia del Lazio. L’indagine, aggiornata a fine maggio 2025, segnala un incremento del Pil regionale dello 0,9%, superiore sia al +0,5% del 2023 che alla media nazionale (+0,7%). A sostenere l’attività economica, spiega Bankitalia, sono state soprattutto la domanda estera e la spesa pubblica, mentre consumi e investimenti privati si sono rivelati più deboli.

L’export farmaceutico spinge l’industria
Come puntualizza il report della Banca d’Italia, l’industria laziale – dopo un anno difficile – è tornata a crescere, trainata in particolare dalle esportazioni di prodotti farmaceutici, che nel 2024 sono salite del 21,6% raggiungendo 14 miliardi di euro, quasi metà dell’export regionale. Le vendite verso Stati Uniti, Belgio e Paesi Bassi – hub logistici chiave – hanno fatto da volano. Ma Bankitalia lancia un monito: eventuali dazi USA potrebbero colpire indirettamente anche il Lazio, vista la forte interconnessione del comparto.

Costruzioni e Giubileo: volano pubblico, freno privato
Il settore delle costruzioni ha retto l’urto del ridimensionamento del Superbonus grazie alla spinta del PNRR e degli investimenti per il Giubileo 2025. Come evidenzia l’indagine Bankitalia, gli investimenti pubblici nel settore sono saliti a 1,3 miliardi, con un boom per le strutture scolastiche. Tuttavia, solo la metà dei cantieri previsti è stata avviata, e la spesa pro capite rimane inferiore alla media nazionale.

Lavoro: cresce l’occupazione, ma i giovani restano ai margini
Il mercato del lavoro ha mostrato segnali incoraggianti: l’occupazione è salita dell’1,7%, soprattutto grazie al lavoro autonomo e ai contratti stabili. Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3%, in linea con il dato italiano. Tuttavia, come afferma il report della Banca d’Italia, tra i giovani (15-34 anni) l’occupazione è diminuita del 2,3%, unico segmento in calo. Inoltre, il Lazio presenta una delle incidenze più alte di occupazioni esposte all’intelligenza artificiale, sia in termini di sostituibilità che di complementarietà.

Famiglie, credito e consumi: qualche luce
I redditi delle famiglie sono tornati a crescere (+1,4% in termini reali), grazie alla bassa inflazione e alla maggiore occupazione. Come osserva il report di Bankitalia, la domanda di credito è in leggera ripresa, in particolare per i mutui, spinta dal calo dei tassi d’interesse. In compenso, l’indebitamento resta elevato, mentre i depositi tornano a salire, spinti dalla ricerca di rendimenti più alti nei titoli di Stato e fondi comuni.

Produttività, innovazione e cultura: i punti deboli
Nonostante i progressi recenti, il valore aggiunto del Lazio resta sotto i livelli pre-crisi del 2007. “Il divario di produttività si lega a una scarsa dotazione di capitale fisico e a una debole efficienza nell’uso dei fattori produttivi”, evidenzia Bankitalia. Il rapporto segnala anche carenze sul fronte dell’innovazione e del contesto istituzionale, oltre a una performance del settore culturale – pur rilevante in termini occupazionali – al di sotto della media nazionale.

Il PNRR tra opportunità e ritardi
Secondo Bankitalia, al 2025 nel Lazio sono stati assegnati 13,3 miliardi di euro di fondi PNRR, pari al 9,3% del totale nazionale. Tuttavia, il 50% dei cantieri risulta ancora fermo. Sul fronte privato, solo il 3% delle società di capitali ha beneficiato dei fondi, sebbene queste rappresentino quasi la metà del valore aggiunto regionale. Le costruzioni si confermano il principale beneficiario, ma anche il settore cinematografico e audiovisivo – grazie al progetto Cinecittà – promette di giocare un ruolo crescente.
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I fattori che frenano il Lazio
Il Lazio “cresce ma non corre”, sintetizza il report della Banca d’Italia. L’economia regionale mostra segnali di vitalità – soprattutto grazie all’export e agli investimenti pubblici – ma resta frenata da produttività stagnante, squilibri generazionali e incertezze geopolitiche. Se ben gestito, il PNRR può ancora fare la differenza.

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